lunedì 28 dicembre 2009

RICONOSCIMENTO DELL'IDONEITA' SANITARIA: INTERVENTO QUALIFICATO DI UN NOSTRO COLLEGA

Carissimi amici,
mi è giunta una e.mail da un nostro collega professionista, che di seguito pubblichiamo, meritevole di attenzione e di riflessione.
Negli ultimi tempi si è rotto finalmente il silenzio , I problemi della professione sono entrati nel sistema informatico dell'informazione, circuito che ci permette di conoscerci e di dialogare su tutti i temi che coivolgono la nostra quotidianità professionale.
Pm Tiraboschi



Carissimi colleghi,
Mi sono permesso di aggiungere qualcosa alla comunicazione del mio Presidente Elia Sandrini, per sottolineare quanto opportunità come questa debbano essere colte dal nostro ordine al fine di dare un impulso ed un rilancio professionale alla nostra professione.Non so voi, io sono solo due anni che svolgo la professione libera dopo tanti anni di dipendenza, la mia è stata una scelta di identità e di libertà, ma che fatica quotidiana portare a casa il pane...Premetto che io non so nulla di catasto o di grandine, e che se un agricoltore mi chiedesse di stimargli una stalla, beh, lo indirizzerei ad un mio collega più esperto. Ad ogni modo io mi occupo di igiene, di HACCP, di sicurezza chimica e microbiologica nei processi di trasformazione agroalimentare.Per tanto, dalla distilleria, al pastificio, al macello, al mangimificio offro consulenza per prevenire rischi per la salute del consumatore (a due o a quattro gambe).Questo settore, offre a mio avviso un sacco di opportunità per giovani colleghi, ed anche anziani, che vogliano cimentarsi nella conoscenza delle leggi e delle disposizioni europee in merito. Vi do solo tre riferimenti: HACCP, Pacchetto Igiene, Tracciabilità. Con l'estensione dell'applicazione di queste normative ogni azienda agricola, produttrice di un bene in grado di diventare alimento deve costruire un percorso di certificazione. Per quanto semplificato, non si chiede di avere le piastrelle sanitarie sull' aia, c'è un momento di analisi del contesto produttivo, c'è un momento di formazione del produttore, c'è un momento di definizione dei protocolli di produzione (quaderno di campagna + analisi del prodotto).Potrete capire da questo semplificato schema, quanto la nostra figura possa fungere da guida in queste attività, ma la questione andrebbe estesa a tutte le piccole e medie realtà alimentari, dove il nostro percorso scolastico (e magari un tirocinio formativo mirato), possono fornire tutti gli strumenti per avere una figura adatta ad interpretare le richieste in materia di igiene.Ad oggi le Amministrazioni Regionali, nel contesto del dipartimento sanità e sicurezza degli alimenti, hanno affidato alle usl locali l'applicazione delle disposizioni europee, prevedendo per le figure di riferimento (formazione ed ispezione)solamente veterinari, tecnologi alimentari e poco altro.Sebbene ogni regione ha direttive personali (ad esempio a Modena è previsto il PA per limitate attività nel ristretto contesto aziendale), quasi nessuno ci ritiene competenti. Alcune regioni come Lombardia e forse Piemonte, invece riconoscono più il curriculum personale e professionale per l'affidamento di alcuni incarichi. Nel veneto siamo esclusi, altre regioni non so.Pensando invece al nostro percorso scolastico(chimica, entomologia, industrie agrarie, zootecnia, agronomia ecc.), c'è tutto quanto è necessario per offrire su un piatto d'argento un professionista competente per interventi presso aziende del settore.La mia richiesta di attenzione a Roma, non ha sortito esiti sperati, mi è stato detto che non essendo previsto nel percorso formativo nostro un contesto igiene, la nostra richiesta risulta inaccoglibile là dove è stata perorata (ma non mi è stato detto dove!).Io capisco che forse questa è una battaglia da fare, dal basso, non per sfiducia del vertice, ma perché è più facile ed immediato agire ed intervenire localmente, visto che le usl locali hanno capacità e libertà di disposizione. Ma il lavoro coordinato di "lobby", in ogni caso dovrebbe essere sentimento e percezione comune. Abbiamo, ancora non so per quanto un ministro PA, cerchiamo in tutti i modi di portare a casa questo importante risultato.Qualunque collegio che riuscisse localmente a far prevedere per la formazione del personale operativo nel contesto alimentare il PA come docente per il rinnovo o il rilascio dell' idoneità (ex libretto sanitario), creerebbe un precedente molto importante, con cui influire presso altre regioni! Se posso essere utile a qualcuno non esitate a contattarmi.

Cordialmente, buon 2010.P.A.
Zeno Buzzacchi-----

3 commenti:

  1. Il settore delle certificazioni alimentari ed HACCP occupa anche molti Agrotecnici.
    Non ho capito molto bene quali problemi incontri (salvo un generico discoscimento del titolo) il Perito Agrario che ha scritto il post, ma se avrà la cortesia di spiegarmeli megli (anche inviandomi una mail ad agrotecnici@agrotecnici.it) sarò ben lieto di occuparmene, ovviamente nei limiti consentiti dall'essere Presidente di un'altra categoria.
    Credo comunque che questo sia un esempio da manuale: un settore dove è possibile lavorare bene insieme per valorizzare la figura professionale del tecnico agricolo, a prescindere dall'Albo di iscrizione, visto che i problemi sono comuni.
    Attendo dunque una più dettagliata nota del collega Buzzacchi. Cordiali saluti.
    Roberto Orlandi

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  2. collega Buzzacchi,
    mi occupo di tanti altri settori della libera professione ma non mi è sfuggita l'attenzione verso il pacchetto Igiene in cui pare tu ti sei inserito molto bene. Vi è una certa riluttanza da parte di taluni rappresentanti a doversi occupare di cose che sconoscono perchè propabilmente partono dal presupposto di dover ammettere la loro insufficienza nel settore in cui altri co0lleghi chiedo0no di intervenire e forse sopratutto perchè non sono o non sono mai stati dei liberi profesionisti periti agrari ma semplicemente "docenti"uditori di dottorati impregnati di filosofia piuttosgto che di fisiologia vegetale o chimica o microbiologia od ancora patologia vegetale od entomologia, assistenti di esercitazioni pratiche ( che non si fanno). Ahimè le false figure possono solo rappresentare i falsi professionisti. Bisogna costruire anche con il concorso di questo mezzo una coscenza nazionale diversa che raccolga i problemi e li porti alle attenzioni dovute. I colleghi Periti Agrari iscritti al collegio posseggono il titolo per essere esonerati dai corsi per alimentaristi.Bisogna vincere le resistenze dei medici delle ASP che non conoscono le nostre competenze e il nostro curricula formativo per poter essere ammessi a fare docenza nei corsi per alimentaristi ed in più bisognerebbe fare interventi per i settori di nostra specifica competenza per gli alimentaristi da formare nei settori di: agriturismo, turismo rurale,caseificazione,enotecnica e in tutte le filiere agricole.

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  3. Salve sono un collega di Roma Diplomato in Agraria e anche io ho uno studio insieme ad un mio amico per gli adempimenti al pacchetto igiene,vengo da 10 anni di esperienza nel settore,ho lavorato anche dentro un laboratorio accreditato SINAL so come si fanno le analisi e so come si porta in certificazione un laboratorio.La mia formazione continua purtroppo per il mio portafoglio mi ha portato a specializzarmi nel mio settore...ne sappiamo molte volte più noi che tanti altri,sono daccordo per la docenza dei corsi...possono elaborare piani persone senza tittolo ma solo con comprovata esperienza perchè noi con una qualifica non possiamo fare corsi,in altre regioni per esempio qualcosa possiamo fare...rimango in attesa grazie Albanesi Elvezio Perito Agrario.

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