Scelte che non hanno mai avuto il deliberato della categoria e soprattutto degli iscritti alla Cassa di Previdenza.
Il nostro domani: in un solo ORDINE e in UNA SOLA CASSA.
E' QUESTO CHE VOGLIAMO ????????
Pm. Tiraboschi.
CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI
COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI
CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI
PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
C o o r d i n a m e n t o C O G E P A P I – 0 0 1 8 7 R o m a , v i a d i S . B a s i l i o , 7 2
CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI – Via Barberini, 68 – 00187 ROMA – Tel. 06.42.03.161 – Fax 06.48.91.23.36
COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI – Via P. Amedeo, 23 – 00185 ROMA – Tel. 06.48.90.67.13 – Fax 06.48.82.150
CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI – Via di S. Basilio, 72 – 00187 ROMA – Tel. 06.42.00.84 – Fax 06.42.00.84.44
Gent.ma On. Giulia Bongiorno, presidente II Commissione (Giustizia)
Egr. On. Andrea Gibelli, presidente X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo)
e p.c.
Gent.ma On. Maria Grazia Siliquini, relatrice di maggioranza per la riforma delle professioni
Camera dei Deputati
Piazza di Montecitorio, 1
00186 Roma
Roma, 18 febbraio 2010
Rif: Seduta del 24 novembre 2009. Audizione dei rappresentanti di CO.GE.PA.PI. nell’ambito
dell’indagine conoscitiva in relazione all’esame delle proposte di legge C. 3 Iniziativa
popolare, C. 503 Siliquini, C. 1553 Vietti C. 1590 Vitali, C. 1934 Froner, C. 2077 Formisano
e C. 2239 Mantini, in materia di riforma delle professioni
Gentilissima Onorevole, Egregio Onorevole,
desideriamo innanzitutto ringraziarVi per averci dato la possibilità, nella seduta del 24 novembre
scorso, di esprimere la nostra comune posizione sul tema della riforma delle professioni. La
contemporanea presenza dei massimi rappresentanti dei geometri, periti agrari e periti industriali –
formalizzata anche nell’organismo di rappresentanza (CO.GE.PA.PI.) al quale abbiamo dato vita
poco più di un anno fa – ha voluto sottolineare la specificità della questione concernente le
professioni tecniche di primo livello che da tempo sostengono di appartenere a un medesimo
orizzonte di riferimento e desiderano promuovere le condizioni perché tale identità di fondo riceva
il necessario riconoscimento legislativo.
Ci permettiamo, dunque, con questo documento di confermare le nostre dichiarazioni e di
approfondire le ragioni della proposta che Vi abbiamo formulato in nome dei quasi 200.000 iscritti
ai nostri albi.
La proposta
Seguendo iniziative legislative risalenti alla scorsa legislatura (C. 867 Siliquini, C. 1216 Mantini,
C. 1319 Vietti, C. 1442 Laurini, C. 2160 Governo, C. 2331 Naccarato e C. 3277 iniziativa popolare)
e confermate da analoghi disegni presentati nel corso di quella attuale (oltre a quelli citati in oggetto
va ricordata la proposta di legge Siliquini n. 1100), chiediamo:
• l’unificazione delle categorie professionali dei geometri, dei periti agrari e dei periti industriali
mediante la costituzione di un unico ordine denominato “dei tecnici laureati per l’ingegneria” nel
quale dovranno accedere i laureati triennali di matrice tecnica;
• l’unificazione della Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti,
dell’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati e della Gestione
separata dei periti agrari e dei periti agrari laureati presso l’Ente nazionale di previdenza e di
assistenza per gli impiegati agricoli.
Le ragioni
1. Adeguamento della normativa italiana allo standard europeo. Nell’ambito dell’Unione
Europea vige il principio della corrispondenza tra percorsi formativi e titoli professionali e trova
piena attuazione la Direttiva europea n. 89/48, che sancisce che per l’esercizio di una
“professione intellettuale” all’interno dei paesi dell’UE sia necessario un periodo di formazione
post-secondaria di almeno tre anni. Ormai, non appare più rinviabile un percorso destinato a
uniformare il nostro sistema di formazione e classificazione delle professioni tecniche in un
sistema che preveda due livelli: il primo caratterizzato dalla laurea triennale o da un periodo di
formazione post-secondaria equivalente, il secondo dalla laurea specialistica o quinquennale.
Solo in questo modo sarà anche possibile porre rimedio ai danni inferti dal Dpr 328/2001 che ha
rappresentato per tutte le professioni tecniche di primo livello la perdita di un percorso chiaro e
definito tra formazione e indirizzo professionale. Vale infine la pena di sottolineare come
l’istituzione dell’albo dei tecnici laureati per l’ingegneria intenda anche uniformare il proprio
lessico delle professioni a quello comunemente adottato negli Stati membri dell’Unione Europea
dove le denominazioni in uso sono semplicemente due: ingegnere e tecnico di ingegneria (in
Francia ingenieur-diplomè o ingenieur reconnu, in Germania Diplom-Ingenieur, in Gran
Bretagna engineering technician, in Spagna ingeniero técnico)!.
2. Rilancio delle lauree triennali. Così come abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso
dell’audizione “statistiche, da noi verificate, mostrano come gli iscritti alle sezioni B per
ingegneri e architetti – nel 95% al sud e nell’88% al nord – proseguono il loro percorso
formativo per tentare di ottenere una laurea magistrale”. Ciò significa che, allo stato delle cose,
la laurea triennale viene considerata alla stregua di una stazione intermedia collocata in
un’apparente deserto professionale. Ciò non solo non corrisponde al vero, ma anzi costituisce
quasi una forma di “pubblicità ingannevole”, tenuto conto del fatto che “mancano 180 mila
tecnici intermedi” (Confindustria, dichiarazione del 28 gennaio 2009) e che quindi diventa
estremamente urgente la necessità di ripristinare un ponte tra formazione e professione.
Un’indiretta conferma a questa diagnosi arriva da un altro dato: sono gli iscritti ai nostri tre albi a
costituire oggi uno dei maggiori fattori di incremento delle lauree triennali nel nostro Paese,
testimoniando del fatto che esiste un circolo virtuoso lungo l’asse professione!formazione e
che va assolutamente riattivato lungo l’asse formazione!professione.
3. Semplificazione e razionalizzazione con sensibile diminuzione nel numero degli organismi di
rappresentanza. Sarà uno degli effetti immediati che seguirà all’attuazione della nostra proposta:
comporterà una riduzione dei componenti di almeno due terzi rispetto al numero attuale. Nel
nostro Paese la questione della “riduzione delle poltrone” è sempre presente nel dibattito
pubblico, ma ha sempre riguardato “quelle altrui”. Questa volta – e crediamo per la prima volta –
si deve parlare di “autoriduzione” attuata liberamente e con piena consapevolezza.
I modi della riforma delle professioni
Per attuare l’unificazione, si riterrebbe opportuno ricorrere allo strumento della legge di delega, e
alla conseguente emanazione di decreti legislativi, atteso per un verso il rango della normativa che
attualmente disciplina le tre professioni (regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, regio decreto 11
febbraio 1929, n. 275, regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365) e per altro verso la necessità di
emanare una normativa dettagliata e tecnicamente complessa, che richiede tempi adeguati per la
predisposizione delle norme e della disciplina di coordinamento.
Ma naturalmente ogni decisione in tal senso è di pertinenza del legislatore. Che quindi saprà
senza dubbio scegliere anche lo strumento legislativo in grado di favorire velocità e semplicità
nell’iter di applicazione della riforma.
* * *
Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e confidando in una valutazione positiva
della nostra comune ed unitaria posizione, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti.
Il Presidente CNG Il Presidente CNPA Il Presidente CNPI
Fausto Savoldi Andrea Bottaro Giuseppe Jogna
noi siamo d'accordo. i Periti Agrari d'Italia (meno qualcuno)
RispondiEliminamz tu sei iscritto alla cassa? non mi pare che fai la professione.
RispondiEliminasiamo fregati...
RispondiEliminaE dire che giurano e spergiuravano sul fatto che le casse non si sarebbero fuse. A questo punto non potendo contare sui periti agrari che evidentemente hanno dato delega in bianco ai loro rappresentanti, dobbiamo sperare nel sollevamento dei periti industriali.
RispondiEliminacommento del 14/10 ore 16.20
RispondiEliminaDirei che qualcuno è d'accordo ( il CNPA e i suoi zerbinati) gli altri che sono i più...... non lo sono.
Si dimostri con delibere alla mano dei Collegi Provinciali......all'ultima assemblea dei Presidenti Provinciali a Roma il dissenso degli interventi era unanime...o no.!
No...non siamo ancora fregati...pazienza che le bugie hanno le gambe corte.
RispondiEliminaCi sono tanti periti agrari,geometri e periti industriali che la fusione non la vogliono.
RispondiEliminaCiò che ci viene propinato dall'ufficialità dei Consigli Nazionali delle tre categorie, spesso sono informazioni manipolate, costruite ad arte per carpire la nostra buona fede.La realtà e ben diversa e il malumore sul territorio è molto diffuso.......e Roma lo sa benissimo.