martedì 20 gennaio 2015

PROFESSIONE DOMANI.


La professione di perito agrario è una bellissima attività intellettuale che spazia in tantissimi settori: dall'ambiente, al territorio, alla zootecnia, alla viticoltura, alle stime giudiziali e extra-giudiziali, alla contrattualistica agraria ecc.
Si opera in diversi importanti comparti dell'economia che sono fonte di PIL ( prodotto interno lordo) e di occupazione non indifferenti.
Purtroppo però ci sono risvolti negativi che penalizzano il " le nostre attività"  quali la politica e le difficoltà propositive e organizzative delle rappresentatività istituzionali della categoria ( Collegio Nazionale e Territoriali). Ci troviamo deboli all'interno ( categoria) e all'esterno (politica) con le conseguenze che ci sono sotto gli occhi e che tocchiamo con mano tutti i giorni nelle nostre attività professionali.
Costruire la nostra " professione domani" è  pertanto imprescindibile dal rivedere le progettualità della categoria e la costruzione di processi credibili e fattibili con la politica ( vera !!).
Questi saranno i temi sui quali la nuova classe dirigente ( i giovani colleghi) dovranno confrontarsi, misurarsi e impostare concreti progetti  per " Professione Domani"..... Le esperienze del recente passato ci siano di aiuto per evitare i soliti errori...... ne sono stati fatti troppi.
Buon lavoro.
P.A.

lunedì 19 gennaio 2015

FISCO......PENALIZZANTE PER I PROFESSIONISTI.

Nuovo regime fiscale forfetario, Renzi: ‘l’autogol più clamoroso’

Esecutivo pronto a modificare le norme per le Partite Iva. Studio CNA: la semplificazione degli adempimenti si sconta con maggiori tributi

Letto 18277 volte 
16/01/2015 - “Un autogol clamoroso” per il Governo. Così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito il nuovo regime fiscale forfetario per piccole imprese e professionisti, in vigore dal 1° gennaio 2015.

Nel corso di un’intervista alle Invasioni Barbariche su La7, il premier ha ammesso l’errore della nuova imposta sostitutiva al 15% per redditi fino a 15 mila euro e ha confermato la volontà di correggere la norma.

Già prima del via libera definitivo alla Legge di Stabilità 2015, infatti, Renzi aveva dichiarato che “per le giovani Partite Iva è sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi” .

Disponibile a rivedere il sistema di tassazione anche ilMinistro del Lavoro, Giuliano Poletti, che due giorni fa alla Camera ha detto che l’Esecutivo è intenzionato “ad intervenire immediatamente per modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso di quello che il Governo avrebbe voluto”.

Sugli aspetti fiscali del nuovo regime - ha detto Poletti - “sarà il Ministero dell’Economia a predisporre opportune modifiche”, mentre per gli aspetti previdenziali “confermo e mi impegno ad adottare i necessari interventi. Posso anticipare la mia intenzione di incontrare le associazioni e le figure professionali interessate da questo provvedimento nei prossimi giorni per superare i profili critici”.

“Quando ho sentito il Presidente Renzi dire che sulle Partite Iva ha sbagliato - ha dichiarato Emiliana Alessandrucci Presidente del CoLAP - mi sono sorpresa, abbiamo scritto, riscritto, pubblicato, organizzato incontri, presentato istanze, illustrato proposte alternative, configurato scenari futuri e nessuno ci ha ascoltato. Oggi è inaccettabile sentire che ‘hanno sbagliato’; hanno sbagliato perché volevano sbagliare”.

“Poletti accetta finalmente il nostro suggerimento di aprire  un tavolo con le associazioni, sarà certamente utile, ma non abbiamo più tempo da perdere, le proposte ci sono, si possono migliorare e limare, ma dobbiamo farle diventare subito progetti, realtà per salvare le professioni, per aiutare l’emersione” - ha concluso la Presidente CoLAP.

Lo Studio della CNA
E il fatto che i risparmi per chi aderisce al nuovo regime forfetario siano completamente annullati dai maggiori oneri dovuti, è confermato anche dall’Osservatorio della Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa (CNA) nello studio “Nuovi forfettari alla ricerca delle opportunità perdute” sulla tassazione delle piccole imprese. Addirittura - secondo lo studio - in molti casi i maggiori tributi pagati sono superiori ai risparmi degli oneri burocratici.

La CNA ha effettuato delle valutazioni di efficacia ed efficienza del nuovo regime fiscale destinato alle microattività economiche e professionali, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015. Sono stati valutati, da un lato, i risparmi di oneri burocratici, dall’altro il differenziale di tassazione che emerge dall’accesso al nuovo regime fiscale.

“Dallo studio - spiega la Confederazione - emerge che i risparmi di oneri amministrativi, nella generalità dei casi sono completamente annullati dai maggiori tributi dovuti. Addirittura in molti casi i maggiori tributi pagati sonno anche superiori ai risparmi degli oneri burocratici. In sostanza dal decreto emerge che la semplificazione deve essere pagata attraverso il pagamento di maggiori tributi”.

I confronti e le valutazioni di efficacia - sottolinea la CNA - non sono stati fatti rispetto al precedente regime dei minimi, ora abrogato, che prevedeva una tassazione sostituta del 5% per imprese ed autonomi con ricavi inferiori a 30 mila euro, ma rispetto alla tassazione ordinaria, ossia alla tassazione alla quale le imprese sarebbero soggette decidendo di non entrare nel regime fiscale “di favore”.

Il confronto con il vecchio regime “del 5%” - spiega la Confederazione - non è possibile per due ragioni:
- il regime abrogato del 5% si applicava solamente a chi inizia l’attività e per soli 5 anni o al compimento del 35° anno di età, mentre il nuovo regime si applicati per tutti e per sempre;
- il vecchio regime del 5% non consentiva agli imprenditori o professionisti di decidere di ridurre volontariamente i contributi previdenziali dovuti, mentre il nuovo regime concede questa facoltà, escludendo solo i professionisti.

Dalle valutazioni è stata esclusa la possibilità di ridurre i contributi previdenziali, concessa a chi entra nel nuovo regime dei minimi. Infatti, in tal caso - spiegano gli autori dello studio - l’incremento del reddito disponibile sarebbe compensato dalla decurtazione della pensione futura.

In altre parole - conclude lo studio -, con gli attuali limiti di ricavi per l’accesso al regime e l’aliquota di imposta sostituiva applicata, con una mano lo Stato dà (riduzione di oneri amministrativi) e con una mano prende (aumento delle imposte dovute), giocando sulla necessità degli imprenditori di semplicità degli oneri amministrativi.

È vero, infatti, che per le imprese individuali in contabilità semplificata e per i professionisti, le riduzioni delle imposte e le eccezioni previste nella tassazione ordinaria riducono l’aliquota effettiva di imposizione al di sotto del 15%. Ma è importante sottolineare che si tratta di riduzioni non parificabili a quelle previste per gli altri redditi da lavoro - conclude la CNA.


Per aggiornamenti in tempo reale su questo argomento segui la nostra redazione anche suFacebook, Twitter e Google+
  (riproduzione riservata)
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
DOCUMENTI CORRELATI

Normativa sull'argomento

Inserisci un commento alla news