martedì 19 aprile 2011

CONTRIBUTO INTEGRATIVO PIU' CARO ?????

Contributo integrativo più caro per i professionisti ma l'aumento graverà sulla parcella del cliente Via libera del Senato al disegno di legge Lo Presti.

Per gli enti previdenziali che adottano il sistema di calcolo contributivo si fa sempre più concreta la possibilità di elevare il contributo integrativo fino al 5 per cento. Un aumento che peserà nelle tasche dei clienti: l'integrativo, infatti, viene loro addebitato in parcella.

Attualmente questo contributo è fermo al 2% per le casse di previdenza nate nel 1996, con il decreto legislativo 103. Si tratta degli enti previdenziali di agrotecnici, biologi, infermieri, periti agrari, periti industriali, agronomi e forestali, attuari, geologi, chimici e psicologi. La novità interessa anche dottori commercialisti e ragionieri, che attualmente applicano un integrativo pari al 4%, le uniche due casse professionali privatizzate con il decreto legislativo 509/1994 che adottano il calcolo contributivo. Una scelta fatta per garantire stabilità al sistema perché la pensione viene parametrata ai contributi versati e non alla media degli ultimi redditi percepiti come prevede, invece, il sistema retributivo. E proprio per premiare questa scelta è stato concesso a queste due categorie di portare l'integrativo al 4%, ai ragionieri in via definitiva mentre ai dottori commercialisti in via provvisoria (il ritorno al 2% è previsto per il 1° gennaio 2012).

L'impatto dell'integrativo sulla dote individuale può essere significativo e può rivelarsi anche una leva per spingere i neo professionisti a investire di più nella loro pensione. «A questo proposito - ricorda Antonio Pastore dell'Associazione italiana dottori commercialisti, tra i più impegnati sostenitori del disegno di legge Lo Presti - i dottori commercialisti hanno votato una delibera, ora al vaglio dei ministeri dell'Economia e del Lavoro, che premia chi sceglie di versare più del minimo richiesto». Un incentivo che può rivelarsi utile visto che attualmente sono una minoranza i professionisti che versano volontariamente contributi soggettivi superiori al minimo obbligatorio (che è pari al 10% e, nel caso dei ragionieri, all'8,5%).

Per Tomaso Zanoletti, relatore del provvedimento, l'approvazione del Ddl Lo Presti «è un passo piccolo ma significativo, che va verso una previdenza moderna e tiene conto della mutata realtà», e cioè un ingresso posticipato nel mondo del lavoro è una vita media che va allungandosi sempre di più.

Nino Lo Presti si dice soddisfatto per il bel risultato «soprattutto per le giovani generazioni» e poco preoccupato per la terza lettura alla Camera che, afferma, «dovrebbe essere un passaggio formale: il testo è praticamente uguale a quello votato a larga maggioranza un anno fa».

I giovani professionisti guardano con diffidenza alla previdenza, il cui equilibrio è stato fortemente compromesso da un sistema retributivo che, per molti anni, è stato troppo generoso verso i pensionati (quanto versato è stato restituito nei primi tre/quattro anni di pensione). E per Luigi Carunchio, presidente dell'Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti, il disegno di legge approvato ieri «è l'unico atto concreto fatto per riportare un po' di equilibrio nella previdenza delle giovani generazioni. Ora - prosegue Carunchio - spero che la Camera voti al più presto perché ogni giorno che passa si traduce in pensioni future meno adeguate».

Tratto da Il sole 24 ore del 6 aprile

pt/2011/gmt/04

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