mercoledì 26 maggio 2010

BOCCIATO " IL TESTO UNICO DELLE PROFESSIONI" della On. Siliquini

Da:

http://mondoprofessionisti.comingonweb.it/sezione_s-12-professione%20in%20primo%20piano.html

Agrotecnici, Agronomi, Architetti, Ingegneri, Tecnologi alimentari e Geologi bocciano il testo unificato delle professioni ( n.d.r - e i Periti Agrari ?????).

Le professioni tecniche dicono no al Testo unificato della riforma delle professioni depositato dalla On. Siliquini e sulle proposte in esso contenute, molte delle quali "non condivise dalla maggior parte degli attori del sistema professionale". “Abbiamo preso atto con stupore – dicono i rappresentati degli ordini professionali - della riforma delle professioni depositato il 18 maggio scorso dalla Relatrice On. Maria Grazia Siliquini. Il Testo unificato che avrebbe dovuto, fra l’altro, riassumere le riflessioni condivise e le analisi presentate al Parlamento nel corso di 11 mesi di audizioni, contiene proposte, alcune anche di dettaglio (improprie in una legge di principi), che non sono condivise dalla maggior parte degli attori del sistema professionale ed in particolare dalle professioni tecniche. Fra le altre, gli Ordini e Collegi tecnici ritengono inaccettabile:
- il costante richiamo a ruoli associativi degli Ordini, che in realtà sono Enti pubblici non economici con funzioni di garanzia dei Registri pubblici per l’esercizio dell’attività professionale intellettuale;
- l’intervento di dettaglio nella autonomia organizzativa degli Ordini professionali nazionali e territoriali;
- la confusione nell’attribuzione ai Consigli nazionali di attività tipiche dei Consigli territoriali;
- l’introduzione di tariffe prive di qualunque effetto cogente;
- la spogliazione di funzioni istituzionali qualificanti dei Consigli nazionali e la loro riattribuzione ad un nuovo organismo, denominato “Consiglio Nazionale delle Professioni”;
- l’arretramento nella definizione delle modalità di gestione di rapporti convenzionali fra le Università e gli Ordini professionali, peraltro ledendo l’autonomia legislativamente garantita alle une ed agli altri;
- la più volte ribadita equipollenza di indefiniti percorsi di “formazione professionale” a titoli di studio di livello universitario;
- l’accorpamento degli Ordini e Collegi professionali da eseguirsi con modalità assembleari di tipo congressuale, in luogo di seguire stringenti percorsi legislativo-istituzionali;
- la postergazione nell’individuazione dei titoli di accesso ai nuovi Ordini solo dopo l’avvenuto accorpamento di “alcune” categorie professionali, talché una siffatta disposizione produce l’effetto di subordinare l’intera riforma al soddisfacimento di specifici interessi particolari, in contrasto con quelli generali;
- il divieto di segmentare, all’interno del medesimo Albo, competenze e titoli professionali secondo i diversi percorsi formativi di accesso, anche di diverso livello nonché di istituire specifiche sezioni;
- la soppressione automatica delle attuali Sezioni B degli Ordini che le detengono, senza acquisire i preventivi pareri vincolanti degli Ordini presso i quali dette Sezioni sono istituite;

In generale, poi, il “Testo unificato” pare confuso, in alcune parti contradditorio, senza alcun richiamo al principio della sussidiarietà, con norme in più punti arretrate rispetto alle attuali, ma soprattutto non capace di indicare i principi generali fondanti un moderno sistema professionale, in grado di tutelare gli interessi della collettività ed insieme dare valore e forza ai 2.000.000 di professionisti, per la metà giovani, iscritti negli Albi professionali. Nel riaffermare che il discrimine per l’accesso ad una professione intellettuale è il superamento di un percorso di studi universitario od equivalente e di un esame di Stato abilitante ex-art. 33 Costituzione, così come anche recentemente affermato dal Ministro della Giustizia, i sottoscritti Ordini e Collegi professionali esprimono vivissime preoccupazione per il possibile conflitto che sembra fin d’ora determinarsi fra le linee guida della riforma parlamentare e di quella governativa, auspicando che il Governo sappia ricomporre questa frattura nel senso richiesto dagli attori del sistema professionale, nell’interesse delle giovani generazioni e del Paese. Comunque, le professioni firmatarie che hanno preso impegno il 15 aprile con il ministro Alfano presso il ministero della Giustizia, stanno lavorando secondo quanto concordato in tale sede.

pt/2010

4 commenti:

  1. Proposta ingenerosa verso le professioni.
    Mi auguro, che anche il Collegio Nazionale dei Periti Agrari abbia bocciato il progetto.
    Aspettiamo che ufficializzi la propria posizione.

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  2. Che strano, sarà un caso, ma nell'articolo su Mondoprofessioni, non vengono citati: periti agrari, geometri e periti industriali......motivo?????

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  3. il motivo è semplice. se avete letto la proposta siliquini che ci ha inviato il cnpa, in tre punti aiuta le professioni diplomate ad emergere dalla serie "c" . ma voi contestatori lo capite che il cnpa promuove la categoria o no. certo che ha tutti contrari. sopratutto agronomi ed agrotecnici.

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  4. Certo che tu anonimo sei proprio ignorante (per non dire demente) quanto pesi. Ma non capisci che il COGEPAPI non eleva un bel niente. Tu pensi di poterti chiamare INGEGNERE solo per diritto normativo? Tu non hai nemmeno la testa da perito agrario. Vedi di andare a zappare i campi, nella speranza che non fai dei danni nemmeno lì.
    Gli Agronomi, sino a prova contraria, sono tutti già laureati e gli Agrotecnici prendono più candidati tra i laureati che non tra i semplici diplomati della scuola professionale.
    I periti agrari quanti laureati hanno iscritto nei loro albi provinciali sino ad oggi?
    Svegliati, pirla!
    Se vuoi una laurea, studia e vai a farti gli esami come tutti i cristiani.
    A meno che tu non voglia elevarti come ha fatto Bottaro nei confronti di Orlandi.
    Bella elevazione!
    Stefano T.

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