venerdì 21 ottobre 2011

LO STILE DI UNA CATEGORIA CHE DEVE RINNOVARSI di Mario Braga

Cari Colleghi
Le votazioni per il rinnovo del nostro Consiglio Nazionale sono alle spalle.
Passioni, accenti sopra o sotto le righe, sollecitazioni a votare questo o quel candidato, sono ormai un ricordo.
Il “tono” del voto ha lasciato il posto alla “nota greve” dell’attesa dello spoglio.
Un’attesa caratterizzata da alcune incognite di risultato.
Lo abbiamo più volte ribadito, il nostro è un sistema di voto certamente singolare, tanto anomalo che a distanza di settimane ancora non si conoscono le “delibere, decisioni” di voto di alcuni Consigli. Forse alla nostra categoria piace la suspense. Un inciso, le votazioni dei Collegi Provinciali che si conoscono è solo dovuto alla scelta di qualche esponente di quel Consiglio di renderle “pubbliche”.
Non possiamo certo col nostro sistema elettorale, dopo la conclusione delle operazioni di voto, richiamare fantomatici principi di riservatezza e di privacy. Il voto dopo lo scrutinio sarà comunque pubblico, poiché pubblico è il deliberato del Consiglio del Collegio Provinciale.
In attesa dello spoglio, che mi auguro possa avvenire in tempi brevi, spero che il Nuovo CNPA, fra le innumerevoli cose da fare e rinnovare, metta mano anche alle modalità di voto e di spoglio, tempi vincolanti compresi, come avviene in tutte le realtà che evocano e applicano principi di partecipazione e di democrazia.
Non possiamo nasconderci dietro ad una foglia di gramigna. In questo periodo l’attesa si fa insistente e diffusa, qualunque sia il risultato, poiché tutti i nuovi, lo ripeto TUTTI, saranno chiamati a rispondere con azioni concrete alle domande che il voto ha intrinsecamente espresso.
Qualcuno, candidato e elettore, ha voluto dare forma alle domande stendendo un programma scritto, sottoscritto e divulgato.
L’attesa per chi ha vissuto il periodo elettorale con passione e con SERENITA’ non provoca alcun patema o sindromi negative varie. Questi chiedono lo spoglio e la proclamazione dei nuovi Consiglieri Nazionali, affinché, dopo aver eletto il Presidente, il Vicepresidente, il Segretario e il Tesoriere e dopo la verifica delle reali disponibilità di tempo e di competenza di ciascuno vengano assegnate le responsabilità settoriali, per avviare celermente un processo di riscatto della categoria.


I ritardi su troppi temi che ci coinvolgono sono evidenti e irrinviabili.


Responsabilità che tutti auspicano vengano vissute, finalmente, per coinvolgere tutte le vivacità professionali territoriali, così da produrre un effetto moltiplicatore delle nostre potenzialità rappresentative e non per frammentarle e frantumarle.
Diffusamente vengono esplicitate aspettative di un rinnovata dinamicità professionale. Lo sentiamo proferire, disquisire o proclamare ad ogni occasione d’incontro o di dialogo fra colleghi che credono, fermamente credono, nella nostra professione.
Nel clima che tutti viviamo, In questo periodo così pregno di dialettica e di acceso confronto è successo un fatto che non posso sottacere.
Il CNPA uscente, l’11 di ottobre, quindici giorni dopo la chiusura della fase di votazione, è stato convocato per deliberare in merito a diversi temi, alcuni dei quali, se non abrogati dal nuovo CNPA lo vincoleranno.
Niente di grave o illegittimo se la nostra fosse un’associazione di pescatori, di giocatori di briscola o una bocciofila (termine tanto caro al Presidente in carica).
Diversa valutazione va espressa, invece, proprio per quel termine “pubblico” che qualifica e legittima la nostra funzione rappresentativa di tutela e promozione categoriale.
Chi ha dimestichezza di statuti e regolamenti, che costituiscono e regolano il funzionamento di realtà pubbliche o private sa che vi è un periodo nel quale le funzioni deliberanti degli organi consiliari, di giunta, esecutivi e presidenziali vengono limitate alla solo funzione di gestione ordinaria e delle emergenze (per fortuna non siamo funzionali al sistema di protezione civile). Viene cioè garantita la sola continuità funzionale” e non deliberante.
Quando non esistono regolamenti che richiamano le funzioni degli organi consiliari nel periodo preelettorale, elettorale e post elettorale, pre-proclamazione e proclamazione degli eletti è lo stile che impone questi comportamenti.
Nessuno, in nessun organismo si arroga il diritto di vincolare chi democraticamente è chiamato, in quanto eletto, a gestire il futuro della categoria e/o della società.
Il nostro CNPA, ovvero la maggioranza del nostro CNPA, ha inteso per la prima volta sovvertire queste regole che prima che essere istituzionali sono etiche.
Il CNPA uscente, a maggioranza, ha ritenuto di deliberare su temi che dovrebbero essere prerogative decisorie del Nuovo Consiglio.
Forse l’approssimazione, una certa dose di superficialità e arroganza, forse alimentata dal timore di un risultato negativo, che corrisponderebbe ad un cambio di direzione, ad un rinnovo dei contenuti, dei metodi e degli strumenti rappresentativi, sta facendo deragliare quel principio di “dignità della sconfitta”.
Un principio che, ovviamente, caratterizza solo chi, se perdente, sa uscire di scena con stile e signorilità sapendo d’aver fatto il proprio dovere. Principio che vale per tutti, non solo per qualcuno, ma che vale di più per chi a maggiore responsabilità.
Ho perso molte volte e conoscono l’amarezza della bocciature, ne ho subite e vissute molte, sia personali che pubbliche, ma mai ho lasciato dietro a me scie di comportamenti scorretti. Scusatemi l’autocitazione.
Per questo mi auguro che fino al giorno della proclamazione del Nuovo CNPA, gli uscenti (ritirati, bocciati, confermati), tutti gli uscenti dal Presidente a ciascun consigliere, si limitino a esprimere propri pensieri, opinioni personali rimandando le azioni deliberanti a squadre ricomposte.
Uscire di scena con dignità non equivale certo a uscire dalla scena fra i fischi e una memoria annebbiata e polverulenta.
Chi vincerà, se qualcosa da vincere c’era e c’è, sarà chiamato a far vincere tutta la categoria con una qualità e uno stile, che dopo quanto succede, spero si presenti in modo diverso.

Mario Braga


pt/2011/gmt/10

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