lunedì 5 gennaio 2009

IL TAR LOMBARDIA CHIARISCE CHE I PUA
(PIANI DI UTILIZZAZIONE AGRONOMICA)
SONO ATTIVITA’ PROFESSIONALE
10 dicembre 2008. E’ questa, in sintesi, quanto si ricava dall’Ordinanza n. 1768/2008 (pronunciata
il 3 dicembre scorsa ma depositata oggi) al TAR Milano, al quale si erano rivolti i Collegi
provinciali degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati della Lombardia (appoggiati dal Collegio
Nazionale) insieme ad alcuni Collegi provinciali dei Periti agrari e dei Periti agrari laureati della
Lombardia , coordinati dal Consiglio Regionale dei Periti Agrari della Lombardia(in dissidio rispetto al loro Collegio Nazionale, che non era intervenuto nella vicenda).
I precedenti. Con la Legge Regionale n. 37/1993 la Lombardia aveva previsto misure per limitare
lo smaltimento di liquami nei terreni e così ridurre l’inquinamento della falda acquifera con i nitrati,
un problema già allora molto sentito.
In particolare la Regione aveva previsto che sui terreni agricoli potessero essere smaltiti liquami in
una quantità pari alla capacità del terreno di assorbirli, senza creare problemi di inquinamento alle
acque; dunque le aziende zootecniche ed agricole che intendevano effettuare smaltimenti dovevano
presentare un “PUA-Piano di Utilizzo Agronomico” redatto e sottoscritto da un Agrotecnico, da un
Agrotecnico laureato oppure da un Perito agrario ovvero da un altro professionista del settore in
possesso di abilitazione professionale.
L’introduzione dei PUA ha poi dato buoni effetti rispetto alla riduzione degli inquinanti e, perciò,
aveva prodotto vivo stupore la recente decisione della Regione di disattendere (con una semplice
deliberazione) i principi contenuti nella sua stessa legge regionale n. 37/1998, in pratica
consentendo a ciascun imprenditore agricolo o zootecnico di redigere in seconda battuta i PUA
direttamente e senza alcun controllo tecnico.
Contro una simile decisione della Giunta Regionale, che andava in contrasto con la stessa L.R. n.
37/1993, i Collegi professionali degli Agrotecnici e dei Periti agrari della Lombardia (con il
supporto del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati) avevano impugnato
gli atti innanzi al TAR Milano, chiedendone la sospensiva.
La Camera di Consiglio si è svolta il 3 dicembre scorso, con successivo deposito dell’Ordinanza in
data odierna.
Nel decidere sulla richiesta di provvedimento cautelare richiesto dai Collegi ricorrenti i Giudici
amministrativi hanno inteso negarla, ma sulla base di un principio favorevolissimo ai Collegi
ricorrenti; precisamente così recita la motivazione:
“... considerato che gli atti impugnati non sono in grado, nell’immediato, di produrre alcun effetto
pregiudizievole nei confronti dei ricorrenti in quanto, come riconosciuto dalla stessa
amministrazione, “in prima fase ossia sino al 31.12.08” i piani di utilizzazione economica
“dovranno essere firmati da un professionista”. Ritenuto pertanto che non sussistono i presupposti
per l’accoglimento della domanda cautelare per difetto del periculum ...”
e dunque il TAR non ha concesso il provvedimento cautelare sulla base del fatto che, al momento,
non vi sarebbe “nulla da sospendere” (manca cioè il “periculum in mora”) in quanto è stato stabilito
che sino al 31 dicembre 2008 i PUA possono essere presentati solo se firmati da un libero
professionista, sia esso Agrotecnico, Agrotecnico laureato ovvero Perito agrario.
Posto che i PUA presentati in questi giorni ovvero entro il 31 dicembre 2008 “valgono” per il
2009, ciò significa che l’Ordinanza del TAR Milano fa salve tutte le prerogative professionali
delle categorie ricorrenti, mentre entro il prossimo anno il TAR certamente pronuncerà la sentenza
di merito.
Molto soddisfatto si è dichiarato Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli
Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e il Presidente del Consiglio Regionale dei Periti Agrari della Lombardia Mario Braga. L’Ordinanza del TAR Milano ha
definitivamente chiarito quanto da noi sempre sostenuto, e precisamente che i PUA -per il loro
contenuto- rappresentano una competenza professionale, fra l’altro volta a garantire un interesse
pubblico, legato alla salubrità delle acque e dell’ambiente, laddove una simile attività non può
essere demandata al libero arbitrio delle stesse imprese agricole che producono i reflui da smaltire,
a pena di futuri gravi danni ambientali”.
Il TAR Milano ha chiarito - che siamo in presenza di un qualificato elaborato
professionale e che, dunque, sino a tutto il 2009 i PUA potranno essere validamente presentati solo
se sottoscritti da liberi professionisti con adeguata preparazione”.

1 commento:

  1. Finalmente l'unione da forza nel superare ostacoli che interessano solo la categoria dei tecnici agrari, peccato che non tutti l'abbiano capito !!!!!...... si spera vada meglio nelle prossime occasioni….
    Complimenti a tutti coloro che hanno collaborato al raggiungimento del sopraccitato successo ….che, di certo, ha ridato sicuramente visibilità alle Categorie e rispetto all'ambiente….

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libertà ma nel rispetto