lunedì 2 gennaio 2012

RIFORMA E LIBERALIZZAZIONE: CONFRONTIAMOCI !!!

UN CONTRIBUTO PER LA RIFORMA E LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI


Un sistema economico, produttivo professionale ordinato e governato volto a perseguire lo sviluppo compatibile del nostro Paese deve saper riconoscere i propri interlocutori, valorizzandoli nelle loro specificità.
E se il nostro tempo necessita di “aprire” modelli chiusi, figli di un passato remoto, allora lo sforzo maggiore è quello di non demolire la casa comune, ma ammodernarla e renderla trasparente e aperta.
Il sistema delle professioni intellettuali ha certamente bisogno di una “revisione” profonda e sostanziale ed al tempo stesso necessita di recuperare il valore di qualità innovativa e propulsiva.
Una qualità, quella professionale, che si genera e si alimenta di “competenze” frutto di percorsi scolastici, universitari, di alta formazione, di formazione permanente e di esercizio e di scambio professionale.
Guardare ad un nuovo Sistema Libero Professionale significa innanzitutto leggere il contesto di un modello sociale moderno e da modernizzare affinché ne diventi un elemento trainante.
Ne consegue una prima domanda: “Il valore Giuridico dei titoli di studio, così come espresso nella Carta Costituzionale, Art 33, è ancora rispondente ai principi sanciti dall’Unione Europea in materia di percorsi e riconoscimenti scolastici, universitari, formativi e professionalizzanti?”
Ed ancora: “L’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio professionale, può essere contestuale all’Esame Scolastico/Universitario, con la presenza di un componente dell’Ordine e/o del Collegio quale membro di Commissione Esaminatrice?”
Ed infine: “I tirocini oltre che essere svolti in ..concomitanza al corso di studio per il conseguimento della laurea di primo livello o della laurea magistrale o specialistica,… può essere svolto in una fase post iscrizione e pre abilitazione per un periodo limitato (un anno) presso studi professionali?
Certamente l’Esame di Stato abilitante all’esercizio professionale, di cui all’art. 33 della Costituzione, svolto in concomitanza con l’Esame di Stato per la conclusione dei percorsi Scolastici, Universitari favorirebbe la “moralizzazione”, la “trasparenza”, “la massima apertura” dell’iscrizione agli Albi Professionali.
La modernità del nostro tempo richiede anche modelli Gestionali degli Albi che siano rispondenti al modello Istituzionale e funzionali al modello sociale del nostro Paese.
La Carta Costituzionale, all’Art. 114 e all’art 117, riconosce le Regioni quali Enti Autonomi dotati di potestà legislativa anche in materia di professioni (legislazione concorrente).
Si ritiene pertanto che gli Ordini e i Collegi debbano dotarsi di propri organismi Regionali che interloquiscano con l’Ente legislativo Regionale.
Il nuovo livello Regionale non può essere disgiunto da uno stretto rapporto gestionale Nazionale.
Livello, quello Regionale, costituito dai livelli territoriale Provinciali, oggi livello che costituisce il solo Consiglio Nazionale.
Una competenza rappresentativa, non può essere disgiunta dalla funzione interlocutrice delle Istituzioni e della società in tutte le sue articolazioni, pubbliche e private. Singole o associate.
Per questo si ritiene che il principio di liberalizzazione delle professioni intellettuali debba innestarsi nel principio di partecipazione, entrambi alimentatori della qualità e della trasparenza professionale.
Si ritiene, pertanto, che a livello Nazionale, Regionale e Provinciale debbano essere costituite Assemblee deliberanti i bilanci, preventivo e consuntivo e i programmi annuali e pluriennali, analogamente a quanto avviene in tutti gli Organi eletti dello Stato.
Non meno rilevante sono altri due fattori che devono coinvolgere le professioni intellettuali:
le pari opportunità per le rappresentanze professionali femminili;
il limite di mandati (due o massimo tre retroattivi)
Due temi che anche le categorie professionali non possono più eludere.
Un modello armonico e moderno non può però prescindere una corretta relazione fra cittadini, imprese, servizi e prestazioni professionali.
Le categorie tecnico agricole, più di altre, per ragioni storico culturali ed economico sociali, sono state chiamate a sopperire alle qualità limitate dei servizi e delle prestazioni professionali “offerte” ai propri iscritti/aderenti da parte delle rappresentanze economico produttive. Ciò avviene, ovviamente, in netto contrasto con i principi di libera concorrenza e di tutela delle professioni intellettuali.
Di fronte a circa 17.000 iscritti al Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, solo circa 3.500 esercitano la libera professione. Ne consegue che i potenziali 13.550 professionisti, pur abilitati, non sono nelle condizioni di esercitare.
Tali rapporti fra iscritti ed esercitanti caratterizzano anche l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e il Collegio degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati. (categorie libero professionali verdi).
Prestazioni quali, contabilità aziendale, bilanci aziendali, comunicazioni previste dalla Direttiva Nitrati, Piani di Sviluppo Rurale, sottoscrizione dei contratti di affittanza o altre forme contrattuali (Patti Agrari), contratti di prodotto, corsualità per autorizzazione acquisto e distribuzione fitofarmaci, documenti attinenti la gestione del benessere animale e della biosicurezza, ecc. sono solo alcune delle prestazioni professionali svolte dalle rappresentanze di categoria. Rimuovere le incrostazioni dovute alla prestazione professionale presentata quale servizi alle imprese, determinerebbe una effettiva lotta alle prestazioni professionali sommerse, facendo emergere diffusi gangli di evasione e elusione.
Il “problema” di apertura dell’esercizio della libera professione al settore agricolo, ambientale e agroalimentare sono corrispondenti ad azioni, politiche di “liberalizzazione” del sistema rappresentativo delle imprese agricole e agro-alimentari per favorire una consulenza aziendale d’eccellenza, anche in ambito di organismi previsti dalla PAC (consulenza aziendale).
Si aprirebbero spiragli occupazionali professionali certamente significativi (stima superiore alle quindicimila figure professionali) oltre al favorire l’incremento del processo di modernizzazione del settore agricolo e agro-alimentare italiano.
Altra contraddizione che va rimossa non attiene alla opportunità d’esercizio della libera professione da parte dei “dipendenti pubblici”, garantita dai contratti nazionali di categoria e dalle leggi vigenti, ma dal conflitto di funzione che taluni professionisti manifestano svolgendo funzioni di Consigliere o altra carica rappresentativa degli Ordini e dei Collegi e di funzionario/dipendente pubblico.
Tali funzioni, purtroppo, determinano lobby interne alla pubblica amministrazione in contrasto con la materia di antitrust e di corretto svolgimento della funzione pubblica.
Per quanto attiene alla formazione permanente che garantisca un adeguato e costante aggiornamento per il miglior svolgimento esercizio della libera professione, si ritiene che oltre al sistema scolastico universitario, il modello ordinistico debba raccordarsi/rapportarsi anche al sistema di istruzione formazione professionale regionali, che svolge una qualificata azione formativa, anche d’eccellenza, cofinanziata dall’Unione Europea. Tali percorsi sono riconosciuti anche dalle normative nazionali in materia di accompagnamento al lavoro, professionalizzante.
Una corretta relazione tra professionista e clientela, sia essa privata o pubblica, può certamente fondarsi sulla contrattazione fra le parti. Ciò non indebolisce o svilisce la funzione del tariffario quale riferimento, indicazione per prestazioni professionali di qualità.
Anche da questo punto discende la “nuova materia” della liquidazione della parcella e della sua corrispondenza ai parametri di qualità professionale.
La liberalizzazione delle tariffe sembra rendere giuridicamente ininfluente o marginale la liquidazione da parte degli Ordini e Collegi delle parcelle. La norma di liberalizzazione dell’esercizio professionale non fissa limiti e parametri coerenti fra prestazione e tariffa.
Il mercato e la concorrenza possono certamente, dopo una fase forse lunga, determinare un assestamento tariffario, ma ciò non limita gli eventuali abusi, forme di liquidazione sproporzionate e eccessive.
Prevedere che oltre agli Enti pubblici, anche i soggetti privati, in caso di liquidazione giudiziale possano riferirsi al tariffario stabilito, NON DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, ma dal Ministero all’Economia, garantirebbe maggiore linearità del compenso della prestazione professionale offerta, oltre al liberare il Ministero di Giustizia di funzioni improprie.
La competenza demandata al Ministero dell’Economia favorirebbe inoltre l’aggiornamento delle tariffe in riferimento a nuove prestazioni, figlie dei processi di liberalizzazione, semplificazione e competitività in ambito pubblico e privato.
Per “liberare” i tribunali dai giudizi su tariffe e prestazioni professionali, la norma in materia di liberalizzazione delle professioni intellettuali potrebbe affidare la liquidazione delle “parcelle” al nuoco organo di disciplina territoriale e nazionale.
Sul terreno delle liberalizzazioni rimane inadeguatamente esplorato un altro tema ed è quello del riconoscimento di “Nuove” professioni.
Il sistema Duale sin qui auspicato e in parte attuato è ritenuto in netto contrasto con lo spirito di liberalizzazioni delle professioni intellettuali. Si ritiene che i nuovi Collegi e Ordini possano aprire le loro porte in termini interdisciplinari, di corrispondenza settoriale, ad altre figure professionali.
Fusioni fra Collegi e Ordini riconosciuti deve essere azione demandata alla liberalità delle scelte categoriali.
La liberalizzazione dovrebbe solamente favorire la costituzione di categorie libero professionali di comparto e di settore.
Tale semplificazione porterebbe ad una migliore relazione fra sistema Ordinistico e sistema produttivo, Camerale (Camere di Commercio).
Ed infine, le professioni Intellettuali vengano riconosciute quali interlocutori del Governo e del Parlamento in applicazione del principio delle politiche partecipate e negoziate.
Un cordiale saluto a tutti
Mario Braga


pt/2012/gmt/01

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libertà ma nel rispetto