giovedì 22 dicembre 2011

I RISULTATI DELLE ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CNPA di Mario Braga

I RISULTATI DELLE ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CNPA.

Finalmente, dopo un’estenuante attesa, condita della consueta “intraprendenza” post votazioni del Presidente Nazionale uscente, sono trapelati i risultati, non ancora ufficiali, delle nostre elezioni. Non essendo dati sensibili per la sicurezza del Paese e della categoria e sapendo che tutti ne sono ampiamente a conoscenza, spero non vengano scomodati i nostri servizi segreti per scovare chi potrebbe averli divulgati.
Potremmo anche di fronte all’evidenza affermare che sono frutto della nostra capacità di profetare.
I dati, come si sa, per essere ufficiali, devono essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, certo è che, come ho avuto modo di scrivere anche in occasioni precedenti, il CNPA vivrà un profondo e radicale cambiamento.
Ricordiamo che dell’Ufficio di Presidenza uscente: Segretario, Tesoriere, Vicepresidente e Presidente, solo gli ultimi due si sono ricandidati ma, pare, che solo il Presidente sia stato eletto. Il suo Vice, sembra, non avere avuto nemmeno il conforto di un ritiro onorevole.
Dei vecchi, sono stati riconfermati, il già citato Bottaro, il suo scudiero fedele Calcagnile, il piemontese Benanti, l’emiliano Lombardelli (questi era subentrato a Pierini dopo le sofferte dimissioni), il lombardo Bertazzo ed il veneto Salvan. A quest’ultimo spetta la palma del primo posto fra gli eletti. Così si dice.
Dei sei riconfermati, quattro ( ndr. Benanti,Bertazzo,Salvan e Lombardelli) da tempo avevano assunto una posizione nettamente contraria al modello gestionale del Presidente e della sua maggioranza (che brutto dover parlare di maggioranze e minoranze quando tutti dovrebbero, occuparsi con eguale intensità, passione e collaborazione della nostra categoria).
Una prima riflessione a caldo, pertanto, fa emergere che l’era Bottaro volge al suo tramonto.
(  ndr. incalzata dalla bociofila di paese che è andata a punto.....e tutto sommato si è rivelata un'ottima squadra. Non credete !!)
Non so se il rincorrersi di conferme di solide e vecchie amicizie fra gli eletti, o di rimescolamenti vari, dovuti a qualche paventato ricorso, possa offrire al presidente scaduto una qualche chance di riconferma.
Mi limito a leggere un contesto “diverso” e fatico a trovare conferme a questo consueto vociar d’osterie.
Mi pare di scorgere, invece, un inabissarsi di un “tempo” che certamente, fra poco, potrà essere letto in tutta la sua dimensione positiva e negativa… ovvero negativa e positiva.
Tutti sono consci che così volge alla sua eclissi una modalità gestionale centralizzata ormai posta dal nostro tempo, fuori dal tempo.
Ciò che i Governi stanno provocando, le liberalizzazioni, una categoria attenta avrebbe dovuto affrontarlo in modo approfondito, con determinazione e qualità molto prima, senza rincorrere scorciatoie o soluzioni affrettate e strumentali.
Ciò che emerge con chiarezza dal voto è che non una parte della categoria ha espresso una attesa di profondo cambiamento, ma la stragrande maggioranza.
Mi spingo a definirla, la quasi totalità.
Anche coloro che durante la campagna elettorale si erano posti sotto l’egida della riconferma bottariana, oggi esprimono, considerazioni, posizioni e letture decisamente critiche e molto più articolate.
Un brezza di cambiamento che ha contaminato Nord, Centro e Sud. Anche se le proiezioni sembrano, lo ripeto, sembrano rappresentare un Nord unicorde, quasi granitico, è tutta l’Italia che si è espressa in modo concorde.
Una seconda considerazione.
Spulciando i dati elettorali e gli incroci dei voti affiora palesemente che il Presidente uscente è stato vittima del suo stesso metodo operativo. Quel metodo che gli aveva permesso la riconferma per più di due decenni.
Anche se su astruse circolari si è dilettato a scrivere che mentre lui lavorava per la categoria altri giravano l’Italia a spandere veleni, le informazioni di assillanti sponsorizzazioni e repentine incursioni territoriali sono note a tutti. Disperate affermazioni che tendono a screditare i cattivi che avrebbero “sorpassato” i buoni. A me pare che questa volta, il presidente uscente, sia stato vittima di quel metodo che utilizzano i demolitori, abbattere ogni abitazione che limiti lo sguardo dalla loro, salvo scoprire che anche la sua ha avuto analoga sorte.
Peccato che proprio quei girovaghi, nei loro pellegrinaggi, autofinanziati, abbiano inteso evidenziare i contenuti, le caratteristiche, le qualità di un programma, anziché soffermarsi sui cumuli di sporco sotto i tappeti del ventennio appena concluso o in ritardanti letture delle cosa ben fatte.
Peccato che ancora oggi consiglieri uscenti, neo consiglieri, forse confermati e altri colleghi continuino a riportare fantasiose affermazioni imputabili ora a questo (fors’anche a me), ora a quello, anziché leggere serenamente quanto avvenuto e trarne le dovute conseguenze.
Peccato che anziché rimestare il torbido inveendo contro i “traditori”, in questo signore, in questi signori, non abbiano ritenuto utile soffermarsi almeno un momento a fare un esame di coscienza. Un esame di coscienza che partisse, innanzitutto, dal ringraziare la categoria per aver loro permesso di vivere una lunga, lunga, lunga esperienza ai vertici della categoria.
Solo i grandi sanno darsi il tempo della rappresentanza senza attendere norme prescrittive e vincolanti di limiti di mandato. Non servono leggi per darsi il limite di mandato.
Si sa, nei castelli virtuali anche delle categorie, se si vuole essere la più bella del reame, è meglio rimuovere tutti gli specchi che riflettano immagini che potrebbero essere deformi.
La più bella del reame deve sentirselo ripetere continuamente da chi sudditamente raccoglie briciole ai suoi piedi.
Diversamente da altre tornate elettorali, questa volta però, abbiamo assistito ad un altro fenomeno.
Contestualmente al rinnovo del CNPA si sono rinnovati alcuni Collegi provinciali.
Un bel segnale soprattutto per una categoria, la nostra, che in troppi considerano debole, immotivata, mal rappresentata e inadeguata ad affrontare le sfide dell’economia e della società.
Ed invece, intorno al surriscaldamento elettorale, sono affiorate testimonianze di alta qualità professionale, che non si pongono più nel paniere del principe, ma che intendono partecipare attivamente al governo di questo difficile momento e alla costruzione di un futuro migliore.
Un cantiere nel quale operano e lavorano colleghe e colleghi, seguendo i tratti di un progetto che qualifichi la bellezza della nostra categoria.
Per questo credo che la grande soddisfazione che ho avvertito ascoltando le proiezioni elettorali si sia arricchita di voci corali tese a rappresentare un nuovo spartito.
Un coro che mai ho sentito ricercare le note stonate e consunte dell’ieri.
Un coro teso solamente ad offrire, per quel tono che gli appartiene, sonorità armoniche.
Un ultima considerazione va riservata ai colleghi della Commissione che solidi di una intaccata qualità professionale e rappresentativa (ex consiglieri nazionali e ottimi ex presidenti provinciali) non si sono fatti coinvolgere da quei mezzi che permettono a molti giornalisti di citare il sistema ordinistico come savane in cui belve inferocite lottano per conquistare e conservare il loro territorio.
Finalmente possiamo affermare che la porta si è spalancata ed il nostro giubileo può avviarsi.
Un giubileo che dovrà chiamare tutti a cooperare per il rilancio delle nostre qualità professionali.
Chi sarà, chi saranno i nuovi rappresentanti della nostra categoria lo vedremo a gennaio. Chiunque esso/essi siano avrà/avranno il compito di dare gambe al programma elettorale frutto di un comune lavoro svolto con decine di Collegi e Colleghi, oltre ad affrontare con determinazione la riforma dell’Ordinamento che il Governo ci impone.
La lunga vicenda, elettorale è nei paraggi del traguardo.
La nuova prospettiva della categoria è solo ai blocchi di partenza.
Il mio augurio è che ci sia tutta la categoria, nessuno escluso.

Mario Braga


pt/2011/gmt/12

1 commento:

  1. Cerchiamo che il cambiamento sia reale e non virtuale che dalle parole si possa passare ai fatti.

    Nord centro e sud che diventino orizzonte e non verticalità o ancor peggio una piramide, orizzonte come futuro prossimo, meta comune per la categoria.

    Personalmente penso che se finisce la logica del regno e comincia l'era del confronto aperto sereno e leale sarà sicuramente giovamento di tutti.

    Un saluto

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