giovedì 8 marzo 2012

PROFESSIONI TECNICHE: SEMPRE PIU' STRETTA LA COLLABORAZIONE.

SEMPRE PIÙ STRETTO IL PATTO FRA LE PROFESSIONI TECNICHE ITALIANE

Sisti, presidente Conaf:«Auspico che il periodo delle riforme si concluda in tempi brevi e poi lavorare per la ripresa del Paese»
Professioni tecniche sempre più unite, sia in questa fase della riforma delle professioni, con la proposta di Dpr firmata dalle Professioni Area Tecnica (Pat), che successivamente per una fase di crescita e sviluppo lavorativo soprattutto per i giovani professionisti italiani, in Italia e in Europa.
Un patto fra le professioni rinnovato anche in occasione dell’Assemblea dei presidente degli Ordini provinciali (92 Ordini dislocati in tutta Italia), che si è tenuta oggi e ieri a Roma, presso il Comando dei Carabinieri delle Politiche Agricole, che ha visto l’intervento dei presidenti di Architetti, Ingegneri, Periti Industriali e Periti Agrari, su invito del Conaf.
«Oggi come non mai l’unione fa la forza – ha sottolineato il presidente Conaf Andrea Sisti (nella foto)- . Noi ci siamo, ci siamo anche sul territorio, vogliamo che questa strategia di collaborazione, sempre più stretta, fra i Consigli nazionali delle professioni tecniche, dal centro invada anche la periferia, coinvolgendo gli ordini provinciali, gli iscritti e quindi anche le amministrazioni locali per un rapporto più collaborativo. Auspico che questo periodo di riforma si concluda nel modo più veloce, perché non c’è tempo da perdere, dobbiamo metterci subito a lavorare per lo sviluppo del Paese. In questo momento – ha aggiunto Sisti – è fondamentale un ambito comune di regole. Abbiamo parlato delle novità sulle società multidisciplinari, dovremmo per forza guardarci insieme e risolvere i problemi. Le diverse competenze professionali dei singoli ordinamenti rimarranno, ma all’interno delle nuove società ci sarà bisogno di andare in un’unica direzione. Vogliamo più innovazione e meno carte, più spazio ai giovani professionisti che devono essere in grado di mettere al servizio del Paese le loro idee e le loro conoscenze per lo sviluppo dell’Italia».
«Grande unità d’intenti con il Conaf, c’è voglia di cambiare – ha sottolineato Leopoldo Frerye, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti -; noi delle professioni tecniche non siamo una casta, non siamo burocrati, dobbiamo fare noi stessi in primis un salto culturale uscendo da una sterile difesa del singolo mestiere. Dobbiamo essere capaci di proposte perché la nostra forza sono le idee, le idee per il Paese che possono entrare nell’agenda del Governo. È fondamentale – ha aggiunto Frerye - una stretta collaborazione fra di noi, professioni tecniche laureate; questo già in parte succede tutti i giorni ma non abbastanza fra i nostri iscritti. Architetti e agronomi devono togliere i recinti e lavorare insieme, solo la collaborazione stretta può creare lavoro, in Italia e fuori dai confini nazionali, andandoci a prendere anche quei mercati internazionali che apprezzano e aspettano le nostre competenze professionali».
Ha sottolineato le posizioni costruttive delle professioni tecniche in questa fase di riforma Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri, ricordando il dialogo positivo che è in corso con il ministro Severino ed il Governo. «Nel documento del Pat -- ha affermato Zambrano - abbiamo fatto delle proposte per il Paese; proposte che devono camminare sulle nostre gambe ma ci aspettiamo che il Governo ci dia una mano per sostenerle. Il vero problema è che il Paese non riesce a produrre reddito, dobbiamo crescere per i nostri giovani che sono preparati e professionali, dobbiamo dare opportunità ai nostri giovani perché le opportunità ci sono ancora. Il nostro lavoro è solo all’inizio, ma l’anno in corso sarà fondamentale per il futuro, vogliamo dare una svolta in positivo a questo paese».
«Sono consapevole – ha detto Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali - che le nostre professioni dovranno collaborare, questo è il futuro; nessuno di noi sa fare tutto, ma insieme sappiamo fare di tutto. Fa preoccupare la situazione economica del Paese, anche in questo dobbiamo trovare strategie comuni, anche sul tema delle “gare al ribasso”facendo capire agli amministratori pubblici, che in certe condizioni non si possono fare le giuste prestazioni».
Prima uscita pubblica per Lorenzo Benanti, eletto ieri presidente del Collegio nazionale dei periti agrari: «Da ieri inizia una nuova gestione del Collegio dei periti agrari – ha detto Benanti -, ci vogliamo relazione con i soggetti con cui è giusto relazionarci, naturalmente con l’ordine degli agronomi. Il nostro lavoro inizia oggi, iniziamo ad analizzare le questioni che riguardano i progetti di riforma della professione, vogliamo essere propositivi».
Data: Mercoledi 07 Marzo 2012pt/2012/gmt/03

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