giovedì 14 luglio 2011

LIBERALIZZAZIONI DELLE PROFESSIONI: ART. 39 BIS REINTRODUCE LA LIBERALIZZAZIONE NELLA FINANZIARIA IN DISCUSSIONE OGGI.

In momenti non sospetti sono sempre stato favorevole alle " LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI" con l'introduzione di regimi che rispettino il principio di libertà professionale e di impresa ( sistema anglosassone).
L'art. 39 bis ieri sera  ha reintrodotto nella finanziaria la liberalizzazione delle professioni,    che ha colto di sorpresa tutti i big di ordini e collegi nazionali; infatti,  se dovesse passare stravolgerebbe l'accesso all'esercizio di attività professionali e non solo.
Personalmente ( anche se contro corrente) ne condivido lo spirito e la portata per le novità che introdurrebbe per chi ( soprattutto i giovani) si avvicina "al lavoro" perchè questo è il vero problema; rompere i monopoli delle baronie delle caste professionali e aprire alle nuove generazioni l'opportunità di costruire il loro domani in un regime di meritocrazia nel mercato del lavoro.
Le novità introdotte dall'art. 39 bis sono state traslate dalle disposizioni comunitarie; tutto in regola con quelle che sono le proposte della C.E.
La discussione è aperta......i potenti ( notai. avvocati ecc parlamentari) sono gia sul piede di guerra compreso anche il nostro Presidente Nazionale che a Adnkronos ha dichiarato: " Siamo allibiti da questo comportamento. Cui prodest ? "
Vedremo !!!!!
Articolo-Redazionale
pt/2011/gmt/07

P.S.
Per completezza dell'informazione:
ALLE ORE 17.45 HO RICEVUTO SU QUESTO BLOG  IL COMMENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DEGLI AGROTECNICI  ROBERTO ORLANDI CHE MI INFORMA CHE L'EMENDAMENTO ART 39 BIS DI CUI SOPRA ALLE ORE 13.30   DI QUESTA MATTINA E' STATO RITIRATO SOTTO LA PRESSIONE DELLE CATEGORIE ORDINISTICHE.
Pm Tiraboschi 

16 commenti:

  1. Cari amici, desidero mettervi a parte del fatto che stamattina presto, sotto la pressione del sistema ordinistico, il Governo ha ritirato l'emendamento cui vi riferite; alle ore 10,30 il CUP al completo, le Casse di Previdenza e Confprofessioni si sono riuniti congiuntamente per verificare il rispetti degli impegni.
    Alle ore 13,30 tutto era finito nel migliore dei modi, con l'eliminazione dal maxi-emendamento dell'art.39 bis. Per la terza volta abbiamo respinto l'attacco alle professioni.
    Abbiamo poi deciso una manifestazione congiunta per il 27 luglio ed una, molto più grande, per ottobre.
    Alla riunione di oggi mancava la vostra categoria e le altre che sono uscite tempo dal CUP.
    Roberto Orlandi

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  2. Grazie Orlandi dell'aggiornamento tempestivo trasmesso.
    Complimenti per la vs. iniziativa che ha avuto successo ( anche se il sottoscritto è favorevole alla Liberalizzazione).
    Ma sei sicuro che i Periti Agrari non erano rappresentati ????? è una novità!!!
    Piermaria Tiraboschi

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  3. Più che una novità è una vergogna!!!! saranno mica tutti al mare? Orlandi si prepari perchè ad Ottobre ci sarà un'iscrizione in massa al suo albo da parte dei periti agarri delusi.
    Matteo

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  4. Presidente Orlandi, nell'ultimo numero de L'Agrotecnico si parla di equipollenza tra i due titoli di studio ai sensi dell’art. 194 del D. Lgs. n. 297 del 16 aprile 1994 e dell’art. 15 comma 8 del D.P.R. 23 luglio 1998, n. 223.
    Noi Periti Agrari che vorremmo iscriverci agli Agrotecnici possiamo farlo?
    E se sì, in quali modalità?
    Franco

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  5. Cari amici, io vi auguro, di tutto cuore, che ad ottobre riusciate a realizzare quel cambio di marcia nella vostra dirigenza che in moltissimi, dentro e fuori il vostro Albo, si augurano. Il mio "sogno" è di collaborare con un Collegio dei Periti Agrari rapresentato in maniera adeguata da persone affidabili, che operano avendo a cuore il bene comune del settore agrario, ed altro non aggiungo.
    Il settore ha bisogno di un Collegio dei Periti Agrari forte, attivo e partecipe.
    Resta il fatto che se questo non sarà possibile le porte del nostro Albo sono aperte a tutti coloro che, avendone titolo, vogliano iscriversi; noi non abbiamo mai messo ostacoli fittizi all'accesso e mai ne metteremo trattando qualunque iscritto non agrotecnico esattamente come uno di noi. Ricordo, per essere più chiaro, che la nostra Cassa di Previdenza ha eletto nel Consiglio di Amministrazione un Perito Agrario da noi iscritto, votato dagli Agrotecnici perchè riconosciuto capace.
    Capacità, impegno e lealtà sono i nostri valori di riferimento, non il titolo di studio, non la provenienza.
    In ogni caso il termine per presentare domanda ai nostri esami si è chiuso il 27 giugno (con ottimi risultati: il 45% dei nostri circa 800 candidati candidati è in possesso di laurea) e dunque chi vorrà iscriversi dovrà attendere la sessione 2012 per presentare domanda.
    Roberto ORLANDI

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  6. Ma chi ha sostenuto l'esame di stato per l'iscrizione all'Albo dei Periti Agrari dovrà sostenerne un'altro per iscriversi agli Agrotecnici? L'equipollenza non consente l'iscrizione senza un nuovo esame? (dopo essersi cancellati dall'altro albo, ovviamente). Non è un nuovo esame che mi spaventa, sia chiaro (anche perchè l'aleternativa è rimanere nel Nulla). Occorre però essere chiari perchè credo che nel prossimo futuro saremo in molti a fare questa scelta. Grazie. Marco

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  7. Aspetteremo la sessione 2012.
    Anche perchè a fare il confronto tra i due siti nazionali (come su tutto il resto) per noi Periti Agrari c'è solo da piangere.
    Basta leggere gli "Appunti del Presidente" (http://www.peritiagrari.it/presidente.php?art=39) datato 27 maggio, per capire come e quanto siamo messi male.
    Specie per come inizia.
    Franco

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  8. Se poi dopo aver messo a confronto i due siti si mettono a confronto le riviste.....vien voglia di andare a spalare letame, che magari contiamo di più.
    Mandi
    Ezio

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  9. Desidero chiarire il concetto di "equipollenza" che tante polemiche (spesso pretestuose) ha ingenerato in passato.
    I due TITOLI DI STUDIO di Agrotrecnico e Perito Agrario sono indicati dalle norme come "equipollenti", cioè a dire dotati di uguale valore ed uguale efficacia. Ad esempio, se un concorso pubblico cita un titolo anche l'altro può parteciparvi, benchè non sia espressamente indicato.
    Il TITOLO DI STUDIO di Agrotecnico consente l'accesso agli esami abilitanti per l'Albo degli Agrotecnici, pertanto anche un diplomato Perito Agrario può sostenere quegli esami ed acquisire la relativa abilitazione.
    Non può invece transitare direttamente, perchè ha si un titolo di studio idoneo ma possiede una DIVERSA abilitazione (nel caso di specie quella di Perito agrario).
    Del resto, sia pure con differenze modeste, le due professioni restano distinte e gli esami abilitanti separati.
    Spero di essere stato chiaro. Io non penso che nella loro generalità i colleghi Periti agrari abbiano difficoltà a superare l'esame abilitante, in ogni caso il problema potrebbe essere superato facendo una leggina ad hoc sull'equivalenza delle abilitazioni. Ma dovreste essere voi a chiederla, noi non ci opporemmo e certo daremmo un parere favorevole. Del resto abbiamo sempre improntato la nostra attività alla massima apertura e concorenza.
    Comunque insisto sul concetto che ho espresso in un precedente post: fermo restando che da noi troverete sempre aperte le porte, è DENTRO IL VOSTRO ALBO che dovete combattere la battaglia più importante. Quella per prenderne il controllo, per uscire da questa lunghissima gora morta ultradecennale che ha trasformato l'impetuoso fiume dei Periti Agrari in uno stagno d'acqua morente.
    Le professioni agrarie devono unirsi; meglio se si uniscono insieme gli Albi. Diversamente, se questo non sarà possibile, dopo ottobre uniremo le persone. Con gli esami abilitanti individuali o con una legge ad hoc.
    Roberto Orlandi

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  10. Le sue parole sono rassicuranti, tuttavia non tengono conto della situazione anomala in cui ci troviamo. E' inutile discutere in questa sede quali sono le dinamiche che portano il consenso nella nostra categoria. Anche perchè sono ben note. Pertanto, Orlandi, apprezzo molto il suo bon-ton. Ma qui c'è da salvare la michetta che si porta a casa alla fine del mese .....
    Vuol dire che il prossimo anno sosterremo un nuovo esame di Stato.
    ezio

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  11. Orlandi for President dei Periti Agrari!
    Subito!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Altroché il romanocentrico benchè nato in provincia di Padova (il nome del Comune: Carceri; un nome un programma).
    A casa Bottaro, ci prendiamo Orlandi!

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  12. Risposta tardiva ed inefficace giunta tramite newsletter da parte del consiglio nazionale.
    La verità è che (per nostra fortuna) si sono mossi prima gli altri.
    Un solo commento: mandiamoli a casa. In 20 anni hanno combinato fin troppi guai.
    enrica

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  13. Condivido il lapidario giudizio della collega Enrica.
    Il Cnpa è sempre in ritardo su tutto.....o in alternativa assente.....purtroppo per NOI.
    Julius

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  14. L'ultima bufala è quella del convegno sul CUP3. Gli ingegneri triennali hanno presentrato una proposta di legge per creare la figurta dell'Ingegnere Tecnico. Lo stesso nome che volevano dare agli iscritti al nuovo Albo unico post-COGEPAPI! Che dunque così diventa un progetto morto. Ed il Grande Capo che fa? Posta un commento dove dice che COGEPAPI e CUP3 sono in grande armonia! E per provarlo pubblica un articolo di Italia Oggi, come se non sapessimo che diversi di quei giornalisti sono a busta paga del COGEPAPI. Quando si dice l'informazione di regime....

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  15. Sì, ma allora perchè se tutti sanno come vanno le cose, i Consiglieri Nazionali non danno le dimissioni?
    La voce del CNPA è quella del Presidente o del CNPA?
    Stefano

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  16. Voi continuate a dire che il COGEAPAPI è morto e sepolto.
    Ma allora perchè sul sito del Nazionale si mostra l'incontrario?
    Leggasi:
    http://www.peritiagrari.it/news.php?art=240
    Immagino poi che quelli del CNPA siano tutti d'accordo sul COGEPAPI, visto che nessuno dice nulla in contrario (chi tace acconsente).
    Assaludi,
    Michele

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