venerdì 22 gennaio 2010

QUESTA ..............E' LA REALTA' PURTROPPO !

Abbiamo ricevuto da un nostro Collega una lettera-documento, che mette in evidenza riflessioni e riscontri di primo piano per l'attività professionale del perito agrario. Un contributo diretto che ci aiuta a capire la difficile situazione in cui ci troviamo. Dove purtroppo" una non presenza" delle istituzioni rappresentative della categoria ha dato spazio a iniziative di altri enti e professioni che si sono appropriate delle nostre competenze. Sono fenomeni che da anni denunciamo,ma purtroppo non recepite da chi avrebbe dovuto intervenire......il Consiglio Nazionale.
Pm Tiraboschi

Carissimi colleghi,
è mia premura inviarvi le mie modeste considerazioni, in relazione al fatto che per impegni di lavoro non sono sicuro di arrivare per tempo ad assistere a tutta alla seduta di Collegio.
Gli allegati inviati da Elia mi colpiscono per diversi punti:
Il primo più eclatante è l’alta VISIBILITA’ riservataci nel Disegno di Legge (n. 1865 del 19 novembre 2009), in cui non hanno fatto nemmeno lo sforzo ideologico o morale di menzionarci come PERITI AGRARI. Siamo evidentemente considerati a priori solo per il valore numerico per cui possiamo incidere nel pentolone, anche se diamo un piccolissimo apporto visto quanti siamo a livello nazionale (17.600) e come andiamo velocemente a sparire, visto che sono dal 1991 molti di più quelli che si cancellano rispetto a quelli che si iscrivono.
Il secondo, più squisitamente tecnico, è relativo ad un aspetto particolare in cui i geometri e periti industriali rivendicano esclusive competenze (l’operatività esclusiva nel progettare in ambito igienico-sanitario). Poche parole, esempio pratico: in questi giorni sono stato contattato da un agricoltore della Lessinia che avendo smantellato le stalle lattifere per l’enorme successo commerciale (si fa per dire), quasi equiparabile alla forbice di utile netto riscontrabile fra costi e ricavi, per dare un futuro alla figlia disoccupata, anche l’industria ed il terziario mettono in condizione la giovane imprenditoria di fare scelte professionali, ha deciso di convertire la stalla ormai vuota in uno stabile per la trasformazione di frutta. Vuole mettersi a fare marmellata da vendere ai turisti che passando davanti a casa vanno a Bosco Chiesanuova, rinomata località turistica di montagna.
Cosa ha trovato?
Una Coldiretti che gli ha istruito le pratiche PSR per accedere ai fondi europei destinati alla giovane imprenditoria agricola, un geometra intrallazzato con il comune per farsi approvare le pratiche edili, e un probabile collega (pagato ed inquadrato nella coldiretti) che gli istruirà le pratiche per l’accesso ai fondi e l’avviamento dell’ attività da un punto di vista burocratico ed amministrativo.
Cosa resta a noi?
Avendo avuto la fortuna di visitarlo tramite il suggerimento di un fornitore di tecnologie, forse lo seguirò nell’acquisizione delle tecnologie più adatte ai suoi obbiettivi produttivi (forse saranno due o tre giornate complessive a 150,00€ l’una + iva perché sono un ladro!), e forse potrò fargli una proposta di stesura del piano HACCP, che fatto come lo intendo io non potrà costare meno di 800,00 – 1000,00€ (ed arriverà un galoppino Coldiretti che gli dirà, in ragione della tessera che hanno in tasca: “ti facciamo noi un copia incolla idoneo a 50,00€!”).
Preciso che al momento non ho neppure l’ambizione di fargli il corso per l’idoneità sanitaria perché il Perito Agrario non è fra gli eletti abilitati, mentre le organizzazioni sindacali agricole (Coldiretti compresa), al costo di 40,00€ fanno un corso collettivo con Kebabbari e frittolari da sagra, approvato dall’Azienda Sanitaria Locale.
A me non me ne f… , frega nulla di fare un corso di 120 ore per certificare sotto il profilo energetico lo stabile dei reduci di guerra. Ma non permetto che un geometra o un perito industriale, vada dal mio ex vaccaro a dirgli se le altezze della ex stalla sono congrue per fare le marmellate! Oppure se le piastrelle in gres o Klinker sono adatte ad essere lavate con l’alcalino per rimuovere residui di zucchero o proteine. Cosa ne sa? COSA NE SA ? COSA NE SA?
Però a Roma nessuno ci ha sostenuto quando precisa richiesta è stata fatta, per spiegare che forse potevamo fare i corsi ex libretto sanitario… Eh! Nel nostro corso scolastico non c’è la materia di igiene! All’ alberghiero però sì. Oggi è più facile che un cameriere diplomato sia considerato idoneo per queste altissime prestazioni. Ma un Perito Agrario no, quello no. Con il benestare del nostro presidente nazionale.
Forse se questo è il futuro aveva ragione Pannella un bel po’ di anni fa. Qualcuno si ricorda la sua battaglia di abolizione degli ordini professionali?
Ancora una volta i Radicali avevano visto lontano. Di che morte dovevamo infine morire…
Io non so di questo passo se avrò i mezzi di sostentamento economico che mi consentiranno di svolgere ancora dignitosamente la libera professione, ma a breve dovrò fare delle scelte non ultima quella delle dimissioni dal Consiglio e conseguente della cancellazione dall’albo, ed un mesto rientro nel lavoro dipendente (sempre che lo trovi!), e di questo dovrò in parte ringraziare in nostro Consiglio Nazionale così vicino e presente alle esigenze della categoria.
Zeno Buzzacchi

3 commenti:

  1. grazie ma se ti dimetti il danno per la categoria è poco perchè è un fatto tuo personale mentre se Laura è ancora titubante mi dispiace. Trovati uno spazio da perito agrario e non incolpare altri delle tue mancanze.
    Io l'HACCP la seguo professionalmente da quando è stato un obbligo e non mi interesse niente fare i corsi di igiene.
    Abbiamo potuto fare l'HACCP, forse grazie a chi ha impedito che fosse appannaggio dei chimici e dei biologi chiedendo che non fosse data come competenza esclusiva, ma dei corsi di igiene veditela con i collegi provinciali perchè, se non lo sai, ogni regione legifera autonomamente e la regione veneto non ce lo ha consentito. Che centra il CNPA se tutti i collegi provinciali del veneto non se ne sono occupati? basta è ora di farla finita di incolpare sempre altri per le colpe dei nostri consigli provinciali che ci sono solo sulla carta.
    Una sfida . i consigli del veneto, e quello di verona in primis, ci dicano quello che hanno fatto a livello territoriale per consentire ai periti agrari di fare i corsi di igiene.
    Poi chiamiamo in causa il consiglio nazionale.
    Ci stai?
    Prima di rispondere, visto che non hai trovato niente altro da fare come perito agrario, ti consiglio una buona lettura : la legge 54/91 dove all'articolo 2 porta tutte le nostre competenze. Se non trovi nulla da fare in tutte quelle opportunità è giusto che ti cancelli dall'albo perchè il perito agrario fa anche l'HACCP ma anche tanto altro.
    ciao

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  2. gli animi si scaldano....evidentemente gli echi di lonato hanno passato piacenza e sono giunti in capitale...avanti così, siamo sulla strada giusta, nonostante i pistolotti cremonesi, quelli bergamaschi e altri tentativi di boicottaggio...ora occorre coinvolgere altri collegi e coordinamenti del centro e del sud italia..e forse è anche oradi un'assemblea pubblica aperta a tutti i periti agrari liberi...

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  3. Ma cosa vuol dire "se ti dimetti il danno è poco"? Un albo dovrebbe far di tutto per tenere gli iscritti mica stappare lo spumante se se ne vanno...
    E poi che schifo quelle strane allusioni....

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libertà ma nel rispetto