giovedì 14 ottobre 2010

ECCO IL DOCUMENTO UFFICIALE CHE SANCISCE LA FUSIONE DEI COLLEGI E DELLE CASSE.

Abbiamo recuperato il documento ufficiale sottoscritto dai tre Presidenti dei Collegi dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali inviato alla Commissione Giustizia che sancisce senza dubbio alcuno la scelta di fusione dei tre Collegi in un unico ordine " dei tecnici laureati per l'ingegneria" e la unificazione delle Casse di Previdenza compresa quella dei Periti Agrari.
Scelte che non hanno mai avuto il deliberato della categoria e soprattutto degli iscritti alla Cassa di Previdenza.
Il nostro domani:    in un solo ORDINE   e in UNA SOLA CASSA.


E' QUESTO CHE VOGLIAMO ????????


Pm. Tiraboschi.


CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI


COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

C o o r d i n a m e n t o C O G E P A P I – 0 0 1 8 7 R o m a , v i a d i S . B a s i l i o , 7 2

CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOMETRI E DEI GEOMETRI LAUREATI – Via Barberini, 68 – 00187 ROMA – Tel. 06.42.03.161 – Fax 06.48.91.23.36

COLLEGIO NAZIONALE DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI – Via P. Amedeo, 23 – 00185 ROMA – Tel. 06.48.90.67.13 – Fax 06.48.82.150

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI – Via di S. Basilio, 72 – 00187 ROMA – Tel. 06.42.00.84 – Fax 06.42.00.84.44

Gent.ma On. Giulia Bongiorno, presidente II Commissione (Giustizia)

Egr. On. Andrea Gibelli, presidente X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo)

e p.c.

Gent.ma On. Maria Grazia Siliquini, relatrice di maggioranza per la riforma delle professioni

Camera dei Deputati

Piazza di Montecitorio, 1

00186 Roma

Roma, 18 febbraio 2010


Rif: Seduta del 24 novembre 2009. Audizione dei rappresentanti di CO.GE.PA.PI. nell’ambito

dell’indagine conoscitiva in relazione all’esame delle proposte di legge C. 3 Iniziativa

popolare, C. 503 Siliquini, C. 1553 Vietti C. 1590 Vitali, C. 1934 Froner, C. 2077 Formisano

e C. 2239 Mantini, in materia di riforma delle professioni


Gentilissima Onorevole, Egregio Onorevole,

desideriamo innanzitutto ringraziarVi per averci dato la possibilità, nella seduta del 24 novembre

scorso, di esprimere la nostra comune posizione sul tema della riforma delle professioni. La

contemporanea presenza dei massimi rappresentanti dei geometri, periti agrari e periti industriali –

formalizzata anche nell’organismo di rappresentanza (CO.GE.PA.PI.) al quale abbiamo dato vita

poco più di un anno fa – ha voluto sottolineare la specificità della questione concernente le

professioni tecniche di primo livello che da tempo sostengono di appartenere a un medesimo

orizzonte di riferimento e desiderano promuovere le condizioni perché tale identità di fondo riceva

il necessario riconoscimento legislativo.

Ci permettiamo, dunque, con questo documento di confermare le nostre dichiarazioni e di

approfondire le ragioni della proposta che Vi abbiamo formulato in nome dei quasi 200.000 iscritti

ai nostri albi.

La proposta

Seguendo iniziative legislative risalenti alla scorsa legislatura (C. 867 Siliquini, C. 1216 Mantini,

C. 1319 Vietti, C. 1442 Laurini, C. 2160 Governo, C. 2331 Naccarato e C. 3277 iniziativa popolare)

e confermate da analoghi disegni presentati nel corso di quella attuale (oltre a quelli citati in oggetto

va ricordata la proposta di legge Siliquini n. 1100), chiediamo:

• l’unificazione delle categorie professionali dei geometri, dei periti agrari e dei periti industriali
mediante la costituzione di un unico ordine denominato “dei tecnici laureati per l’ingegneria” nel
quale dovranno accedere i laureati triennali di matrice tecnica;
• l’unificazione della Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti,
dell’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati e della Gestione
separata dei periti agrari e dei periti agrari laureati presso l’Ente nazionale di previdenza e di
assistenza per gli impiegati agricoli.

Le ragioni

1. Adeguamento della normativa italiana allo standard europeo. Nell’ambito dell’Unione

Europea vige il principio della corrispondenza tra percorsi formativi e titoli professionali e trova

piena attuazione la Direttiva europea n. 89/48, che sancisce che per l’esercizio di una

“professione intellettuale” all’interno dei paesi dell’UE sia necessario un periodo di formazione

post-secondaria di almeno tre anni. Ormai, non appare più rinviabile un percorso destinato a

uniformare il nostro sistema di formazione e classificazione delle professioni tecniche in un

sistema che preveda due livelli: il primo caratterizzato dalla laurea triennale o da un periodo di

formazione post-secondaria equivalente, il secondo dalla laurea specialistica o quinquennale.

Solo in questo modo sarà anche possibile porre rimedio ai danni inferti dal Dpr 328/2001 che ha

rappresentato per tutte le professioni tecniche di primo livello la perdita di un percorso chiaro e

definito tra formazione e indirizzo professionale. Vale infine la pena di sottolineare come

l’istituzione dell’albo dei tecnici laureati per l’ingegneria intenda anche uniformare il proprio

lessico delle professioni a quello comunemente adottato negli Stati membri dell’Unione Europea

dove le denominazioni in uso sono semplicemente due: ingegnere e tecnico di ingegneria (in

Francia ingenieur-diplomè o ingenieur reconnu, in Germania Diplom-Ingenieur, in Gran

Bretagna engineering technician, in Spagna ingeniero técnico)!.

2. Rilancio delle lauree triennali. Così come abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso

dell’audizione “statistiche, da noi verificate, mostrano come gli iscritti alle sezioni B per

ingegneri e architetti – nel 95% al sud e nell’88% al nord – proseguono il loro percorso

formativo per tentare di ottenere una laurea magistrale”. Ciò significa che, allo stato delle cose,

la laurea triennale viene considerata alla stregua di una stazione intermedia collocata in

un’apparente deserto professionale. Ciò non solo non corrisponde al vero, ma anzi costituisce

quasi una forma di “pubblicità ingannevole”, tenuto conto del fatto che “mancano 180 mila

tecnici intermedi” (Confindustria, dichiarazione del 28 gennaio 2009) e che quindi diventa

estremamente urgente la necessità di ripristinare un ponte tra formazione e professione.

Un’indiretta conferma a questa diagnosi arriva da un altro dato: sono gli iscritti ai nostri tre albi a

costituire oggi uno dei maggiori fattori di incremento delle lauree triennali nel nostro Paese,

testimoniando del fatto che esiste un circolo virtuoso lungo l’asse professione!formazione e

che va assolutamente riattivato lungo l’asse formazione!professione.

3. Semplificazione e razionalizzazione con sensibile diminuzione nel numero degli organismi di

rappresentanza. Sarà uno degli effetti immediati che seguirà all’attuazione della nostra proposta:

comporterà una riduzione dei componenti di almeno due terzi rispetto al numero attuale. Nel

nostro Paese la questione della “riduzione delle poltrone” è sempre presente nel dibattito

pubblico, ma ha sempre riguardato “quelle altrui”. Questa volta – e crediamo per la prima volta –

si deve parlare di “autoriduzione” attuata liberamente e con piena consapevolezza.

I modi della riforma delle professioni

Per attuare l’unificazione, si riterrebbe opportuno ricorrere allo strumento della legge di delega, e

alla conseguente emanazione di decreti legislativi, atteso per un verso il rango della normativa che

attualmente disciplina le tre professioni (regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274, regio decreto 11

febbraio 1929, n. 275, regio decreto 25 novembre 1929, n. 2365) e per altro verso la necessità di

emanare una normativa dettagliata e tecnicamente complessa, che richiede tempi adeguati per la

predisposizione delle norme e della disciplina di coordinamento.

Ma naturalmente ogni decisione in tal senso è di pertinenza del legislatore. Che quindi saprà

senza dubbio scegliere anche lo strumento legislativo in grado di favorire velocità e semplicità

nell’iter di applicazione della riforma.

* * *

Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e confidando in una valutazione positiva

della nostra comune ed unitaria posizione, cogliamo l’occasione per porgere i nostri migliori saluti.

Il Presidente CNG         Il Presidente CNPA         Il Presidente CNPI

Fausto Savoldi               Andrea Bottaro                 Giuseppe Jogna






7 commenti:

  1. noi siamo d'accordo. i Periti Agrari d'Italia (meno qualcuno)

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  2. mz tu sei iscritto alla cassa? non mi pare che fai la professione.

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  3. E dire che giurano e spergiuravano sul fatto che le casse non si sarebbero fuse. A questo punto non potendo contare sui periti agrari che evidentemente hanno dato delega in bianco ai loro rappresentanti, dobbiamo sperare nel sollevamento dei periti industriali.

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  4. commento del 14/10 ore 16.20
    Direi che qualcuno è d'accordo ( il CNPA e i suoi zerbinati) gli altri che sono i più...... non lo sono.
    Si dimostri con delibere alla mano dei Collegi Provinciali......all'ultima assemblea dei Presidenti Provinciali a Roma il dissenso degli interventi era unanime...o no.!

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  5. No...non siamo ancora fregati...pazienza che le bugie hanno le gambe corte.

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  6. Ci sono tanti periti agrari,geometri e periti industriali che la fusione non la vogliono.
    Ciò che ci viene propinato dall'ufficialità dei Consigli Nazionali delle tre categorie, spesso sono informazioni manipolate, costruite ad arte per carpire la nostra buona fede.La realtà e ben diversa e il malumore sul territorio è molto diffuso.......e Roma lo sa benissimo.

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