lunedì 29 novembre 2010

ELEZIONI DEL CNPA: LE MINORANZE BEN ORGANIZZATE ALLA FINE ARRIVANO AL POTERE !

Se è vero che in generale la politica è fatta di minoranze, che danno vita a una nuova elite da contrapporre a quella presistente " corrotta, esaurita e decaduta" è altresì vero, che la nuova classe dirigente deve essere l'espressione di " un programma di lavoro concordato e condiviso".
Come anticipato nel precedente commento, è importante dotarsi di un programma " chiaro e innovativo che la nuova elite dovrà far suo e portare avanti con determinazione e trasparenza.
Non interessa se è l'elite che fa il programma o il programma che fa l'elite. Determinanti sarranno i paletti fermi del nuovo progetto condiviso......poi ben vengano candidati che si impegnano a portarlo avanti. Saranno questi i meritevoli della nostra fiducia e del nostro voto......basta alle deleghe in bianco.
E basta al demiurgo creatore isolato, solitario che si pone al di sopra del suo tempo, onnipresente e depositario della verità. Troppe sono state le scelte disastrate e " contro" per continuare a dare fiducia ai falsi messia.
Guardiamo ai fatti, alla concretezza delle cose che ci interessano e su queste, insieme, elaboriamo un nostro progetto " che sia alternativo" a quello che ci è stato propinato e propositivo di nuove idee e di una nuova classe dirigente.
Un invito allora..... proviamo a scambiarci idee e progetti su questo Blog  senza riserve mentali con chiarezza e sinteticità.
Facciamo circolare i nostri pensieri, coinvolgiamo amici e colleghi ( tutti ne abbiamo!) e  confrontiamoci sul nostro domani.
Di tempo ne abbiamo; non sprechiamolo come al solito.
Il demiurgo è sempre dietro l'angolo........
Cordialmente vi saluto.

Piermaria Tiraboschi

pt/2010/gmt/11

giovedì 25 novembre 2010

METTIAMOCI LA FACCIA ALLE PROSSIME ELEZIONI DEL CONSIGLIO NAZIONALE !

Avanti con la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari, elezioni che si terranno nel 2011 e credo che non sia prematuro parlarne oggi, perchè ci sono già in atto le manovre di " palazzo"

Attenzione quindi a non dormire, se vogliamo cambiare le cose e mi riferisco  a chi è di questa opinione , ma anche a coloro che devono ancora maturare una scelta.

 Voglio solo ricordarvi, che siamo in 16.000 iscritti ai Collegi Provinciali " liberi professionisti e non" in tutt'Italia, con il sacrosanto diritto/dovere di votare liberamente " programmi e candidati", quindi dipende solo da noi.

Vi invito pertanto, a non dare più la delega in bianco a candidati e ai Consigli Provinciali, questi ultimi i veri artefici attraverso il voto, in proporzione agli iscritti, delle scelte politiche di programma e delle nomine dei nostri rappresentanti nazionali.

Partecipate e esigete "chiarezza e trasparenza" sul programma  e su chi diventarà il futuro consigliere nazionale che dovrà essere portatore delle nostre aspettative.

I nostri futuri consiglieri nazionali dovranno essere espressione del territorio e ad esso rispondere del loro operato. Credo sia legittimo avere interlocutori, che dopo essere stati eletti, ci ascoltino e ci informino ( No..alle gestioni segretate come è stato fatto fino ad ora: bilanci non resi pubblici, aumento delle quote annuali per iscritto contro la volontà degli iscritti ecc..ecc)

Non illudiamoci, perchè se vogliamo veramente cambiare pagina rivitalizzando Consiglio Nazionale e Collegi Provinviali dobbiamo credere prima di tutto nel perito agrario e nella sua professione e essere presenti e artefici in prima persona di questo nuovo momento, altrimenti ci ritroveremo nella stessa e identica situazione di oggi......senza elite, anzi peggio, senza professione ( fusione con altri collegi ???)

Programmi e candidature vengano discusse nelle Assemble dei Collegi Provinciali e poi deliberate scelte che vincolino i Consigli Provinciali nel voto.

Ci sia la ricerca del consenso unitario a livello di Consigli Regionali e/o Coordinamenti per non disperdere energie propositive e voti per il programma e per i candidati che verranno proposti e/o si proporranno; colleghi e colleghe che mi auguro queste ultime siano tante.

Come vedete le cose da fare sono  impegnative, ma se veramente crediamo nella nostra professione non rifugiamo dai nostri diritti/doveri, perchè lamentarsi con il senno di poi........domani sarebbe inutile e deleterio. Non credete ???
E allora mettiamoci la faccia, avanti marciamo su Roma con la nostra gioiosa macchina da guerra ( ironie a parte), vincano i migliori.


Piermaria Tiraboschi

pt/2010/gmt/11

mercoledì 24 novembre 2010

NOTIZIARIO CONSIGLIO REGIONALE PERITI AGRARI DELLA LOMBARDIA- INFORMA-

Da oggi avrà inizio su questo blog " un notiziario informa" che si avvalerà delle informazioni e notizie  trasmesse da nostri colleghi e/o reperite presso enti e istituzioni.
Contiamo sulla vostra collaborazione.
PeritoAgrarioLibero



CONSIGLIO REGIONALE LOMABARDIA - PERITI AGRARI-
INFORMA 1/2010


1) il giorno 9 dicembre alle ore 12.00 (data e orario che dovranno essere confermati) presso il Palazzo Pirelli, con l’Assessorato Regionale al Territorio e Urbanistica, sottoscriveremo il Protocollo d’intesa per . “La realizzazione di iniziative dirette al miglioramento dell’efficacia delle opere di difesa del suolo attraverso la promozione di buone pratiche e la diffusione e scambio di conoscenze.” Ne eravamo stati esclusi, siamo stati inseriti. Il Tavolo Tecnico è costituito da Assessore Belotti, Ingegneri, Geologi, Architetti, Geometri. Agronomi. Agrotecnici e Periti Agrari. Un bel risultato. Il Protocollo è approvato dalla Giunta regionale e quindi il tavolo è organo istituzionalizzato. Viste le specificità della materia se qualcuno di voi ha iscritto qualche perito agrario che svolge attività professionale di progettazione di opere per il “Territorio” è pregato di comunicarmelo. Mi sforzo, ma fatica a considerarmi un tuttologo. Un ringraziamento particolare all’Assessore Belotti e alla D.ssa May per averci concesso il patrocinio del corso sui PGT.

2) Questa mattina presso la sede ERSAF ho incontrato l’Assessore ai Sistemi Verdi e al Paesaggio, e il Direttore Generale dell’Assessorato, che hanno quale competenza la gestione non solo dei parchi e delle zone – aree protette ma anche sui temi che riguardano la biodiversità, la Rete Ecologica Regionale, Mobilità dolce, Coltivazioni nelle aree protette, tutela del patrimonio forestale, EXPO per competenza. Mi ha informato che ha incontrato le organizzazioni professionali e su una mia sollecitazione ha immediatamente accolto la proposta di un incontro in Assessorato. Così come ha accolto la proposta di patrocinare, sostenere e compartecipare con propri dirigenti ad iniziative formative, di aggiornamento e di informazione dei nostri iscritti. La proposta l’ho avanzata a seguito del corso sui PGT che si è tenuto a Brescia venerdì scorso. Proprio L’Arch. Salvadori ci aveva spronati ad approfondire le tematiche attinenti la gestione delle zone protette e parchi nel contesto della pianificazione locale. Non me l’aspettavo. E’ stata una bella soddisfazione. Vi informerò delle date dell’incontro che mi verrà fissato dal Direttore Generale.

Buon lavoro a tutti
Per. Agr.Mario  Braga

pt/2010/gmt/11

martedì 16 novembre 2010

CONGRESSO NAZIONALE:IL TEMA POTEVA ESSERE UN ALTRO PER ESEMPIO:" PERITO AGRARIO - PROFESSIONE DOMANI".-

PERITO AGRARIO:  "PROFESSIONE DOMANI"  E' UN TEMA CHE CI INTERESSA E A NOI VICINO.

Apprendiamo  dall'organo ufficiale del CNPA, " il Perito Agrario" che il prossimo CONGRESSO NAZIONALE, che si terrà nella meravigliosa Sicilia, ha come tema, purtroppo: " LA GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI 10 ANNI DOPO".
Benessimo, questa la furba trovata, ma un Congresso rappresenta per una categoria professionale un importante momento di visibilità, di confronto e proposizione per la stessa e per il mondo del lavoro in cui si opererà per il prossimo futuro, mentre il tema proposto mi sembra un pò lontano dai problemi concreti che stiamo vivendo e poco attinente a quelle che sono le vere nostre preoccupazioni......oh sbaglio !
Un così impegnativo tema poteva essere affrontato presso il CNEL, la Bocconi, insomma realtà istituzionali sensibili ai problemi politico - economici della globalizzazione dei mercati, non certo un congresso di una categoria professionale, anche se il mercato è importante  per il nostro lavoro, ma credo "non prioritario" in questo momento per i periti agrari.
Forse il CNPA ha guardato troppo lontano, ha peccato di pressunzione o è il pretesto per evitare i veri problemi della nostra professione?
Una fuga.....un nascondere la testa sotto la sabbia così i problemi si evitano......paura di confrontarsi con gli iscritti in una assemblea pubblica?
Queste le mie modeste sensazioni.
Le nostre priorità sono " LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI", " LA FUSIONE DEI COLLEGI TECNICI E DELLE CASSE DI PREVIDENZA" che se attuate stravolgeranno la nostra vita professionale, il nostro lavoro, dove c'è poca informazione e chiarezza, tanta confusione sul dove andremo a finire e a cosa fare...e il CNPA ha ben pensato di " globalizzarci nei mercati" così come ci globalizzerà con i geometri e i periti industriali.
Qui siamo veramente fuori dal mondo..da ogni buon senso , un'altra occasione perduta !
Non ritenete, che  era meglio fare un " CONGRESSO PER LA NOSTRA PROFESSIONE - PERITI AGRARI: PROFESSIONE DOMANI - , ma purtroppo il nostro domani non interessa.
Incontrare gli iscritti  con un serio dibattito aperto ai problemi della riforma e del futuro nostro assetto, cercando di capire non solo quello che vuole il CNPA, che sappiamo, ma cosa vuole la categoria, dove vuole andare e cosa vuole fare, non è forse più prioritario della globalizzazione mercantile oggi e domani.
Scusate cari colleghi, ma è una presa in giro. Non ci siamo, non siamo rappresentati e guidati, non c'è un minimo di progettualità per il nostro futuro, salvo quella che ci viene propinata di sparire nella fusione con altre categorie professionali più numerose e rappresentative...però parliamo di globalizzazione dei mercati...ma cosa ce ne frega...fatemi capire la priorità.
Parliamo di cose concrete e a " NOI" vicine sulle quali possiamo decidere caro CNPA.
Basta bufale......ne abbiamo già subite tante, globalizzatevi anche voi e andate a fare un bel giro per il mondo chissà che qualcuno non.......
Cordialmente
Piermaria Tiraboschi
" il globalizzato dal mercato delle professioni"






pt/2010/gmt/11

lunedì 8 novembre 2010

Abbiamo il piacerre di segnalare una interessante iniziativa del Consiglio Regionale della Lombardia e del Collegio Provinciale di Brescia dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati.
Iniziativa che rientra nel " Progetto Formazione e Sviluppo" della attività professionale della nostra categoria e che in futuro avrà altri momenti di aggiornamento su altri temi di primo piano che  rientrano nelle competenze acquisite dalla nostra professione.


Piermaria Tiraboschi
 PeritiAgrariLiberi 



CONSIGLIO REGIONALE  LOMBARDIA         COLLEGIO PROVINCIALE DI BRESCIA


                               DEI PERITI AGRARI E PERITI AGRARI LAUREATI

                                                            ORGANIZZANO

CON PATROCINIO DI: 
                                
                                 REGIONE LOMBARDIA - TERRITORIO E URBANISTICA
                                  PROVINCIA DI BRESCIA - ASSESSORATO AGRICOLTURA
                                  ISTITUTO ARTIGIANELLI - BRESCIA



venerdi'  19 novembre   2010

Corso per Periti Agrari e Periti Agrari Laureati

presso ISTITUTO ARTIGIANELLI di Brescia

Aula “Baldo” - Salita da Piazzale Arnaldo, via Avogadro - Parcheggio interno


PGT - PIANI DI GOVERNO

DEL TERRITORIO



ore 9.00 - 10.30: Arch. Walter Callini

Direzione Programmazione e Pianificazione Territoriale Territorio Regione Lombardia

“La l.r. 12 2005 e la I.r. 12/6, principi ispiratori e aspetti applicativi”



ore 10.30 - 13.00: Arch. Salvadori Mauro

Studio Barba/Salvadori, co-estensori PTCP Provincia di Brescia

“Il Documento di Piano, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi”


ore 13.00 - 14.30  Pranzo presso Istituto Artigianelli


ore 14.30 - 16.30: Per. Agr. Braga Mario

Presidente CRPA e membro del Consiglio di Amministrazione ERSAF

“La relazione - Il sistema agricolo - nei PGT”


ore 16.30:          Dr.  Per. Agr. Caprioli Sergio

Presidente del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati di Brescia

“Chiusura del corso”



• Quota di iscrizione € 100,00 da versare alla segreteria del Collegio dei Periti Agrari e


Periti Agrari Laureati di Brescia, entro il 16 Novembre 2010


per informazioni: Tel. 030.40043 • e-mail: info@peritiagraribrescia.it


• Ai partecipanti verrà rilasciato un ATTESTATO DI FREQUENZA


• Il corso prevede l’acquisizione di 6 crediti formativi.

mercoledì 3 novembre 2010

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA DEI PERITI AGRARI: LETTERA AI CAPIGRUPPO DELLA CAMERA E DEL SENATO SULLA RIFORMA DELLE PROFESSIONI.

Di seguito pubblichiamo un'interessante intervento del Presidente del Consiglio Regionale Lombardo dei Periti Agrari Mario Braga.
Un contributo al dibattito sulla " riforma delle professioni" e al progetto " COGEPAPI" cioè alla fusione delle professioni tecniche di geometri, periti agrari e periti industriali in  "un unico ordine e cassa di previdenza".
Sono alcune riflessioni e come tali aperte al confronto e alla promozione di una dialettica nella categoria che aiuti a informare, capire e interpretare le scelte future della nostra professione.
Ripeto ci sono stati e ci sono troppi " silenzi" da chi ci rappresenta sul come verrà regolamentato, organizzato e gestito  " il nuovo ordine professionale teorizzato" e sul quale " noi iscritti non sappiano niente"  se non notizie molto generiche e confuse. Leggendo e rileggendo i documenti ufficiali del CNPA( come mi è stato consigliato !!!!) di chiaro c'è poco......non prendeteci in giro !!!! 
PeritiAgrariLiberi

DOCUMENTO


CONSIGLIO REGIONALE PERITI AGRARI E PERITI AGRARI LAUREATI DELLA LOMBARDIA


Manerbio 02/11/2010
Prot. 06/10

Ill.mi Onorevoli Capigruppo

Camera dei Deputati


Senatori Capigruppo

Senato della Repubblica



Colleghi Periti Agrari

Periti Agrari Laureati

Loro Sedi

Oggetto: Le riforme vanno affrontate per riconoscere le qualità che contribuiscono e favoriscono il miglioramento della nostra civiltà.


Ill.mi Capigruppo, cari Colleghi

pur con la consapevolezza del limite assegnatomi dallo spazio della scrittura che può suscitare un qualche interesse e dovendomi rivolgere al recinto di uno spazio angusto, non posso sottrarmi dall’esprimere alcune considerazioni in merito alla proposta di riforma delle professioni intellettuali e all’istituzione del COGEPAPI.

Un cambiamento che per la sua intrinseca complessità ha impegnato e sta impegnando le nostre istituzioni e molti gangli della società organizzata in modo assiduo e particolare. A tutti loro mi sovviene esprimere un sincero sentimento di gratitudine.

I cambiamenti quando sono profondi esigono, però, letture che siano altrettanto ampie e articolate, oltreché abbiamo l’ambizione di esprimere modelli che volgano la loro prospettiva ad orizzonti qualificanti, sia per chi li propone che per l’intera società.

Approcciarsi alle categorie intellettuali, soprattutto oggi, di fronte a dinamiche che si collocano nell’ambito di confini territoriali ampi (L’Europa), con uno sguardo rivolto a quel “villaggio globale” che quotidianamente ci interroga, non può circoscriversi a richieste anguste di questa o di quella categoria. A questo a quel problema che scaturisce nell’ambito di singole professioni intellettuali.

Ricercare un nuovo modello libero professionale che sappia riconoscere le vecchie e nuove professioni intellettuali e le collochi nell’ambito di un contesto economico-professionale, significa fare uno sforzo maggiore, più impegnativo, ma non per questo meno lungimirante.

Ed allora credo che alcune domande fondamentali, quanto indispensabili vadano poste a fondamento del nostro agire prospettico.

E la prima forse, la più scontata e semplice, è quella che attiene al ruolo delle professioni intellettuali. Un ruolo da tutti riconosciuto a voce, ma che grazie alle particolarità delle stesse è sempre stata affrontata in modo circoscritto. È così anche oggi. Il Ministro Alfano ha proposto una riforma per tutte le categorie, dimenticandosi che alcune (Sanitarie, Avvocati, Notai, Commercialisti ecc.) una riforma la stavano perseguendo da tempo e che le loro categorie non possono essere “connesse” con altre per quelle funzioni che si sono affermate quali soggetti sostituti di funzioni pubbliche. Inoltre mai le categorie sono state ammesse ai tavoli di concertazione dei Governi con l’economia e i lavori.

La seconda è quella che deriva da percorsi di riforma del modello di istruzione – universitario e di istruzione e formazione professionale, la seconda di competenza Costituzionale delle Regioni, che ancora fatica (salvo qualche eccezioni in rare regioni che hanno avviato qualche timida sperimentazione) a comporsi.

Non hanno certo aiutato le continue modifiche apportate al primo progetto Berlinguer dai Ministri De Mauro, Fioroni, Moratti, Mussi e Gelmini. Oggi, grazie anche a sollecitazioni del mondo produttivo, un qualche recupero delle funzioni tecniche, proiettate nel quadro di un modello che eleva l’asticella della professionalizzazione, sembra riacquisire cittadinanza. Un inciso, e me ne scuserà il Signor Ministro dell’Istruzione, anch’io sono convinto che la nostra “scuola” debba modernizzarsi mettendo in movimento le intelligenze educative e professionalizzanti. Anch’io credo, però, che questo immane sforzo debba essere accompagnato da un progetto chiaro e da un sostegno economico adeguato.

La terza, discende sempre dal modello d’istruzione, d’istruzione e formazione professionale e universitario che pur potendo attuarsi in piena autonomia nazionale, non può che collocarsi nell’ambito delle linee e degli indirizzi fissati dall’Unione Europea. Se non altro perché di quest’Europa noi Italiani dovremmo sentirci orgogliosi protagonisti. L’U.E. sappiamo si sta muovendo su binari di partenariato diffuso e quindi su percorsi non obbligati ma partecipati. Ricordiamo insieme che nel documento Strategia Europa 2020 il Presidente Barroso fra i tre obiettivi principali (crescita intelligente, sostenibile e inclusiva) ha presentato sette iniziative faro. Una di queste riguarda “Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro” onde modernizzare i mercati occupazionali e consentire alle persone di migliorare le proprie competenze in tutto l’arco della Vita (Basterebbe recuperare il libro Bianco di Edith Cresson) … E fra le iniziative faro il Presidente Barroso indica lo “Youth on the move”. L’obiettivo è aumentare l’attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore e migliorare la qualità generale di tutti i livelli dell’istruzione e della formazione nell’U.E. combinando eccellenza e equità mediante la mobilità degli studenti e tirocinanti …” . Ma la riforma delle professioni intellettuali si è collocata in questo contesto di visione internazionale?

La quarta, attiene alla relazione fra professioni intellettuali e le Istituzioni Costituzionalmente riconosciute (Regioni, Province, Comuni). Lo abbiamo già evidenziato nel primo punto. Le professioni intellettuali sono e rimangono riferimento di ogni società evoluta per favorirne la crescita quantitativa e qualitativa. I servizi nei paesi moderni debbono stare al passo con le dinamiche innovative ed evolutive. Le professioni intellettuali, solo in Italia, sono state invece marginalizzate nell’ambito di burocratici controlli, verifiche affidate al Ministero di Giustizia. La pseudo visione di funzione pubblica non risponde certo alle domande di una moderna società. (fatte salve le competenze di alcune categorie che sono chiamate a svolgere funzione pubblica: Avvocati, Commercialisti, Medici.) Qualche tentativo di recupero di questi ritardi è stato messo in atto inserendo le categorie libero professionali nell’ambito degli Organismo del CNEL, ma ciò non basta. Come può una categoria che deve relazionarsi con la propria Regione, che ai sensi del dettato Costituzionale ha competenze proprie e concorrenziali, trascinarsi sul piano di una mera e burocratica rappresentanza “pubblica” nazionale? Una contraddizione che certamente provoca e promuove dinamiche estranee alle rigide normative libero professionali.

Viviamo il rischio, forse la certezza, che mentre a Roma si discutono norme superate a Brescia, come a Siracusa nuove figure professionali offrano risposte di alta qualità alle domande di una società moderna. La nostra società e la nostra economia non possono aspettare i ritardi o le visioni distorte del legislatore. Le società per tenere il passo rincorrono processi di autorganizzazione che, frequentemente, il legislatore codifica e riconosce in fasi postume.

La quinta, è derivante dal ritardo che il sistema economico, produttivo e sociale ha subito a causa di una difficoltà, oserei definirla mancanza, di relazione diretta e permanente con le professioni intellettuali. L’Italia vive ancora una sorte di dicotomia strutturata fra i gangli dell’economia e coloro che sono chiamati ad offrire risposte intellettuali di alta qualità. Il riferimento più evidente è la legge 580 istitutiva delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura. In questa sede oggi sono collocati alcune professioni che pur non essendo riconosciute come intellettuali prestano ed offrono servizi intellettuali. (Albi: Agenti affari in mediazione, periti ed Esperti …).

Non possiamo nascondere che questo tema ne ingloba anche un altro quello delle società professionali oggetto di continue controversie fra professioni intellettuali e imprese.

La sesta, riguarda la rappresentanza delle professioni intellettuali in Ordini e/o Collegi. Cosa ci sia di pubblico nel rappresentare, tutelare e promuovere le funzioni, competenze delle professioni intellettuali tecniche mi riesce difficile comprenderlo. Quando un tecnico svolge funzioni “pubbliche” incaricato da qualche Tribunale lo fa rispondendo del proprio operato a quella Istituzione della Giustizia che è regolata da proprie norme. Si leggono inoltre, nelle proposte di riforma delle libere professioni motivazioni astruse, incomprensibili, assolutamente poste al di fuori del contesto e delle dinamiche delle professioni e della società.

Unire più Collegi più Ordini non costa meno. Anzi in alcuni casi i costi saranno decuplicati.

Unire i Collegi non determina maggiore efficienza rappresentativa se ancora in questo Paese ci si ostina a considerare Enti Pubblici le rappresentanze dei professionisti. Il riferimento alla funzione pubblica è servita a troppi organi centrali per bloccare, rallentare le dinamiche di crescita della categoria. Una affermazione certamente molto forte ma che è suffragata dal fatto che ai Collegi e Ordini, a detta di alcuni loro Consigli Nazionali, sia impedito di fornire strumenti di informazione, servizio, supporto dinamico e qualitativo. Molti Collegi e Ordini, sfidando alchimistiche interpretazioni giuridiche provocate da un sistema superato centrale, hanno tollerato l’istituzione di organismi regionali (relazioni con l’Ente Regione). Hanno promosso l’istituzione di fondazioni per la formazione. Hanno pensato di strutturare parallelamente organi di servizi (consorzi, cooperative, enti vari ecc.).

Unire più Collegi e/o Ordini non determina il miglioramento della rappresentanza che in dinamiche di percorsi delle competenze tende ad elevarsi sempre più sia per i diplomati (Corsualità formativa permanente anche all’estero), che i Laureati di primo livello (vedremo cosa provocherà la riforma dell’università, dopo il rilievo del parziale fallimento di questi percorsi universitari atti a recuperare i drop-out e a valorizzare le competenze acquisite), sia per i laureati (i Master sono diventati ormai uno dei fattori di completamento dei percorsi universitari).

La settima. L’unione di più categorie intellettuali non può determinare anche la fusione delle rispettiva Casse di Previdenza. Vi troppi fattori e elementi, normativi, gestionali, storico strutturali che ne determinano una evidenza impercorribilità. Anche l’eventuale, quanto improbabile e improponibile, fusione delle Casse non determinerebbe affatto un miglioramento della qualità della gestione delle stesse. Basti rilevare le strutture e i bilanci delle diverse Casse categoriali per rilevare quanto da me affermato (documentate anche in relazioni della Commissione parlamentare del Lavoro);

L’ottava. Vi sono comparti, settori che più di altri sono coinvolti da processi di trasformazione. Questi, in Europa, come nel mondo, sono riconducibili all’agricoltura. L’Europa si è avviata occupandosi di agricoltura. Oggi questo comparto viene riproposto alla propria centralità, in quanto riferimento essenziale della gestione territoriale, ambientale e di nuova economia. (Green Economy). L’Europa e l’Italia saranno chiamati a impegni e politiche particolari per favorire iniziative di apertura commerciale per i settori del futuro, come prodotti e tecnologie “verdi” e prodotti e servizi ad alta tecnologia …. ( in primis le energie rinnovabili).

E se la crescita sostenibile per l’Europa e per l’Italia deve … promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva … occorre che anche le Professioni Intellettuali Verdi siano pronte ad affrontare la sfida. Rimuovere la finzione di servizi gratuiti da offrire ad un agricoltura di sussistenza e di limitata professionalità è e sarà uno degli obbiettivi che l’Europa e l’Italia dovranno perseguire. L’agricoltura rappresenta la più alta sfida che l’Europa e l’Italia dovranno affrontare per rilanciare la nostra economia e la qualità del nostro vivere.

Risponde a queste domande, riflessioni una riforma che promuove il COGEPAPI?

La risposta è talmente chiara ed evidente che forse ci si deve chiedere perché i Consigli nazionali dei Periti Agrari, dei Periti Industriali e dei Geometri insistano, si ostinino così convintamente su questa strada, pur con un dissenso territoriale ampio e maggioritario.

Forse chi opera sul territorio ha una visione più ampia e concreta di chi opera, da troppo tempo, senza ricambio (gli Ordini e i Collegi non hanno limiti di mandato) in sedi che la modernità del nostro Paese ha già superato.

Ed infine, tornando nell’ambito della mia categoria, Il Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, sono tentato di pensar male, peccando senza incorrere in errore, se ritengo che chi non ha nulla da proporre consegna i propri tesori residuali ad un interlocutore maggioritario in cambio di un posto al sole.

Scusandomi per le battute forse un poco eccessive, spero che questa mia, oggetto di condivisione diffusa non solo nella Regione lombarda, possa trovare accoglimento, quale contributo alla riflessione.

Pensare alle riforme, con un respiro lungo, deve impegnarci ad individuare percorsi che agevolino il raggiungimento delle mete dello sviluppo, della crescita e delle qualità intellettuali.

Ne gioverà la nostra Italia e la nostra Europa.

Distinti saluti

                                                                     Mario Braga
Presidente  CRPA



martedì 2 novembre 2010

PROFESSIONI: AVANTI LA RIFORMA E I TECNICI STUDIANO LA FUSIONE.

Sono notizie riportate dalla stampa nazionale (Italia Oggi del 27/10/2010 pag. 39).
Prosegue quindi la discussione sulla riforma ( proposta Siliquini che tanto piace al CNPA) in Commissone Giustizia alla Camera.
In concomitanza, i tecnici ( i Consigli nazionali dei geometri, periti agrari e periti industriali) studiano la fusione ( per portarsi avanti e essere pronti a dare il via alle procedure costituenti il nuovo ente ).
Ma cosa stanno studiando ?
Se non è di troppo disturbo, vorremmo sapere e/o avere qualche notizia anche noi...( noi iscritti). Un minimo di informazione non ci dispiacerebbe, anche perchè  vorremmo capire quale fantomatico " nuovo ordine si vuole realizzare e soprattutto come verrà organizzato"anche perchè diventerà la nostra futura casa professionale, se le cose dovessero andare come auspicano i tre CN.
Personalmente, non sono così ottimista come invece  appare sulla stampa di " regime" anche se i timori di colpi di testa della politica  sono sempre dietro l'angolo.
Una cosa temo...i silenzi. Troppe volte il CNPA si è tricerato dietro i silenzi e poi abbiamo visto delle belle sorprese.... o no !!!
PeritiAgrariLiberi
pt/2010/gmt/07