mercoledì 31 marzo 2010

OSSERVAZIONI SULLA CASSA DEI PERITI AGRARI E BILANCIO CONSUNTIVO 2009 - di Giancarlo Moretti

NEWSLETTER n. 6    30 marzo 2010  di Giancarlo Moretti


OSSERVAZIONI SULLA CASSA ED IL BILANCIO CONSUNTIVO 2009

Nella seduta del Comitato del 23 marzo 2010, con largo anticipo rispetto agli anni precedenti, è

stato esaminato e approvato il consuntivo 2009 della nostra gestione. Lo stesso deve considerarsi

pressoché definitivo perché, pur dovendo essere visto anche dal Consiglio di Amministrazione

dell’ENPAIA, questo passaggio è una mera presa d’atto; dopo di che verrà, come chiesto ed

approvato dal Comitato, pubblicato sul sito dell’ENPAIA. Ritengo perciò doveroso rispettare questi

impegni senza anticiparne la pubblicazione.

Tuttavia considerato che le Assemblee annuali dei Collegi Provinciali dei Periti agrari si svolgono

in questo periodo, con all’o.d.g. l’approvazione dei bilanci, forse è utile fornire qualche commento

al bilancio della Gestione previdenziale, rinviando a dopo la pubblicazione l’esame di aspetti più

specifici che eventualmente saranno richiesti da alcuni collegi e/o singoli iscritti.

L’impegno che ho preso quando mi sono candidato, è quello di creare un dialogo più aperto e

continuo con gli iscritti, sia sull’attività dei componenti eletti sia sull’evolversi della situazione

economico finanziaria.

Sono convinto che la scarsa informazione che arriva ai singoli iscritti, non per colpa di qualcuno in

particolare e tantomeno dell’Enpaia, alimenta sospetti e ipotesi, a volte fantasiose, sugli

investimenti e sul futuro in generale della agoniata pensione e sullo “stato di salute” della Cassa

Gestione Separata dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati.

Da tempo ormai si parla di unificazione degli Albi (famigerato Co.Ge.Pa.Pi.) e della conseguente


unificazione o fusione delle Casse corrispondenti. Chiarisco subito che il mio parere non è mai


cambiato e pertanto rinvio i lettori ad altre “News” dedicate all’argomento. E’ pur vero che il mio


parere sul “Co.Ge.Pa.Pi.” conta quanto quello di un qualsiasi iscritto, ma sulla questione che


riguarda le Casse, no.

Voglio ricordare a tutti che sono stato l’unico ad inviare un programma elettorale con specifici punti


da perseguire (anche se questo ha infastidito quelli, che con i loro comportamenti, si qualificano


sempre più come “servi sciocchi”) e intendo rispettarli. In particolare il punto 5) del mio


programma: “no” alla fusione delle Casse.

Se quel programma elettorale era, come si può vedere, molto chiaro, altrettanto chiaro è stato il

giudizio degli elettori “previdenti”:

2

1) dandomi la preferenza, il 60% dei votanti della Circoscrizione “Nord Italia” ha condiviso il

programma;

2) alle riunioni di “sondaggio di fattibilità” per l’unificazione della nostra Gestione previdenziale

con le Casse di previdenza delle categorie del “CO.GE.PA.PI” sono sempre stati incaricati altri

Consiglieri, ma non il sottoscritto (ovvio, visto come la penso);

3) da tempo circolano voci ed articoli (su altre riviste di categoria e sull’audizione parlamentare)

di un documento firmato nel quale risulta l’impegno anche della nostra Gestione

all’unificazione con le altre Casse;

4) però l’Ente ENPAIA, su mia precisa domanda, ha smentito categoricamente di avere

sottoscritto alcunché e al Comitato Amministratore della previdenza dei Periti Agrari non è mai

arrivata in discussione nessuna delibera di unificazione;

5) la richiesta di unificazione degli albi presuppone (in teoria a valle ma in pratica a monte, per

non ripercorrere le problematiche dei Dottori Commercialisti ed i Ragionieri) una fusione

anche delle rispettive Casse;

6) allora (tornando alle voci che circolano) chi ha firmato quel documento? Con quale


autorizzazione? Cosa riporta? Il solo pensare che un “accordo” di unificazione esista, senza che


il Comitato Amministratore sappia nulla, è cosa di una gravità assoluta;

7) e fa un certo effetto vedere che ultimamente agli incontri (vedi Fiorenzuola D’Arda)

partecipano autorevoli Colleghi, ma non designati dagli iscritti ad occuparsi di ENPAIA;

8) l’attuale bilancio appena approvato dal Comitato Amministratore conferma la solidità della

nostra Gestione, la sostenibilità futura ed il buon rendimento, superiore addirittura a quello

della stessa ENPAIA, con riserve notevoli per potere portare avanti idee e progetti di qualificati

servizi per gli iscritti (la polizza professionale, ad esempio, ma anche una migliore

rivalutazione del montante, ecc.);

9) una cosa deve essere chiara: il futuro previdenziale dei Periti Agrari che professano non può

essere deciso da chi la professione non la esercita, da chi alla Gestione non è iscritto;

10) parlando di unificazione delle Casse, oltre al confronto dei bilanci e della sostenibilità futura

delle singole Casse (per la nostra confermate dall’Attuario, per le altre forti perplessità sono

espresse da un esperto previdenzialista da noi incaricato), ci sono anche altri problemi. Ad

esempio vorremmo sapere come hanno deliberato gli altri in merito alla legge 247/2007;

11) con questa legge il Governo, dal 1 gennaio 2010, ha modificato i coefficienti (su cui si calcola

la pensione) di trasformazione del montante per il periodo dai 57 ai 65 anni compresi. In altre

parole coloro che al compimento dei 65 anni vogliono andare in pensione se la ritroveranno più

bassa. Le singole Gestioni però possono, salvo approvazione del Governo, mantenere le più

favorevoli condizioni di prima (per gli ultra-sessantacinquenni) e così ha deciso di fare il

Comitato Amministratore della Gestione dei Periti agrari. La domanda è: gli altri come si sono

regolati, vista l’insostenibilità dei conti di alcune Casse?;

12) mantenere più alti i coefficienti su cui calcolare le pensioni è un “lusso” che la nostra Gestione

previdenziale può permettersi. Le altre (quelle nelle quali “qualcuno” vorrebbe includerci)

possono permettersi di fare altrettanto?

Credo che gli argomenti da sviscerare siano molti e giustificata appare un’assemblea generale sulla

Cassa come qualcuno chiede, purché a parlare siano quelli che ne hanno titolo.

E veniamo ora al commento ai dati del bilancio consuntivo 2009. Le riassumo così:

3

A) Gli iscritti attivi (compresi 152 pensionati attivi) sono 3.163 con un calo di 40 (erano 3.203 a

fine 2008). I numeri sconfessano perciò la vantata “politica di incremento” usata a pretesto per

avere un contributo dalla Gestione per i Congressi dell’Albo.

B) Nel 2009 si sono avuti 131 nuovi iscritti, ma i cancellati sono stati 171.

C) I pensionati al 31.12.2009 erano 313, di cui 34 pensioni di reversibilità e 1 di invalidità (spesa

complessiva 381.000).

D) Sono 824 cancellati con diritto di prestazione al raggiungimento del 65° anno.

E) Sono 10 le domande di maternità accolte per una spesa di 56.000 euro.

F) I contributi: Soggettivo = 5.135.000 euro (in leggero aumento, 5.028.000 nel 2008)

Integrativo = 1.500.000 euro (in leggero aumento, 1.488.000 nel 2008)

Maternità = 26.000 euro (26.000 nel 2008)

G) Le entrate totali comprensive di sanzioni, interessi, contributi anni pregressi, riscatto, ecc.

sono di 7.518.000.

H) Il coefficiente di capitalizzazione è pari al 3,32% (per un importo pari a 1.901.000); la

rivalutazione delle pensioni in essere del 3,2% (pari a 98.000).

I) L’Avanzo di gestione è pari a 1.252.000, in quanto la rendita finanziaria è stata del 4,92% al

netto delle imposte.

J) le spese di gestione sono molto basse: quota forfettaria (4%), spese postali, consulenze legali,

spese elezioni, ecc. per soli 375.000.

K) Il patrimonio totale è di 83.423.000 euro; quello netto di 9.114.000 euro.

Con numeri simili è doveroso un ringraziamento all’Ente ENPAIA ed ai Colleghi per il buon

andamento ed il continuo consolidamento. Per altri, quelli che vorrebbero “unificarsi” si tratta di una

gran bella “dote”: vedremo di non regalargliela ma di fare in modo che porti frutti ai soli Periti agrari

“previdenti”.

VISITA IL SITO -> www.peritiagrariliberi.it

martedì 30 marzo 2010

BOTTARO, ORLANDI: IL CONFRONTO CONTINUA

Ci sono stata trasmesse e di seguito pubblichiamo per una informazione corretta, la comunicazione inviate dal Presidente Bottaro ( su propria carta intestata) ai Collegi Provinciali degli Agrotecnici e dal Presidente Orlandi  ai Collegi Provinciali dei Periti Agrari e degli Agrotecnici.

Comunicazione del Presidente Bottaro
(Su carta personale)

Via E.Filiberto 257 – 00185 Roma – 06.7720.9363 – fax 06.77208475


andrea.bottaro@pec.peritiagrari.it

Andrea Bottaro

Perito Agrario

Ai Presidenti

dei Collegi degli Agrotecnici

e degli Agrotecnici Laureati

Trasmessa via e-mail

Caro Presidente,

come è noto in questo periodo la mia persona e la mia Categoria hanno

ricevuto, da più parti, attacchi di inusitata violenza sia verbali, con lettere e

nella stampa.

Ma come ho precedentemente annunciato in tutte le occasioni

sono sereno e tranquillo e Le comunico che, al fine di abbreviare il periodo di

attesa, ho chiesto l’anticipazione della Camera di Consiglio prevista per il mese

di febbraio 2011, e all'udienza del 19/03/2010 il Giudice per le Indagini

Preliminari presso il tribunale di Forlì, dr.ssa Luisa Del Bianco, ha provveduto a

dichiarare improcedibile le mie imputazioni per il capo relativo all'invio al sig.

Roberto Orlandi di una lettera contenente un proiettile di marca Fiocchi cal.

7.65, in quanto già dichiarato estraneo ai fatti in data 12.05.2009 e quindi il

mio nome non può in nessun modo essere associato a tale episodio.

Ha rinviato gli altri adempimenti relativi al messaggio di

molestie/minacce al 09.04.2010.

Un primo importante passo, che Le chiedo di portare a

conoscenza del Suo Consiglio e degli Iscritti, poi, dopo questo momento

cercheremo ti trovare le recondite motivazioni di quanto è stato fin qui portato

avanti con determinata cattiveria a danno anche della Categoria dei Periti

Agrari.

Cordiali saluti

Andrea Bottaro

 
 
 
Comunicazione del Presidente Orlandi
( Carta intestata del Collegio Nazionale degli Agrotecnici)
 
Roma 26 marzo 2010Roma, 26 marzo 2010


Prot. n. 1186 OR/ml Ai Presidenti dei Collegi degli Agrotecnici

e degli Agrotecnici laureati

LORO SEDI

e-mail

Ai Presidenti dei Collegi dei Periti agrari

e dei Periti agrari laureati

LORO SEDI

e-mail

Alle persone in indirizzo

LORO SEDI

e-mail

Nell’odierna mattinata sono pervenute allo scrivente decine di segnalazioni

relativamente ad una lettera che Andrea Bottaro, attuale Presidente del Collegio Nazionale dei

Periti agrari, ha inviato ai Presidenti dei Collegi degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (e

presumibilmente anche ad altri soggetti) con la quale egli si premura di dare informazioni circa

l’esito di un procedimento penale che lo riguarda; per chi non l’avesse ricevuta, si allega tale

lettera.

E’ appena il caso di ricordare che il procedimento penale in questione (n. 3679/2009

RGNR del Tribunale di Forlì), in cui il Bottaro è imputato, riguarda una miserevole vicenda di

intimidazioni e minacce, portata avanti per oltre due anni ed avente come obiettivo la legittima

dirigenza dell’Albo professionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati; quell’azione

intimidatoria venne attuata in molti modi (lettere anonime diffamatorie, messaggi telefonici di

minaccia e finanche con l’invio di un proiettile di pistola) e lo scrivente presentò sempre denuncia

all’Autorità Giudiziaria.

Le puntuali indagini che ne seguirono, pur non riuscendo ad individuare gli ignoti autori di tutte le

delittuose azioni compiute, per alcune di esse portarono all’individuazione del responsabile

nella persona del Bottaro, nei confronti del quale (il 17 novembre 2009) la Magistratura emise un

Decreto penale di condanna.


- 2 -

La stampa nazionale (fra gli altri: il settimanale IL MONDO; il quotidiano “ITALIA

OGGI” e, da ultimo, il mensile “L’AGROTECNICO OGGI”) si è ripetutamente occupata della

vicenda (per chi interessa, un articolo è pubblicato anche sul settimanale “IL MONDO” in uscita

oggi nelle edicole) ed agli articoli pubblicati si rimanda per chi desiderasse maggiori

approfondimenti.

Il Bottaro impugnò il Decreto penale che lo aveva condannato chiedendo il “giudizio

abbreviato”, con udienza svolta il 19 marzo 2010, ed è precisamente agli esiti di quella udienza

che egli fa riferimento nella sua lettera odierna, se non che le notizie che fornisce non rispondono

al vero, e ciò basterebbe -unitamente alla vicenda che l’ha visto protagonista- a qualificarlo.

La presente nota è perciò resa al solo scopo di evitare che, nel silenzio di una corretta

informazione, una sapiente opera di mistificazione venga confusa con la realtà; pertanto:

1. Non risulta che il procedimento penale n. 3679/2009, relativo alle vicende per la quale il

Bottaro è imputato, avesse “…una Camera di Consiglio prevista per il mese di febbraio 2011”.

2. Parimenti, non essendoci nessuna Camera di Consiglio prevista a febbraio 2011, l’imputato non

poteva chiederne l’anticipazione.

3. Bottaro si è semplicemente limitato ad impugnare il Decreto penale che lo condannava nei 10

giorni successivi dalla sua notifica (il termine è tassativo) chiedendo il rito abbreviato

(comporta, fra l’altro, un automatico sconto di pena); l’udienza venne fissata e si è

effettivamente svolta il 19.3.2010.

4. In quella sede l’avvocato del Bottaro (l’imputato non era presente) ha chiesto che venisse

riconosciuta l’improcedibilità di un reato e l’intervenuta prescrizione per l’altro.

5. Il Pubblico Ministero (cioè la Pubblica accusa), da parte sua, ha ritenuto di riformulare l’accusa

con una nuova aggravante.

Di fronte a questa novità processuale, evidentemente imprevista, la difesa del Bottaro ha

rinunciato alla discussione e “chiesto i termini”, cioè il rinvio del dibattimento al 9 aprile

prossimo.

6. Dunque è falso che il Giudice dott.ssa Luisa Del Bianco abbia “provveduto a dichiarare

improcedibili” le imputazioni a carico del Bottaro per l’invio di un proiettile insieme ad una

lettera di minaccia, per il semplice motivo che una tale dichiarazione richiede l’emissione di

una sentenza o di una ordinanza a seguito di una discussione di merito, che non si è svolta,

essendo stata rinviata al giorno 9 aprile 2010 per espressa richiesta dell’avvocato dell’imputato.

- 3 -

Peraltro, a prescindere dalla rilevanza penale dei fatti oggetto del procedimento (che

comunque sarà deciso il 9 aprile prossimo, con una sentenza di assoluzione o di condanna), non

sfugge a nessuno che l’indagine abbia fatto emergere fatti indiscutibili (perché accertati dalle

forze dell’ordine oppure documentalmente provati) che appaiono difficilmente compatibili con la

rappresentanza di una categoria professionale (e probabilmente con qualunque forma di

rappresentanza) e che non possono essere nascosti o risolti inseguendo la prescrizione o l’errore di

procedura.

Si desidera altresì ricordare che lo scrivente ha denunciato alla Magistratura reati

compiuti da autori allora ignoti, perché nascosti dall’anonimato, e che sono state le indagini svolte

successivamente dagli organi di Polizia giudiziaria a risalire alla responsabilità personale del

Bottaro; da parte di chi scrive e della categoria degli Agrotecnici mai sono state proposte denuncie

ad azioni penali contro l’ente “Collegio Nazionale dei Periti agrari” ovvero contro questa categoria

professionale, che riteniamo essere composta nella sua generalità da validi colleghi e che,

purtroppo, si trova ad essere lei stessa la principale vittima dei comportamenti disonorevoli di chi

avrebbe dovuto invece rappresentarla con adeguatezza.

Siamo certi che la categoria dei Periti agrari troverà, nell’etica che l’ha sempre

contraddistinta e nel suo nobile passato, la forza di fare pulizia al proprio interno, prima ancora e

senza la necessità di interventi di Autorità esterne.

Si ricorda infine che, sui fatti attualmente all’esame della Magistratura, in Parlamento

sono state presentate due interrogazioni parlamentari, che per completezza qui si allegano.

Si coglie l’occasione per formulare i migliori auguri di una Santa Pasqua.

Cordiali saluti.
                                       Roberto Orlandi
                                       Presidente

venerdì 26 marzo 2010

MA TU, TIRABOSCHI NON TI VERGOGNI MAI ?

Cari amici questo è il commento ( dei soliti ignoti che sono noti !!!) che mi è arrivato oggi sul blog in merito alla interrogazione al Senato del Sen. Bevilacqua ( di seguito pubblicata).

Debbo dire onestamente, che l'intervento mi ha sollevato seri interrogativi esistenziali e ovviamente momenti di riflessione.
Ma a parte l'ironia. la battuta del " collega" si fa per dire, sembra una stronzata ( come forse lo è) ma di fatto nasconde seri problemi etico-comportamentali per chi la pensata e scritta.
 E' un pensiero, che poi diventa convinzione manipolatrice dei fatti, della realtà, dell'informazione che non ci deve essere, del comunicare quello che si vuole e quando si vuole, della trasparenza che non sa da fare, dell'agire correttamente con bon ton, della misura delle cose che non esiste, dell'avere coscienza dell'agire, quale...ecc.ecc..
Davanti a questo ciarpame etico morale, di che che cosa mi devo vergognare....caro collega?
Di aver aperto un Blog ( peritiagrariliberi) per i periti agrari che non sono come voi vorreste che fossero " asserviti". Che vogliono, ( correttamente e educatamente) portare le loro idee, opinioni, critiche, dissenso, suggerimenti, esperienze per confrontarsi e dialogare, che altrimenti non verrebbero sentiti non avendo altri strumenti. Lei caro collega che è un "organico al sistema" che frequenta, deve capire che c'è chi non è organico al suo sistema, che la può pensare in un altro modo e di questo  non deve vergognarsene.
Ma per Lei è difficile capire.....lo so e Le sono vicino mi creda.
Vede, io sono per la trasparenza, per informare non per l'omertà che è la Sua natura; anticamera delle anomalie comportamentali che sono sotto gli occhi di tutti.
Io non sono stato " ne inquisito, ne condannato" e dovrei vergognarmi ?
Non so allora cosa dovrebbero fare altri.....?
Propongo attraverso il Blog le mie opinioni, il mio dissenso e quelle di tanti altri amici colleghi di tutt'Italia.
Dò informazioni ufficiali e pubbliche, che altri dovrebbero dare e non danno e Lei dovrebbe saperlo.
E allora...mi devo vergognare ???
Suvvia, si ravveda con umiltà Le farà bene, perchè mi sembra un pò nervosetto.
Un caro saluto
                                   Piermaria


pt/2010

CO.GE.PA.PI: E' GIA' OPERATIVO !

Pubblichiamo di seguito, il comunicato stampa congiunto Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali ( il cosideto COGEPAPI) in merito alla riforma degli Istituti Tecnici.
Pm. Tiraboschi


CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI


COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

C o o r d i n a m e n t o C O G E P A P I – 0 0 1 8 7 R o m a , v i a d i S . B a s i l i o , 7 2

COMUNICATO

STAMPA

Dopo la riforma degli istituti tecnici il chiarimento di ministero e ordini professionali

Il diploma non basta più per esercitare una professione intellettuale.

Serviranno altri anni di studio

Il diploma non basta più per esercitare una libera professione tecnica, come indicato dall’UE che ha

richiesto, con una propria direttiva sin dal 21 dicembre 1988, una formazione di almeno tre anni dopo il ciclo

di studi secondario superiore (post-Bac), per il riconoscimento dei titoli professionali a livello comunitario.

Allo scopo di dissipare ogni dubbio interpretativo, i regolamenti di riordino degli istituti tecnici e

professionali di cui all’articolo 64, comma 4, del decreto 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6

agosto 2008, n. 133”, emanati dal presidente della Repubblica il 15 marzo 2010, hanno ridenominato i titoli

finali di studio degli istituti tecnici e professionali come diplomi di “istruzione tecnica” e diplomi di

“istruzione professionale” con l’indicazione dei relativi indirizzi.

Sono state così superate le vecchie denominazioni dei titoli che tanti equivoci hanno provocato in passato,


riproposti anche nelle scorse settimane da comunicazioni non corrette, che non hanno messo in evidenza che


i titoli di “Geometra”, “Perito Industriale”, “Perito Agrario” e “Ragioniere” possono essere conseguiti solo a


seguito dell’abilitazione all’esercizio delle relative professioni in base alle norme vigenti.

La necessità di richiamare l’attenzione delle istituzioni scolastiche e degli altri soggetti interessati sulla

necessità di dare corrette informazioni ai giovani e alle loro famiglie è stata ribadita dagli stessi

rappresentanti del ministero, il direttore generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica

Mario Dutto e il direttore generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i

sistemi informativi delle regioni Maria Grazia Nardiello, che si sono incontrati presso la sede del ministero

con i presidenti di geometri, periti agrari e periti industriali (Fausto Savoldi, Andrea Bottaro e Giuseppe

Jogna), confermando l’impostazione dei tre consigli nazionali: la nuova istruzione tecnica non è più

inquadrabile come scuola terminale ai fini di una professione intellettuale. Il nuovo diploma, quindi, dovrà

essere considerato solo come titolo necessario per l’accesso alle università e agli istituti tecnici superiori e

non come titolo per accedere agli albi professionali. Un passaggio determinante che rappresenta un

importante passo avanti per restare ancorati all’Europa.

I tre presidenti si sono dichiarati soddisfatti di un incontro che ha avuto un preciso obiettivo: fare chiarezza

sulle confuse interpretazioni che della norma hanno dato perfino gli stessi dirigenti dei sistemi scolastici

regionali. Creando sconcerto, poi, tra i professionisti che ad un certo punto hanno visto traballare gli stessi

principi chiave della riforma che invece rappresenta un importante passo in avanti verso una formazione

adeguata agli standard europei. Erronee interpretazioni che, per esempio, hanno fatto credere che il nuovo

titolo (diploma di istruzione tecnica) rilasciato dai futuri istituti tecnici sarebbe stato valido per accedere al

praticantato, poi all’esame di stato e quindi all’albo professionale. Magari tratti in inganno dalla definizione

stessa di professione, così come si legge nella norma, che è altra cosa rispetto a quella di “professione

intellettuale”. La prima, infatti, forma i soggetti che possono esercitare una professione nel vasto campo della

produzione, la seconda ha una prerogativa diversa e come tale deve essere trattata, perché dispone della

capacità creativa e quindi di sviluppare autonomamente progetti.

Non si può comunque non sottolineare come questa riforma persegua il serio e intelligente proposito di

uniformare il sistema di formazione e classificazione delle professioni intellettuali tecniche in soli due livelli

formativi: il primo caratterizzato dalla laurea triennale o da un periodo di formazione post-secondaria

equivalente, il secondo dalla laurea quinquennale o specialistica. Concepire un terzo livello vorrebbe dire

tagliare fuori dal panorama delle professioni intellettuali i futuri tecnici che usciranno da questi istituti.

Roma, 25 marzo 2010

Per ulteriori informazioni: Benedetta Pacelli, cell. 3396098097pt/2010

NUOVA INTERPELLANZA AL SENATO DEL Sen. BEVILACQUA della Calabria

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 353

del 23/03/2010

BEVILACQUA

-

/Al Ministro della giustizia/ - Premesso che:

con decreto penale n. 1810/2009 del Tribunale di Forlì il signor Andrea

Bottaro nella sua qualità di Presidente del Collegio nazionale dei

periti agrari e dei periti agrari laureati è stato condannato a giorni

15 di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria, per avere

minacciato il Presidente di un albo professionale "concorrente"

attraverso messaggi inviati sul telefono cellulare ed infine con l'invio

dì messaggi di morte accompagnati da un proiettile di pistola presso

l'ufficio di quest'ultimo;

nel corso delle indagini, svolte dall'Arma dei Carabinieri, è emerso che

nella sua attività criminosa il Bottaro si era servito di beni

(/computer/ e telefoni) di proprietà del Collegio nazionale dei periti

agrari, che è un ente pubblico non economico vigilato dal Ministro della

giustizia. L'utilizzo di beni di proprietà dell'ente è dimostrato dal

sequestro di un /computer/ del Collegio, avvenuto nel corso di una

perquisizione svoltasi il 14 febbraio 2008 a Roma, avendo i militari

dell'Arma rinvenuto in quel /computer/ un /file/ contenente il numero

telefonico non anagrafato da cui partivano i messaggi di minaccia al

Presidente dell'albo concorrente;

il comportamento delittuoso del Bottaro, come accertato nel decreto

penale di condanna, ne ha gravemente compromesso la reputazione e

dignità, facendo venire meno i requisiti di probità richiesti ai

professionisti iscritti negli albi ed in particolare a chi viene

chiamato a ricoprire i più alti uffici. Nello specifico risulta peraltro

integrata la fattispecie prevista dall'art. 1 del codice deontologico

degli iscritti nell'albo dei periti agrari, ai quali è richiesta una

"condotta civile e morale irreprensibile" laddove gli stessi sono

soggetti a procedimento disciplinare obbligatorio (art. 2 del codice)

"per tutti i fatti che, anche non riguardanti l'attività professionale,

abbiano riflesso sulla sua reputazione professionale o danneggino

l'immagine della categoria", e quindi, in ragione di quanto sopra, il

Bottaro dovrebbe essere cancellato o perlomeno sospeso dall'albo;

non essendo questo avvenuto, ed anzi avendo il Bottaro tentato di

nascondere i fatti, sia non informando alcuno (neppure i componenti il

Consiglio nazionale) che imponendo il silenzio ai dipendenti del

Collegio nazionale, alcuni Consiglieri, avuta tardiva conoscenza della

vicenda, chiedevano al Bottaro di assumersi le proprie responsabilità,

perlomeno rassegnando le dimissioni dalla carica, altro non fosse che

per l'oggettivo conflitto che si è venuto ad instaurare fra la persona

fisica di Andrea Bottaro (colpevole di avere utilizzato beni di

proprietà del Collegio nazionale per attività private illecite,

macchiandosi così del reato di peculato, oltre agli altri reati) ed il

suo ruolo di Presidente legale rappresentante dell'ente danneggiato;

per risposta il Bottaro non solo non si dimetteva ma faceva intervenire

alla riunione del 6 febbraio 2010 del Consiglio nazionale, che discuteva

la richiesta di dimissioni, il suo avvocato di fiducia;

tale circostanza è paradigmatica dell'insostenibile conflitto di

interessi fra la persona fisica del Bottaro e la carica ricoperta,

laddove il Collegio nazionale dei periti agrari, che in questa vicenda

risulta essere parte danneggiata, dovrebbe costituirsi parte civile nei

confronti del suo Presidente, a ciò impedito dalla presenza del Bottaio

nel Consiglio stesso, determinando così una situazione di grave danno

per l'ente, per tacere poi del fatto che il Collegio nazionale è organo

di appello di secondo grado per i procedimenti disciplinari adottati dai

Collegi locali, laddove il Bottaro (obbligatoriamente soggetto ad un

procedimento disciplinare, secondo quanto dispone il codice

deontologico) si troverebbe a dover giudicare in fase di riesame il

provvedimento che lo riguarda;

in un caso analogo accaduto nel 2005 presso l'albo nazionale dei dottori

agronomi e forestali, il Ministero della giustizia commissariò il

Consiglio nazionale dell'ordine degli agronomi in ragione dell'analogo,

grave conflitto di interessi che riguardava la Presidente di quella

categoria, Dina Porazzini, laddove anch'essa rivestiva la doppia,

insanabile posizione di imputata di reati in danno dell'ente

rappresentato e contestualmente di legale rappresentante dell'ente

danneggiato,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della descritta situazione

di oggettivo ed insanabile conflitto, che vede Andrea Bottaro nella

contemporanea veste di imputato per reati in danno del Collegio

nazionale dei periti agrari o comunque svolti utilizzando beni di

proprietà del predetto ente ed al tempo stesso di legale rappresentante

dell'ente danneggiato;


se non ritenga, ove persista il rifiuto del signor Andrea Bottaro di

rassegnare le proprie dimissioni dalla carica, di dover procedere al

commissariamento del Consiglio del Collegio nazionale, allo scopo di

consentire la tutela e la corretta salvaguardia degli interessi di

questa categoria professionale.

(4-02890)

__________ Informazione NOD32 4975 (20100325) __________

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pt/2010

giovedì 25 marzo 2010

IMPEGNO E TRASPARENZA NEL COMITATO DI GESTIONE DELLA CASSA DEI PERITI AGRARI. di Giancarlo Moretti.

Tempestivo , qualificato  e ricco di passione, l'intervento del collega Per. Agr. Dott. Giancarlo Moretti, componente eletto nel Cominato di Gestione della Cassa dei Periti Agrari presso l'Enpaia.
Caro Giancarlo, sul Tuo operare non ho dubbi, ci mancherebbe, mi permetto solo di ricordare ( agli altri componenti ) che sarebbe utile, che il Comitato di Gestione, nella sua collegialità  esprimesse pubblicamente con informative  e/o comunicato stampa, Le proprie decisioni in merito alla ipotesi (ufficializzata pubblicamente dal sig. Bottaro, Presidente CNPA) di una futura fusione delle Casse Periti Agrari, Geometri e Periti Industriali.
Su questo tema ci vuole il massimo della trasparenza è "un legittimo diritto degli iscritti" .Quindi il Comitato  si assuma le proprie responsabilià.
Evitiamo  di alimentare inutili allarmismi e si smentisca  chi sta operando senza titolo .
Pm. Tiraboschi

Riscontro al commento di Vittorio T. sul Blog dei Peritiagrariliberi  di Giancarlo Moretti.

Francamente sono imbarazzato nel rispondere e non perchè non sappia che dire ma per la disinformazione che riscontro, anche in chi ci ha sostenuto. Tacciare me di inoperosità e/o di avere solo fatto campagna elettorale significa ingratitudine. Ho aperto un sito a mie spese già 5 anni fa per dare info (ho rifiutato la piccola pubblicità per non alimentare sospetti), partecipo a quasi tutte le riunioni sempre con documentazione alla mano. Due anni fa sono stato a cinque assemblee provinciali portando ed illustrando la situazione(a mie spese). Se non mi invitate significa che preferite "blatterare" tra Voi senza avere nemmeno la conoscenza di come è composto il Comitato e quali le funzioni. Ho scritto decine di lettere ed ho un archivio informatico con tutte le mail in arrivo e partenza con oltre mille missive per lo più relative all'enpaia.

Premesso ciò vi è poi una regola, quella della maggioranza, alla quale bisogna sottostare se trattasi di opinioni. (ricordo a tutti che io mi opposi ad una delibera presa a maggioranza 8-1 sono componenti il Comitato anche il Pres. ENPAIA, il Vicepres. e il Rappresentante del Ministero rivolgendomi al Collegio sindacale ed ottenendo ragione ) chiaro che si trattava di concessione di un contributo a mio avviso, e non solo mio visto l’esito del ricorso, non legittimo.

Chi va sul sito www.peritiagrariliberi.it trova quasi ingiallite le mie considerazioni sulla ipotetica fusione delle casse quindi trovo noioso ripetermi. Il Comitato ha a maggioranza più volte deciso di inviare un proprio rappresentante alle riunioni per assumere le dovute info necessarie per una compiuta valutazione della fattibilità (evidente che non potevo essere io l’inviato). Il Comitato ristretto dei sei eletti dagli iscritti non avrebbe comunque la facoltà di decidere. In un Comitato di dicembre ho ufficialmente chiesto all’ENPAIA se vi sono documenti firmati da qualcuno circa l’adesione all’unificazione. La risposta è stata un No perentorio anche da parte di chi ha partecipato ad alcuni incontri. Se poi qualcuno altro del comitato o peggio del Nazionale, di Sua iniziativa, ha firmato qualcosa senza avvisarci questo non mi risulta. Il collega Braga ha diffidato il collega di turno autorizzato a partecipare agli incontri del Co.Ge.Pa. Pi. a rappresentarlo ed a parlare anche a nome Suo. Più chiari di così. Già nell’articolo che commentiamo si ricorda che alle riunioni, Lonato-Reggio Emilia ecc. esponenti del CNPA dicono che si sta valutando e poi, in altre sedi, gli stessi dichiarano che la cosa è in dirittura d’arrivo. Il problema dell’informazione non è un problema di oggi e nemmeno relativo al solo tema enpaia. Già nel 2004 scrissi che qualcuno della mistificazione ne ha fatto un mestiere. In alcune riunioni alle quali ho partecipato in rappresentanza del Collegio di Vicenza ho chiesto il biglietto dell’autostrada e il gasolio come rimborso, quindi il gettone enpaia è speso ampiamente ancora prima di vederlo. Tralasciando le cose venali vorrei aggiungere che anche per la questione INPS (non Giusti perché non è un problema del singolo ma degli iscritti enpaia attivi) posso dire con orgoglio che il comitato ha fatto tutto quello che era nella Sua facoltà con tempestività e guarda caso tutti compatti. Che poi altri, come loro costume e tradizione , vogliano prendersi la paternità delle iniziative intraprese , non mi sorprende e non mi interessa. Chi non conosce la vicenda compiutamente dovrebbe avere il garbo di informarsi adeguatamente e poi fare il proprio commento. Ieri in ENPAIA abbiamo, con largo anticipo, approvato il bilancio consuntivo 2009 ma soprattutto abbiamo chiesto che venga, dopo l’approvazione da parte del Consiglio, pubblicato sul sito enpaia così come lo forniscono a noi. Questo lo ritengo non solo un atto di trasparenza ma anche un esempio per altri Enti e dovrebbe impedire di fare ipotesi fantasiose o distorte (vedi mozioni).

Rimango a disposizione di chiunque necessiti di chiarimenti sia per chi condivide che soprattutto per coloro che legittimamente sono critici o hanno perplessità sull’operato dei componenti che invito però a munirsi di documenti: bilanci, delibere, verbali, interpelli ecc..così come faccio io quando vengo invitato.

Mi firmo per esteso: Giancarlo Moretti

pt/2010

mercoledì 24 marzo 2010

PENSAR MALE...... spesso ci si prende ?

 ( L'indovinello filosofico per.il buon perito agrario..... di domani)

Male non è il potere come tale, la capacità di realizzare quel che uno vuole, ma solo il potere di esercitare la coercizione, di forzare altri uomini a servire la propria volontà con la minaccia di far loro danno. ( ?)

Altresì, la coercizione è un male perchè impedisce a una persona di utilizzare completamente le sue facoltà mentali e di conseguenza gli impedisce di dare il maggior contributo di cui è capace.(?)

Per contrario libero è, chi ha la possibilità  di agire in base alle sue decisioni e ai propri progetti utilizzando le proprie conoscenze, diversamente da chi è soggetto alla volontà di un ALTRO che con una decisione arbitraria può costringerlo ad agire e a non agire in determinati modi.(?)

Libero è, insomma, chi è indipendente dall'arbitraria volontà di un altro. ( Autoconvocazione di Lonato)

E la libertà dei singoli individui è necessaria per il buon funzionamento del sistema........( il nostro, capito"???)

Chi possiede tutti i mezzi, controlla tutti i FINI. (?)

Chi controlla tutta l'attività finanziaria, controlla tutti i mezzi per tutti i nostri fini: è lui che decide, dunque, quali di questi fini debbono essere soddisfatti e quali no. (?)

(  p.s.Quando avrai risposto a tutti i punti di domanda, avrai risolto l'indovinello)
Ciao
Socrate

pt/2010

UNIVERSITA' E PROFESSIONI : NON IN LINEA - di Elia Sandrini

Pubblichiamo di seguito un interessante intervento del Collega Per. Agr. Dott. Elia Sandrini, libero professionista e Presidente del Collegio dei Periti Agrari di Verona. Un fattivo contributo di idee e riflessioni sul delicato problema della riforma universitaria e dei processi di integrazione con " la professione".
Un tema culturale che interessa la categoria ( editoriale del  Per. Agr. Bottaro sul " Il perito Agrario n. 1/2010) e sul quale vogliamo aprire un dinamico confronto.
Pm. Tiraboschi

Il problema è molto semplice. In Italia si è fatto quello che in qualsiasi altro paese al mondo non si fa. In Italia, unico paese a livello europeo, è stata fatta la riforma dell'università e, quindi, degli studi universitari ancor prima della riforma delle professioni. Ma non solo, in quanto le professioni hanno dovuto adeguare i requisiti di accesso agli esami di abilitazione e, di pari passo, agli albi professionali in base ai titoli di studio sfornati dal MIUR.


Il colmo è che la riforma delle professioni in Italia non è ancora compiuta a distanza di tempo dalla riforma universitaria. C'è stato univocamente un dovuto adattamento dei regolamenti professionali degli albi per l'inclusione del laureato breve, quale nuova figura accademica e, purtroppo, professionale.

La cosa strana è che l'Italia, famosa per arrivare ultima in tutte o quasi le innovazioni normative, è stata la prima sul fronte universitario ad adeguarsi al sistema tipicamente anglosassone (bachelor + master).

A questo punto è lecito chiedersi a chi giovava e a chi è giovato un andamento riformatorio di questo tipo: completo sul profilo della preparazione universitaria con due titoli accademici (laureato triennale e laureato specializzato) e parziale, se non totalmente incompleto, su quello professionale.

Forse al mondo del lavoro? Alla richiesta di Confindustria o altre sigle di categorie lavorative? Ai vari settori lavorativi (industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi, ecc.? Alla sanità?

O, forse, molto più semplicemente è servito solo al mondo universitario per aprire nuove cattedre, per aprire nuove sedi decentrate (ormai tutti i capoluoghi di provincia hanno la loro sede universitaria, decentrata o non), ad assumere una serie di persone precarie da diversi anni?

La verità sappiamo tutti da che parte sta.

Non per nulla anche la qualità dei corsi di laurea triennale e la preparazione che viene fornita è di bassissima qualità.

Le Università sono state svilite del loro ruolo. Sono ormai viste da chi le frequenta (in particolare gli studenti) come un esamificio.

Forse, vien da dire, che il mondo universitario era invidioso delle Università della Terza Età che ormai si trova in tutti i Comuni italiani con più di 10.000 abitanti.

A parte le battute si dimostra ancora una volta come in Italia il mondo della formazione culturale pubblica sia lontano mille miglia dal mondo del lavoro.

Il problema non è quello di una università pubblica oppure privata. Il problema è che l'Università deve essere, come nella maggior parte del mondo e, specialmente negli USA, un'azienda che deve dare risultati economici. Si tratta di creare una competizione tra le Università convertendole in centri di ricerca dell'eccellenza, dove i risultati devono essere dati a chi le finanzia. Che sia lo Stato o i privati o entrambi non importa.

Se guardiamo all'Università italiana stiamo guardando sempre più ad una casa di riposo, dove i professori rimangono sino alla loro morte, anziché lasciare spazio ai giovani bravi e promettenti. Per fortuna non gli è permessa la sepoltura, altrimenti le sedi universitarie diventerebbero anche dei cimiteri.

Negli Usa chi vuole rimanere all'interno del mondo accademico deve essere responsabile di progetti di ricerca. E la prima volta che ti va a monte un progetto, sei fuori. Anche perchè spesso si parla di progetti da centinaia di migliaia o di milioni di dollari. E chi paga ha diritto ad avere un risultato, negativo o positivo che sia ma di altissima qualità e affidabilità.

E il privato sa dove rivolgersi. Non va a chiedere all'Università più economica (come succede in Italia), ma a quella che pur essendo la più onerosa, sa benissimo che i risultati forniti possono essere sinonimo di garanzia ed altissima qualità.

E se i giovani italiani già durante il loro iter di studi vanno all'estero si rendono immediatamente conto delle differenze, fin troppo palesi. E non pochi di questi giovani, ci ritornano all’estero e, spesso, per fermarsi per tutta la vita.

Sparare sulla croce rossa ormai non è, come diceva Rinciotti nell’articolo, criticare il sistema 3+2, ma, ahimé, è criticare l’Università italiana con tutti i suoi ormai ultradecennali problemi (dalle baronie ai concorsi truccati e predestinati, dalla semplificazione scandalosa dei programmi di studio con le lauree triennali alle prove a quiz, dai docenti pensionati che messi fuori dall’ateneo muoiono perché non sanno fare altro nella vita che occupare un posto pubblico ai giovani promettenti che alzano i tacchi per andarsene speditamente all’estero a far fruttare le loro capacità e abilità, ecc.).

Il drammatico, però, arriva anche dal mondo professionale (ordinistico e collegiale) che nel tempo, nonostante la creazione del Comitato Unitario per le Professioni, non ha saputo far sentire la sua voce nei confronti dei governi e dei ministeri come il MIUR.

Anche questo mondo sta diventando sempre più velocemente una nuova croce rossa.

Il perché è presto detto: troppi personalismi, troppi campanilismi, troppe divisioni.

Gli Ordini più avveduti (come gli Ingegneri) avevano visto lungo, sin dall’inizio, le conseguenze della riforma universitaria e sempre dall’inizio vi si erano opposti con tutte le sue forze.

La maggior parte degli Ordini e dei Collegi professionali sono invece rimasti alla finestra, fantasticando su un incremento del loro numero di iscritti sulla base del laureato triennale.

Al di là degli andamenti economici mondiali o locali, il sistema anglosassone non potrà attecchire in Italia sul fronte lavorativo, per svariati motivi. Il nostro mondo lavorativo non è specializzato come all’estero, non riconosce sotto il profilo economico il grado di studi di una persona (un dottorato di ricerca prende meno di un operatore ecologico), le organizzazioni categoriali e sindacali stanno sempre più togliendo opportunità di lavoro e competenze professionali (servizi e consulenza) al mondo delle libere professioni includendolo in quello dei Centri di Assistenza di vario genere (fiscale, previdenziale, agricolo, ecc.), i governi di centro destra e centro sinistra spalleggiano il mondo professionale solo nei momenti di campagne elettorali per poi scomparire del tutto, ecc.

Il fatto di partorire un titolo accademico triennale e poi lasciarlo in mano al mondo delle professioni perché decida come utilizzarlo, la dice lunga, molto lunga, su chi è stato l’artefice di tale gravidanza.

Affinché il titolo triennale avesse qualche speranza di successo nel nostro paese, bisognerebbe fare due cose che per noi italiani sono da fantascienza: l’abolizione del valore legale di studio e l’abolizione degli albi professionali (tutti compresi: anche notai, avvocati e medici, che più di uno voleva mantenere, nonostante l’eliminazione di tutti gli altri).

In fin dei conti già l’Unione Europea con diverse direttive e regolamenti in ambito professionale si limite a richiedere esclusivamente l’esperienza professionale di chi compila determinati progetti o valutazioni (leggasi Direttiva Habitat, Valutazioni di Impatto Ambientale, Valutazioni di Incidenza Ambientale, ecc.).

A questo punto sarebbe il mercato (domanda/offerta) a governare sotto tutti i profili e a riconoscere le capacità e i meriti delle persone sulla base delle prestazioni (servizi e consulenza) fornite.

Ma penso che questa sia pure utopia per un paese che aspira a progredire solo a suon di promesse elettorali, tanto da destra quanto da sinistra, e per un paese in cui gli interessi da tutelare sono solo quelli delle caste (Università, Partiti politici, Sindacati, Ordini/Collegi professionali, 5 regioni autonome, ecc.) e mai quelli del cittadino singolo.

Elia Sandrini



pt/2010

martedì 23 marzo 2010

LAUREA BREVE, PROBLEMI CON L'ACCESSO AGLI ALBI PROFESSIONALI

Laurea breve.
Problemi con l'accesso agli albi professionali.

Criticare la riforma del 3+2 negli ultimi tempi è diventato come sparare sulla Croce rossa. È troppo presto per fare un bilancio, però bisogna ammettere che al di fuori degli atenei l'accoglienza riservata alle lauree triennali è piuttosto freddina. Anzi, potremmo dire che non si perde occasione per impallinare la riforma.

L'ultimo fronte riguarda l'iscrizione agli albi professionali.

Appena cinque mesi fa quasi 335 mila giovani sono arrivati alla laurea di primo livello e si sono guadagnati il fatidico titolo di “dottore” . Il 3+2 è stato innegabilmente un successo da due punti di vista: ha aumentato il numero di laureati e ha ridotto la durata dei loro studi. Oggi ci si laurea in media a 27 anni e oltre la metà degli studenti si laurea in corso (175 mila su 335 mila).

Ma quale futuro aspetta questi neo-dottori quando si lasciano alle spalle la soglia della facoltà?

Gli esperti di mercato del lavoro (e anche i primi dati sulle assunzioni) confermano che i laureati triennali sono visti come “super-diplomati”. Personale altamente specializzato in una materia, ma al quale manca la piena formazione e la maturità che ci vogliono per assumere responsabilità direttive . Se la maturità si può acquisire col tempo (ricordiamo che un laureato triennale in corso esce dall'università a 21/22 anni), per la formazione è necessario sudare ancora qualche anno sui libri. È il paradosso di una riforma che veniva propagandata come il definitivo avvicinamento dell'università alle esigenze produttive delle imprese.

Le cose non vanno meglio nel settore pubblico. Una recente circolare del Ministero della Funzione Pubblica, infatti, stabilisce che i laureati triennali non possono partecipare alle selezioni della Scuola superiore della pubblica amministrazione, e quindi non possono ambire alla dirigenza.

L'ultima tegola riguarda l'accesso al mondo delle professioni.

È vero che gli ordini professionali sono un'invenzione tutta italiana, è vero che – almeno in linea di principio – favoriscono il diffondersi di comportamenti corporativi, però finché ci sono bisogna fare i conti anche con loro.

In tema di accesso agli ordini professionali per i laureati triennali, la norma di riferimento è il DPR 5 giugno 2001 n. 328 , “Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove per l'esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei relativi ordinamenti”.

Le professioni considerate dal DPR 328/2001 sono: dottore agronomo e dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo.

Il DPR 328/2001 prevede, all'interno degli albi professionali, l'istituzione di 2 sezioni distinte in ragione del titolo di studio: la sezione A destinata ai possessori di laurea specialistica, e la sezione B destinata ai possessori di laurea triennale.

Prendiamo il caso degli ingegneri. Le facoltà di ingegneria anticiparono la riforma rispetto alle altre e quindi si dispone di qualche dato di confronto.

Il DPR 328/2001 prevede che ai così detti “ingegneri junior” possano essere affidate «la progettazione, la direzione dei lavori, la vigilanza, la contabilità e la liquidazione relative a costruzioni civili semplici, con l'uso di metodologie standardizzate», oppure ancora «le attività che implicano l'uso di metodologie standardizzate». Ma cos'è un progetto semplice? Cos'è una metodologia standardizzata? In altre parole, come sapere se un ingegnere junior è o non è abilitato a firmare un certo progetto?

Questa incertezza scoraggia i committenti dall'affidarsi ad ingegneri junior, per evitare il rischio di vedersi bocciato il progetto in quanto firmato da una persona priva di titolo. Ma scoraggia anche i giovani ingegneri ad iscriversi alla sezione B dell'albo: dalle 2004 unità del 2002 sono scesi alle 1661 unità del 2004.

In conclusione, la laurea triennale come canale d'accesso al mondo delle professioni è – fin'ora – un fallimento.

La stragrande maggioranza dei laureati di primo livello sembra decisa a evitare il problema, se è vero che il 70% non si ferma al titolo triennale ma si iscrive alla laurea specialistica.

Tratto da: UNIMAGAZINE
a firma di Gino Rinciotti

pt/2010

CNEL: CAMBIA L'ECONOMIA DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI.

 / Cambia l'economia europea delle professioni intellettuali .

Le professioni intellettuali sono state al centro del forum che si è svolto al Cnel

Le professioni intellettuali sono state al centro del forum che si è svolto al Cnel 'Libere professioni, quadri senior e cooperative del sapere nella nuova organizzazione europea del lavoro intellettuale', che ha visto la partecipazione di importanti personalità, il Presidente della Legacoop Giuliano Poletti, il Vice-Presidente della Camera Rocco Buttiglione, Stefano Zappalà relatore della direttiva europea sulle professioni. "Dal 1° dicembre 2009, con l'avvio della Strategia di Lisbona che vuol realizzare il cambiamento economico post-crisi, si colloca in un ruolo centrale il sistema dell’economia delle professioni con delle innovazioni. In primo luogo si pone il profilo della trasversalità professionale, la creazione di servizi nella logica della mobilità europea delle professioni e in terzo luogo la formazione per tutto l’arco della vita attiva", ha spiegato Corrado Rossitto presidente della Ciu nella sua relazione.



"In Italia - si legge in una nota della Ciu - non si è ancora proceduto ad adeguare in modo organico gli ordinamenti delle professioni liberali alla nuova realtà economica ma anche al quadro europeo delle qualifiche di cui abbiamo, peraltro, registrato i primi cenni nell'accordo che la Ciu ha sottoscritto con il governo, sulle linee guida per la formazione, con le altre parti sociali".



"Vi è una duplice mobilità - sostiene la Ciu - che si afferma nel mercato del lavoro europeo: quella volontaria e quella necessitata. Perciò si sta creando un doppio mercato: alte professionalità in crescita e altre professionalità stagnanti. Ma vi è una condizione: formazione specializzata per tutto l'arco della vita lavorativa, al fine anche di facilitare la mobilità all’interno del contesto nazionale ed europeo in quanto diventa una chiave fondamentale per conservare l'occupazione e il reddito. Cioè per avere una nuova occupazione sarà opportuno andare laddove lì si collocherà la nuova offerta per continuare a lavorare".



Per questi motivi la Ciu mette a disposizione la propria esperienza nazionale ed europea, per realizzare una formula organizzativa adeguata al cambiamento quale quella delle 'Cooperative del Sapere', onde favorire la circolazione dei liberi professionisti e dei quadri all'estero e fornire la possibilità di affrontare la concorrenza di altri Paesi in Italia. La costituzione delle 'Cooperative del Sapere' multidisciplinari ha altresì come obiettivo 'l'Occupabilità', per i quadri senior in difficoltà occupazionali.



"Inoltre - ha concluso Corrado Rossitto - preoccupa per l'occupazione dei giovani, uno studio della Commissione europea sulla legislazione, i regolamenti ed i codici di condotta per le professioni liberali dove l'Italia, assieme ad Austria e Lussemburgo, sarebbe tra i Paesi in cui è più complesso esercitare la professione seguiti poi da Germania, Francia e Grecia. Il Belgio, la Spagna e il Portogallo avrebbero sistemi via via meno complessi fino agli Stati in cui le normative per le professioni liberali risultano più flessibili e liberali come il Regno Unito, la Svezia, i Paesi Bassi, l'Irlanda, la Finlandia e la Danimarca".
Fonte: Labitalia 19 Febbraio 2010

pt/2010

RISCHIO CASSA DI PREVIDENZA DEI PERITI AGRARI ? DOVE LA VOGLIONO PORTARE E CON CHI ?

Se ne sentono di tutti i colori e si alimenta confusione e poca chiarezza. Come al solito il CNPA in queste cose è un maestro.

Ecco le ultime.

Il Presidente Zanna ( Presidente del Coordinamento Regionale dell'Emilia Romagna) in una recente riunione a Piacenza, presente il Presidente Nazionale, ha fornito informazioni sull'azione svolta dal Comitato Gestore della cassa dei Periti Agrari ( mi sembra che non ne faccia parte, ma andiamo avanti) dichiarando che è stato predisposta la documentazione utile (da chi è stato fatto????) alla costituzione dell'Albo Unico ( il famigerato CO.GE.PA.PI.) evidenziando l'autonomia dai Consigli Nazionali ( i quali non hanno nessuna legittimità sulle scelte delle Casse; cosa ovvia e scontata anche se non rispettata) e la " CONDIVISIONE", previa verifica, tuttora in corso da parte degli esperti " Attuatari e Previdenzialisti" incaricati dalle rispettive casse, dei principi contenuti nel documento finale da portare all'attenzione del Ministro Alfano ( cioè la fusione della nostra Cassa con quella dei geometri e periti Industriali. Ma gli iscritti dell'Emilia Romagna sono d'accordo ??).

Il Presidente CNPA  Bottaro, in comunione con i presidenti nazionali di geometri e periti industriali, ha presentato con atto ufficiale e pubblico ( vedasi la rivista dei periti industriali Opificium. Ovviamente sul Perito Agrario non c'è traccia dell'iniziativa!!!!!!!) la richiesta di unificazione delle categorie professionali e l'unificazione delle Casse di Previdenza dei periti agrari, geometri e periti industriali. Iniziativa,quest'ultima, smentita a Lonato e Reggio Emilia dal Presidente Bottaro. A questo punto a chi dobbiamo credere? alle dichiarazioni del Presidente negli incontri con la categoria o agli articoli sui giornali...a Voi la scelta !

Il Comitato Gestore della Cassa dei Periti Agrari, recentemente eletto e composto da sei membri ( periti agrari),. nella sua collegialità non mi sembra ,che abbia assunto una precisa posizione ufficiale in merito alla proposta del CNPA di fusione della Cassa. Considerato che sono gli unici legittimati a rappresentare gli iscritti  ( in CNPA non ha nessuna legittimità) essendo  eletti con voto diretto  dei periti agarri, dovrebbero essere i soli portatori delle istanze . Credo, e sarebbe opportuno, fare un pò di chiarezza su una questione tanto delicata per il nostro futuro. Il Comitato Gestore della Cassa, faccia una dichiarazione inequivocabile di dissociazione dalle scelte del CNPA e relativi accoliti, con un deliberato da inviare a tutti gli iscritti e ai Collegi Provinciali.

Interpellino e convochino poi in " Assemblea Straodinaria" gli iscritti alla Cassa per discutere e affrontare i temi scottanti della fusione. Mi sembra il minimo che si debba fare per i loro rappresentati....non Vi sembra ?
Cari amici, i Periti Agrari iscritti alla Cassa, quelli che versano i soldini, sono a mio modesto parere ,gli unici legittimati a decidere sul futuro dell' Ente. Gli altri non hanno nessun titolo in particolare il Collegio Nazionale.

Una piccola richiesta al sig. Zanna e al CNPA. Ci spieghino come stanno di salute finanziaria le altre Casse, in particolare quella dei Geometri. Ciò, sarebbe utile per capire dove ci volete portare.

Come ho ribadito in un recente commento su questo Blog, attenzione, perchè ci stanno sfilando dalle tasche oltre alla Professione anche la Pensione..........poi a 65 anni è tardi rammaricarsi!

Piermaria Tiraboschi. 

pt/2010

venerdì 19 marzo 2010

IN SILENZIO..... IL CONSIGLIO NAZIONALE CORRE NELLA SUA RICHIESTA DI "FUSIONE" DEI PERITI AGRARI CON GEOMETRI E PERITI INDUSTRIALI E DELLE CASSE DI PREVIDENZA.

Sembra  strano, ma è vero!
Se i Periti Agrari vogliono avere delle informazioni in merito all'evolversi della riforma delle professioni il codidetto " COGEPAPI", cioè l'unificaione delle categorie professionali dei geometri.periti agrari e periti industriali attraverso la costituzione di un unico ordine denominato " dei tecnici laureati per l'ingegneria" e delle rispettive casse di Previdenza, non devono rivogersi al Consiglio nazionale e tanto meno leggere " Il Perito Agrario" ( su questi temi non una parola - vedi il n. 1/2010). Sono argomenti tabù, non un commento, una informativa...perchè? Tutto è rinviato sulla rivista  " OPIFICIUM" dei periti industraiali a pag. 14 nell'articolo " Il nuovo ordine che verrà" c'è tutto quello che il Presidente Bottaro ha fatto e sta facendo senza informare la Categoria. Un comportamento curioso, non vi sembra? Perchè tanta omertà su un problema che tocca direttamente la nostra professione e il nostro lavoro. Forse perchè si teme il dissenso dei periti agrari ?  Questo c'è gia ed è diffuso.
Nessuna informazione ai Collegi e sul " Il perito Agrario" mentre sulla rivista dei periti industriali, insieme agli altri Presidenti Nazionali di categoria ,si presenta il progetto " UNIFICAZIONE DELLE CATEGORIE E DELLE CASSE", sollecitando quale strumento attuativo una Legge di delega e poi una normativa dettagliata attuativa che in 3 - 5 anni ( congelando le cariche nazionali) sistemerà la riforma e il gioco è fatto.
Contenti cari colleghi?
Ma è proprio questo che si voleva? Se la risposta è positiva, bravi, siete accontentati. Anche perchè l'indagine conoscitiva della Commissione Giustizia è finita e da metà aprile si lovorera sulla proposta di legge ( Italia Oggi del 19/03/2010).
IO, NON SONO CONTENTO PER NIENTE.
Ai soloni e/o furbetti, che dicono, che non ci sono " ALTERNATIVE" rispondo, che da anni sostengo ( e non solo il sottoscritto, ma tanti periti agrari d'Italia......)  la via ,di ricercare convergenze associative ,con le " professioni verdi" agrotecnici e agronomi, Realtà più consone al nostro momento formativo-culturale e alla nostra attività professionale-lavoro. Nel merito, mai un dibattito, mai chiarimenti sulle ragioni del mancato confronto a livello nazionale:Iinsomma non ci è stato mai detto chiaramente perchè SI' con i geometri e periti industriali e NO con agrotecnici e agronomi.
A questo punto solo una curiosità; ma i Colleghi iscritti alla Cassa dei Periti Agrari, sono informati di cosa potrà accadere da una fusione con le altre Casse ( geometri e periti industriali) ? E' mai stato chiesto cosa ne pensano di questo progetto? E il comitato di gestione della Cassa, è mai stato informato delle scelte del Collegio nazionale e se sì, le condivide o cosa ne pensa?
Cari Colleghi, svegliatevi, perchè vi stanno sfilando la professione e poi la Vs. pensione dalle tasche e.......dopo sarà inutile e troppo tardi piangere e disperarsi........... a 65 anni.  TROPPO TARDI !!!!
Pm Tiraboschi


pt/2010

martedì 9 marzo 2010

COLLEGI PROVINCIALI D' ITALIA: AUTOCONVOCHIAMOCI IN 'ASSEMBLEA GENERALE

In questo difficile momento, ricco di colpi di scena e di confusione, i Periti Agrari d'Italia abbiano l'orgoglio di " autoconvocare una Assemblea Generale dei rappresentanti dei Collegi Provinciali d'Italia".

Un incontro che superi le bariere dei ruoli istituzionali, che una volta tanto, chi veramente è interessto alla Categoria, possa liberamente esprimere idee, opinioni, riflessioni sulle difficoltà attuali e perchè no, sulle future prospettive della nostra professione ( spesso troppo trascurate).

Un confronto quindi, aperto e dinamico dove idee e progettualità si possano prospettare con libertà e trasparenza, senza reticenze, condizionamenti e secondi fini.

Insomma un libero confronto dialettico " sulle prospettive future della Categoria e della professione di Perito Agrario". Un incontro che ci aiuti a canoscerci, ad apprezzare le nostre qualità umane e professionali, a fare sintesi su iniziative che concorrano a fare il bene della Categoria.

E' un nuovo modo di incontrarci, che nessuno ci può impedire, che il momento difficile che stiamo attraversando ci chiede con impegno e responsabilità.

La proposta c'è...proviamoci..........cosa ne dite ?.

Piermaria Tiraboschi.

pt/2010

lunedì 8 marzo 2010

INGIURIE E OFFESE NON CI INTERESSANO !

Cari Colleghi,
                      sul Blog, sono pervenuti commenti di cui una parte sono stati pubblicati e una censurati " perchè improponibili sotto l'aspetto etico e morale".
Un comportamento veramente " disgustoso" di anonimi, incapaci di prendersi delle responsabilità in prima persona che sanno usare solo l'ingiuria e l'offesa della dignità della persona.
Non è questo il modo di fare del bene alla nostra Categoria e il nostro intento è ben altro.
Vorremmo commenti e analisi più approfondite e riflessive, confronto aperto di idee, ma rispettose delle stesse e delle persone che le portano. Insomma una Categoria all'altezza della cultura di cui è portatrice.
Cerchiamo allora, di capire e commentare quello che è successo e quello che sta succedendo, ma soprattutto quello che vorremmo per il prossimo futuro.
Piermaria Tiraboschi

pt/2010

venerdì 5 marzo 2010

INTERROGAZIONE AL SENATO SUL PRESIDENTE DEL COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI.


Cari Colleghi, di seguito pubblichiamo l'interrogazione presentata dal Sen. Giaretta al Ministro della Giustizia.


dal sito del Senato della Repubblica


Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 341


del 24/02/2010


GIARETTA


- /Al


Ministro della giustizia/ - Premesso che:



con decreto penale n. 1810/2009 del tribunale di Forlì il signor Andrea

Bottaro nella sua qualità di Presidente del Collegio Nazionale dei

periti agrari e dei periti agrari laureati è stato condannato a 15

giorni di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria, per avere

minacciato il Presidente di un albo professionale "concorrente"

attraverso messaggi inviati sul telefono cellulare ed infine con l'invio

di messaggi di morte accompagnati da un proiettile di pistola presso

l'ufficio di quest'ultimo;

nel corso delle indagini, svolte dall'Arma dei Carabinieri, è emerso che

nella sua attività criminosa il Bottaro si era servito di beni

(/computer/ e telefoni) di proprietà del Collegio nazionale dei periti

agrari, che è un ente pubblico non economico vigilato dal Ministro della

giustizia. L'utilizzo di beni di proprietà dell'ente è dimostrato dal

sequestro di un /computer/ del Collegio, avvenuto nel corso di una

perquisizione svoltasi il 14 febbraio 2008 a Roma, avendo i militari

dell'Arma rinvenuto in quel /computer/ un /file/ contenente il numero

telefonico non anagrafato da cui partivano i messaggi di minaccia al

Presidente dell'albo concorrente;

il comportamento delittuoso del Bottaro, come accertato nel decreto

penale di condanna, ha gravemente compromesso la propria reputazione e

dignità, facendo venire meno i requisiti di probità richiesti ai

professionisti iscritti negli albi ed in particolare a chi viene

chiamato a ricoprire i più alti uffici. Nello specifico risulta peraltro

integrata la fattispecie prevista dall'art. 1 del Codice deontologico

degli iscritti nell'albo dei periti agrari, ai quali è richiesta una

"condotta civile e morale irreprensibile" laddove gli stessi sono

soggetti a procedimento disciplinare obbligatorio (art. 2 del codice)

"per tutti i fatti che, anche non riguardanti l'attività professionale,

abbiano riflesso sulla sua reputazione professionale o danneggino

l'immagine della categoria", e quindi, in ragione di quanto sopra, il

Bottaro dovrebbe essere cancellato o perlomeno sospeso dall'albo;

non essendo questo avvenuto, ed anzi avendo il Bottaro tentato di

nascondere i fatti, sia non informando alcuno (neppure i componenti il

Consiglio Nazionale) che imponendo il silenzio ai dipendenti del

Collegio nazionale, alcuni Consiglieri, avuta tardiva conoscenza della

vicenda, chiedevano al Bottaro di assumersi le proprie responsabilità,

perlomeno rassegnando le dimissioni dalla carica, altro non fosse che

per l'oggettivo conflitto che si è venuto ad instaurare fra la persona

fisica di Andrea Bottaro (colpevole di avere utilizzato beni di

proprietà del Collegio nazionale per attività private illecite,

macchiandosi così del reato di peculato, oltre agli altri reati) ed il

suo ruolo di Presidente legale rappresentante dell'ente danneggiato. Per

risposta il Bottaro non solo non si dimetteva ma faceva altresì

intervenire alla riunione del 6 febbraio 2010 del Consiglio nazionale,

che discuteva la richiesta di dimissioni, il suo avvocato di fiducia

(spacciandolo come l'avvocato del Collegio o quanto meno come un legale

indipendente), il cui intervento orientava le decisioni di diversi

consiglieri presenti;

tale circostanza è paradigmatica dell'insostenibile conflitto di

interessi fra la persona fisica del Bottaro e la carica ricoperta,

laddove il Collegio nazionale dei periti agrari, che in questa vicenda

risulta essere parte danneggiata, dovrebbe costituirsi parte civile nei

confronti del suo Presidente, a ciò impedito dalla presenza del Bottaro

nel Consiglio stesso, posizione in grado di condizionare l'operato dei

Consiglieri, determinando così una situazione di grave danno per l'ente,

per tacere poi del fatto che il Collegio nazionale è organo di appello

di secondo grado per i procedimenti disciplinari adottati dai Collegi

locali, laddove il Bottaro (obbligatoriamente soggetto ad un

procedimento disciplinare, secondo quanto dispone il codice

deontologico) si troverebbe a dover giudicare in fase di riesame il

provvedimento che lo riguarda;
in un caso analogo accaduto nel 2005 presso l'albo nazionale dei dottori

agronomi e forestali, il Ministero della giustizia commissariò il

Consiglio nazionale dell'ordine degli agronomi in ragione dell'analogo,

grave conflitto di interessi che riguardava la Presidente di quella

categoria, Dina Porazzini, laddove anch'essa rivestiva la doppia,

insanabile posizione di imputata di reati in danno dell'ente

rappresentato e contestualmente di legale rappresentante dell'ente

danneggiato;

l'interrogante chiede di conoscere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda assumere per


rimuovere la descritta situazione di oggettivo ed insanabile conflitto,


che vede Andrea Bottaro nella contemporanea veste di imputato per reati


in danno del Collegio nazionale dei periti agrari o comunque svolti


utilizzando beni di proprietà del predetto ente ed al tempo stesso di


legale rappresentante dell'ente danneggiato, conflitto che si è già


manifestato con l'intervento del legale dell'imputato alla riunione del


Collegio del 6 febbraio 2010, con l'effetto di orientare le decisioni in


quella sede assunte;




se non ritenga, ove persista il rifiuto del signor Andrea Bottaro di


rassegnare le proprie dimissioni dalla carica, di dover procedere al


commissariamento del Consiglio del Collegio, allo scopo di consentire la


tutela e la corretta salvaguardia degli interessi di questa categoria


professionale.






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