lunedì 11 luglio 2011

6° CENSIMENTO DELL'AGRICOLTURA: -32% LE AZIENDE, + 44,4 LA SAU. FAVORITA LA CONCENTRAZIONE.

 6° Censimento generale dell'agricoltura: primi dati provvisori.

Si rileva un processo pluriennale di concentrazione dei terreni agricoli e degli allevamenti in un numero sensibilmente ridotto di aziende

La forte contrazione del numero di aziende agricole e zootecniche attive (-32,2%) ha fatto si che la SAU per azienda (Superficie Agricola Utilizzata) crescesse del 44,4%, cui ha fatto riscontro una diminuzione della superficie coltivata assai più contenuta (-2,3%). L’effetto delle politiche comunitarie e dell’andamento dei mercati ha determinato l’uscita di piccole aziende dal settore, favorendo la concentrazione dell’attività agricola e zootecnica in unità di maggiori dimensioni e avvicinando il nostro Paese alla struttura aziendale media europea.
Le aziende con meno di 1 ettaro di SAU diminuiscono del 50,6% e rappresentano nel 2010 il 30,9% del totale delle aziende agricole italiane, mentre erano il 42,1% nel 2000.

Con una dimensione media di 19,2 ettari di SAU per azienda, la Sardegna presenta la dimensione media aziendale maggiore, superando la Lombardia (18,4 ettari). I valori minimi si registrano in Liguria (2,1 ettari di SAU per azienda), Campania e Calabria (4), Puglia (4,7). Tutte le regioni del Sud hanno una dimensione media inferiore a quella nazionale, ad eccezione della Basilicata (9,9 ettari di SAU per azienda).

Oltre la metà delle aziende è concentrata in cinque regioni, la Puglia è quella con il maggior numero di aziende agricole (oltre 275 mila), seguita da Sicilia (219mila), Calabria (138mila), Campania (137mila) e Veneto (121mila). In queste cinque regioni opera il 54,6 per cento delle aziende agricole italiane.

Meno numerose, ma più grandi anche le aziende zootecniche: i dati provvisori segnalano una tendenza alla concentrazione degli allevamenti in un numero minore di aziende, ma di maggiori dimensioni. Le aziende zootecniche risultano equamente distribuite tra le ripartizioni geografiche anche se emergono specializzazioni regionali, con una netta prevalenza dei bovini.

Per quanto concerne le 16 regioni e province autonome ad alta partecipazione, in cui operano quasi 1,1 milioni di aziende (il 66,5% del totale), che coltivano circa 9,4 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata (il 72,7%) e 12,6 milioni di superficie totale (il 72,9% del totale), sono evidenti alcuni segnali di cambiamento. Pur essendo ancora basata su unità aziendali di tipo individuale o familiare (96,0%), nel 95% dei casi, il conduttore gestisce direttamente l’attività agricola e nel 65,5% i terreni sono di proprietà sua o dei suoi familiari. Tuttavia, la struttura fondiaria è molto più flessibile rispetto al passato, grazie al maggior ricorso a forme diversificate di possesso dei terreni, orientate sempre più all’uso di superfici in affitto o gestite a titolo gratuito.

Sebbene si confermi l’importanza del conduttore nell’attività agricola della propria azienda, è in crescita il ricorso alla manodopera extra familiare. Infine, la quota rosa, il numero cioè di aziende condotte da donne passa dal 30,4% al 33,3%.


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1 commento:

  1. La storia agricola del lungo medio evo,ha insegnato che la famiglia e le sue energie,sono state le sorgenti lavorative sufficienti a fare e rendere disponibili,derrate alimentari e materie prime utili alla manifattura. La mezzadria,contratto di sfruttamento dell'uomo sull'uomo,è riuscita a definire la superficie utile all'utilizzo del lavoro familiare.Perchè questi metodi e conoscenze utilizzati per secoli e in ogni luogo,sono stati completamente disattesi?

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