giovedì 29 luglio 2010

COLLEGIO NAZIONALE DI PERITI AGRARI: CONCORRE NEL FAR ESPLODERE IL CONFLITTO TRA GLI ORDINI PROFESSIONALI ???

Più che una riforma condivisa, sta diventando uno scontro aperto tra le professioni senza riserve di colpi. Un conflitto che da tempo abbiamo annunciato e che oggi si manifesta in trutta la sua realtà con il rischio di logorare la dialettica e i rapporti interprofessionali, isolando sempre di più il COGEPAPI e in particolare i Periti Agrari, l'anello debole.
Da tempo, su questo BLOG e in incontri aperti autoconvocati andiamo denunciando la difficile situazione, con forti conflittualità con il Consiglio Nazionale, ma permane la loro scelta del COGEPAPI , anche se non condivisa formalmente dalla Categoria ( venga provato che c'è un deliberato della maggioranza dei Collegi Provinciali d'Italia ??????) un scelta, quindi, illegittima.
L'attuale situazione, ha messo i Periti Agrari in una posizione molto difficile ( quasi in un vicolo cieco) dove le possibili alternative che si prospettano sono l'autoesclusione e/o il dissolvimento con altre categorie professionali, dove non avremo più una nostra visibiltà identitaria e la  rappresentatività che ci compete. I Periti Agrari corrono il rischio di essere svenduti e  al traino di professioni più numerose e forti della loro identità. Il progetto Siliquini/COGEPAPI, è lo strumento politico e legislativo per realizzare questo spregiudicato processo.
PeritiAgrariLiberi


Da: http://mondoprofessionisti.comingonweb.it/sezione_s-5-opinione.html

La riforma delle professioni rischia di far esplodere il conflitto tra gli ordini
di Roberto Orlandi presidente del collegio nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e vice presidente del Cup

Il testo per la riforma delle professioni presentato al ministro Alfano, pur essendo condiviso rischia di far esplodere un conflitto tra alcuni ordini. da quello prIl testo predisposto dall'onorevole Siliquini è profondamente diverso esentato e condiviso con il ministro Alfano. Alcuni punti ovviamente convergono perché questa è la materia, altri però sono profondamente diversi. Una delle diversità maggiori che anche abbiamo evidenziato è quello della richiesta di creare un albo tecnico che ricomprenda obbligatoriamente i laureati di primo livello e i diplomati, sottraendo i laureati agli albi che attualmente li detengono. Questo è uno dei motivi dei conflitti tra professioni che sta emergendo in questi giorni, peraltro come si poteva prevedere. In generale l'incontro con il ministro è andato molto bene. Noi abbiamo convenuto con lui i principi generali del documento. Ora l'ufficio legislativo del dicastero li tradurrà in un testo di legge a cui daremo la nostra collaborazione in itinere e, quindi, quei principi su cui tutti formalmente hanno convenuto saranno tradotti in articoli di legge. E quindi il conflitto esploderà ancora più violentemente, perché noi riteniamo che quando una categoria sottoscrive un documento di principi non è corretto che operi in senso contrario a quanto condiviso. Noi condividiamo il documento di riforma delle professioni. Del resto quella degli agrotecnici è una categoria che gode di buona salute. Abbiamo registrato un buon incremento di iscritti agli esami di abilitazione. Da noi accedono sette classi di laurea. Il numero di questi candidati si attesta fra gli 800 e i 1.000 l'anno, mentre altre categorie simili registrano un calo degli iscritti. Abbiamo un buon afflusso di giovani al nostro albo e questo ci consente di diminuire l'età' media. È anche vero che molti soggetti che escono sono coloro che esercitano la professione solo marginalmente. Molti escono perché fra vari strumenti di accertamento, studi di settore e minimi da raggiungere per esercitare qualche attività professionale saltuaria nel corso dell'anno si devono poi magari pagare moltissime tasse e d essere accertati dall'Agenzia delle entrate perché non si raggiungono i minimi previsti. Tutto questo porta alcuni a lasciare perdere completamente, oppure ahimè a rifugiarsi nel nero, cosa anche più frequente, però questo lascia spazio ai giovani che entrano.

pt/2010/gmt/07

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