lunedì 31 maggio 2010

LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DEI CONSIGLI NAZIONALI DEGLI ARCHITETTI E DEGLI INGEGNERI.

Lettera aperta ai Presidenti dei Consigli Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri

Egregi Presidenti,

ho appena terminato di leggere l’articolo pubblicato da “Lavoripubblici.it - professioni”.

Mi permetto una considerazione personale che auspicherei, a chi legge, di criticare, spero in maniera costruttiva, su un livello di tipo concettuale.

Da un lato vedo Architetti e Ingegneri che, giustamente (dal loro punto di vista), se la prendono contro Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali per l'unificazione di questi ultimi in un unico albo.

Dall'altro lato vedo Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali che, giustamente (dal loro punto di vista), cercano di unirsi anche con lo scopo dell'appropriazione unilaterale dei laureati brevi nell'albo unico costituendo.

Vedo quindi una lotta dove alla fine il grosso del contendere è nient'altro che una platea di possibili candidati da iscrivere dall'una o dall'altra parte: i laureati triennali.

Qualcuno può contestare che sia una visione parziale e non gli posso dare torto. Ma rimane tuttavia il succo della sostanza.

E perchè questo?

Perché la sopravvivenza degli albi professionali è legata (in una visione miope, ma che alla fine è quella espressa dalla maggior parte dei rappresentanti delle categorie tecniche) ai numeri di iscritti agli albi e alle competenze professionali esercitabili dagli stessi.

E' innegabile, infatti, che più è alto il numero di iscritti e più è probabile (ma non certo) di vincere in una eventuale vertenza giuridica con terze categorie in tema di competenze.

Se potessi darVi un consiglio, molto umile, è di unire innanzitutto le Vostre due categorie professionali in unico albo, prima che lo facciano altre categorie, sempre che il modo di pensare e di operare a livello politico-legislativo nel campo della riforma delle professioni rimane quello sopra accennato.

In fin dei conti, se non erro, siete già uniti nella medesima casa (oltre che cassa) previdenziale (INARCASSA).

Perchè non Vi unite anche in un unico albo professionale?

Spero che tra le motivazioni non entri in merito il solito discorso (tipicamente italiano e di tutti i settori, a cominciare da quello politico) di poteri e sedie che nessuno vuole perdere.

Perché altrimenti si dimostrerebbe la bassezza tanto culturale quanto etica di chi governa, quanto, di pari grado, l'elevatezza dell'interesse strettamente personale ed individuale totalmente staccato dal bene pubblico, ovvero da quello degli iscritti e delle categorie che si rappresenta.

Al di là dei possibili consigli, quello che più si fa fatica a comprendere è il motivo per cui non si ragioni su un livello di riforma professionale di tipo verticale, anziché orizzontale.

Mi spiego meglio.

In Italia abbiamo tre livelli:

A - laureato quinquennale;

B - laureato triennale;

C - diplomato scuola media superiore.

Questo è uno dei possibili modi di vedere l'accesso agli albi professionali sulla scorta dei titoli di studio.

Proviamo a guardarlo da una angolazione diversa: che cosa hanno in comune Architetti, Ingegneri, Geometri e Periti Industriali?

Per caso non si occupano tutti e 4 almeno di un settore comune, cioé dell'edilizia?

Bene. E allora il gioco è fatto.

Sposatevi e procreate.

Tradotto: unitevi, definite i livelli che volete, trovate un accordo sulle competenze spettanti a ciascuno e non avete più bisogno di condurre dispute di qualsiasi genere con terzi, visto che il problema di chi può tenersi i laureati brevi scompare con l'unificazione delle quattro categorie.

Ovvero rimane tutto dentro una unica casa.

In fin dei conti sembra di assistere a un tiro alla fune per arrivare ad accaparrarsi in maniera monopolistica i laureati brevi.

Permettetemi un’ulteriore considerazione personale rivolta specialmente nei confronti degli Ingegneri.

Noto da parte di questi ultimi, correggetemi se sbaglio, un po’ (troppa) incoerenza: se fino a ieri siete sempre stati contro i laureati brevi (nonostante non avete mai smesso di iscriverli nelle sezioni B dei Vostri albi provinciali), perché ora ve la prendete tanto contro Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali che se li vogliono prendere in toto?

Se li iscrivete ai Vostri albi provinciali significa che , alla fine della fiera, interessano anche a Voi.

Altrimenti non li iscrivereste e non avreste nulla in contrario nei confronti delle altre tre categorie professionali se li tenessero tutti per loro.

Personalmente, onde evitare di mostrare all’esterno una lotta di tipo infantile, penso che bisognerebbe fare un passo che qualsiasi persona di buon senso farebbe: un unico albo, con le 4 categorie: Architetti, Ingegneri, Geometri, Periti Industriali.

Non solo: unificazione anche delle casse previdenziali. Se volete, altrimenti vedete Voi.

Se ci sono riusciti anche Commercialisti e Ragionieri, non vedo perchè Voi non possiate farlo.

A meno che non ci sia il solito motivo: sedie e poltrone da spartire e interessi personalistici da non toccare.

Da un certo punto di vista, sarei contento che L'albo Unico dei Tecnici per l’Ingegneria (portato avanti dai Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali) andasse in porto a dispetto degli Architetti e degli Ingegneri: i Presidenti Nazionali di queste tre categorie dimostrerebbero una forza, un acume ed una sagacia, migliori delle Vostre.

Ma, dal mio punto di vista personale, non me ne può fregar di meno di come vada a finire, anche perché, come più volte manifestato, appartengo ad un Collegio provinciale che alla pari di altri è totalmente contrario all’unificazione, tanto degli albi quanto delle casse previdenziali, con Geometri e Periti Industriali.

Quello che più rammarica e che fa proprio pena a me personalmente, sia come cittadino che come iscritto, è vedere questa battaglia senza senso tra le categorie professionali o, meglio, tra chi le governa dall’alto. Più che una lotta tra categorie o tra gli iscritti, sembra, vista dall’esterno, una lotta tra i Presidenti Nazionali.

Se, per un attimo, si scendesse con i piedi per terra, come i comuni mortali, probabilmente si avrebbe già capito da tempo immemore come risolvere il problema. O, quanto meno, dal parto dei primi laureati triennali.

Con una fava si sarebbero presi due piccioni: nessuna lotta tra le categorie per le unificazioni orizzontali e nessuna lotta per la spartizione o appropriazione dei laureati triennali.

Bisognerebbe fare uno sforzo per il bene del popolo italiano che già si trova ad affrontare problemi più seri e dare un segnale di buona volontà: trovarsi tra le 4 categorie (Architetti, Ingegneri, Geometri e Periti Industriali) e vedere di unirle.

A noi Periti Agrari certamente ci fareste un grande piacere.

Unirci con Geometri e Periti Industriali certamente non ci avvantaggia in nessuna maniera.

Anzi!

In termini previdenziali non può altro che danneggiarci, visto che la Gestione Separata Periti Agrari è tra le migliori (se non la migliore in assoluto), sotto tutti gli aspetti economici, tra tutte le realtà previdenziali italiane.

Non so se si può dire altrettanto di quella dei Geometri e quella dei Periti Industriali.

Di certo, come succede da Voi, chi si da tanto da fare per combattere le lotte per unificazioni o disaggregazioni, sono poche persone, le uniche che possono rimanere ai vertici al fine di arrivare alla pensione senza problemi.

Egregi Presidenti Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri fate uno sforzo costruttivo anziché demolitivo in questa riforma delle professioni.

Se ci tenete, altrimenti si potrebbe pensare che avete altri interessi.

Di quale natura, ognuno è libero di pensare quello che vuole.

In fin dei conti siamo in democrazia.

Non dimenticatevi inoltre che con la riforma Gelmini tra 5 anni non ci sarà più ne il titolo di Geometra ne quello di Perito Industriale.

Per cui, questi ultimi avranno bisogno di nuove forze: i laureati triennali.

E secondo Voi, vista la riforma Gelmini, dove possono finire?

A chi li darà il Governo?

Non ci sono vie di scampo: i laureti triennali, se non vi prendete in casa Vostra tanto i Geometri quanto i Periti Industriali, dovranno andare per forza di cose nella nuova casa unita di questi ultimi o in altre nuove case.

A meno che non abbiate soluzioni alternative.

L’impressione è comunque che queste tre categorie hanno molte più chance politiche di farcela nei loro propositi rispetto a Voi.

Ma come detto all’inizio si tratta di considerazioni esclusivamente personali.

Da ultimo, visto che avete tutte e 4 competenze in materia progettuale, perché non dimostrare il gioco di squadra nella progettazione della casa comune da parte dei 4 Presidenti Nazionali, così come fanno la maggior parte dei Vostri iscritti che già collaborano quotidianamente da decenni senza che nessuno glie l’avesse mai imposto?

Cordialmente,

Elia Sandrini

pt/2010

10 commenti:

  1. Caro Sandrini, mi permetta un chiarimento. Gli Ingegneri sono 220.000, un numero così imponente da non aver bisogno di nulla. Gli Architetti veleggiano verso i 100.000. Di unificarsi non ne sentono, ovviamente, la necessità.
    Queste due categorie non sono contrarie alla "unificazione" proposta dal COGEPAPI, semplicemente ne contestano il modo, ed in particolare l'usurpazione del tito "ingegnere" che in Italia identifica sempre un percorso di laurea. Tolto quel nome (e ferme le attuali competenze) nessuno avrà più nulla da dire.
    Personalmente trovo fondata e logica la riserva degli Ingegneri. I quali hanno finora iscritto i laueati "B" perchè la legge lo prevede, anche se senza troppo entusiamo.
    Più che una battaglia "senza senso" fra Ingegneri e COGEPAPI io la vedo come una reazione (degli Ingegneri) ad una prolungata, provocatoria aggressione del COGEPAPI (che dura da almeno 10 anni. Peraltro senza esito: 10 anni persi. E questo dovrebbe far, almeno un pò, riflettere).
    Per ultimo la riforma della scuola. Vero che non c'è più un diploma chiamato "perito agrario", ma ce n'è un altro, del tutto identico, che si chiama "agaria, agroalimentare e agroindustriale". Con questo nuovo diploma si potrà accedere all'Albo dei Periti agrari ESATTAMENTE così come ci si accede ora, con quello attuale. Tutto scritto nella riforma (si veda la TABELLA DELLE CONFLUENZE DEI DIPLOMI-Allegato D della riforma), puntualmente confermato mal MIUR in un incontro del 25 maggio scorso.
    Dunque non servono "nuove forze", ci sono quelle di sempre. Se poi non bastano (intendo dire, gli iscritti sono pochi) questo è un altro discorso e dipende, a mio parere, dalla politica fatta dal Suo Albo.
    Grazie dell'attenzione e chiedo scusa del disturbo.
    Roberto ORLANDI

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  2. Egregio Presidente Orlandi,
    il mio invito ad Architetti ed Ingegneri era rivolto principalmente ad un riforma delle professioni di tipo verticale.
    Al di là dei titoli di studio, personalmente, vedo molto positivamente quanto attuato dai Commercialisti e dai Ragionieri.
    Fondamentalmente, dietro le logiche dei restyling di facciata e/o delle appartenenze lobbistiche, quello che dovrebbe riguardare un vera riforma dovrebbe essere indirizzato principalmente alle competenze professionali dei vari Ordini e Collegi, al fine anche di bloccare quei continui falli a gamba tesa che si vedono quotidianamente tra professionisti di diversa appartenenza categoriale e magari con l’introduzione della esclusività a 360° per ciascuna categoria.
    Non certo con degli stravolgimenti. Anzi. Piuttosto in gran parte con delle conferme e in misura minore con delle innovazioni.
    Perchè conferme?
    Commercialisti e Ragionieri hanno confermato con il loro sodalizio o unione il settore di loro competenza: quello economico-fiscale. Gli manca la totale e completa esclusività, ma con una seria riforma delle professioni ci si potrebbe arrivare.
    Altrettanto potrebbero fare le 4 categorie citate nella mia lettera aperta.
    E così potrebbero fare altresì gli Agronomi, i Periti Agrari e gli Agrotecnici, che andrebbero (quanto meno) a dire (ed affermare) al resto del mondo che tutto ciò che riguarda il settore primario è di loro esclusiva competenza. Nessuna porta aperta ne a Geometri ne ad altre categorie.
    La mia è una semplice proposta basata più sul buon senso che non su progetti faraonici o su aspirazioni oniriche di tipo fantascientifico o di onnipotenza (leggasi COGEPAPI = Ingegneri).
    Bisognerebbe partire, cioè, da quello che succede nel mondo reale, quello del lavoro quotidiano, che non partire da ragionamenti derivanti da logiche di potere ormai desuete e lontane dalla realtà.
    Penso di non sbagliare nell'affermare che tutto ciò che riguarda il mondo dell'agricoltura, delle foreste e dell'alimentazione, dovrebbe essere di esclusiva competenza delle 3 categorie professionali testé citate.
    Eppure siamo bersagliati ogni giorno da altre figure professionali che minacciano (se non peggio) di appropriarsi di nostre specifiche competenze, lasciandoci in braghe di tela.
    Se la riforma portasse all'unione tra categorie che andassero a specificare con precisione e con esclusività il settore economico di competenza, non ci sarebbero più tutti quei fraintendimenti e/o secondi fini, più o meno mascherati, per arrivare a riforme irreali.
    La stessa cosa varrebbe poi anche a livello di concorsi pubblici, dove ormai nei settori tecnici anche di nostra competenza (come ad esempio il verde pubblico) la fanno da padroni localmente (comunale, provinciale, regionale) e a tutti livelli (dall’impiegato al dirigente) i Geometri, gli Architetti e gli Ingegneri. Nella regione Veneto è la prassi quotidiana.
    Personalmente penso (e spero) che la volontà di chiamarsi "ingegnere" sia solo per i Geometri e per i Periti Industriali, che probabilmente soffrono di inferiorità nei confronti di coloro che gli stanno sopra a livello culturale e professionale.
    Dal canto mio non vedrei male un'unione tra Agronomi-Periti Agrari-Agrotecnici e perché no: Tecnologi alimentari, Geologi, Veterinari, Biologi.
    Anche in senso previdenziale attraverso l’unificazione delle rispettive casse, meglio ancora se fosse fatta sotto il tetto dell’ENPAIA.
    Nel ringraziarLa del Suo intervento, Le chiedo come Lei veda la riforma delle professioni e quali sono gli obbiettivi a cui mira il Collegio Nazionale degli Agrotecnici.
    Da ultimo, Le chiedo: se il COGEPAPI andasse in porto, con le modifiche richieste da Ingegneri ed Architetti, cosa farebbe il Collegio Nazionale degli Agrotecnici?
    Cordialmente,
    Elia Sandrini

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  3. Rinvio nuovamente una informazione che si è persa nel web:
    Leggere pdl Atto Senato N. 3789 e N. 3762, Atto Camera N. 6295

    "Istituzione dell’Ordine dei tecnici laureati in ingegneria e delega al Governo per la confluenza degli iscritti agli albi dei collegi dei geometri, dei periti industriali, dei periti agrari ed agrotecnici nell’Ordine dei tecnici laureati in ingegneria, nonche´ delega per l’unificazione delle rispettive casse di previdenza e assistenza"

    Saluti

    Vittorio T.

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  4. Cari Sandrini, anzitutto complimenti per la competenza su questioni così complesse, insolita in un Presidente provinciale: è segno che lei segue con passione tutte le dinamiche professionali, e questo le fa onore.
    Voglio ricordare che la fusione "verticale" fra Commercialisti e Ragionieri fu resa possibile da due elementi: 1-le competenze professionali delle due categorie erano identiche. Non simili: identiche (il che non è, ovviamente, fra geometri ed ingegneri). 2-i ragionieri da tempo iscrivevano solo soggetti laureati, dunque non vi erano più problemi di titoli diversi, se non in via residuale. Nonostante ciò le due casse non si sono fuse perchè quella dei commercialisti ritiene quella dei ragionieri malmessa, e non si vogliono accollare oneri (un pò quello che i suoi rappresentanti dicono della fusione della Cassa dei Periti agrari con i Geometri).
    Vengo alla riforma: il discorso è complesso e non posso qui riassumerlo. Come Albo abbiamo fatto molti documenti, se le interessano posso mandarglieli, articoli sono usciti anche sulla rivista L'Agrotecnico. L'obiettivo è comunque rendere più forti le professioni, con più opportunità per tutti, in particolare per i giovani.
    Mi è più facile rispondere sul quesito "COGEPAPI". Io ritengo questa fusione ottima per i geometri, buona per i periti industriali, disastrosa per i periti agrari, che si vedrebbero "disciolti" in un calderone di 150.000 persone: voi che siete 16.000 "ufficialmente" ma, io temo, assai meno realmente.
    Come Lei sa, noi propugnamo una "federazione" delle professioni del settore agrario (Agrotecnici, Periti Agrari, Agronomi e Tecnologi alimentari) per dare vita ad un polo comune per materia, senza esclusive: quelle ce le vogliamo guadagnare sul campo.
    Lei mi dirà che sono matto: gli Agronomi si sentono superiori, con il vostro Nazionale... inutile commentare. Eppure io sono convinto che questa è l'unica strada: unire chi è simile. Per dare valore al nostro mondo. E se i vertici sono contrari, non così gli iscritti. Io parlo con tutti: e non trovo un solo Perito agrario od un solo Agronomo, di quelli che lavorano professionalmente, che non sia d'accordo con questa idea. Che dunque si imporrà, perchè già ora vive nelle persone.
    Nel frattempo, se si farà il COGEPAPI (ma la vedo dura), noi resteremo soli. A portare avanti la nostra idea. Soli per modo di dire: l'anno scorso siamo cresciuti del 28%.
    Già ora il 31% dei nostri candidati è laureato. Periti e Geometri, invece, hanno iscrizione in calo e nessun laureato.
    Roberto ORLANDI

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  5. In questo interessante e qualificato dibattito a distanza promosso dalla " lettera aperta" di Elia Sandrini ci vorrebbe il concorso di altre riflessioni ( CNPA, Agronomi). Confidiamo che ciò avvenga.
    L'iniziativa di Sandrini nella lettera e nei commenti, come i commenti di Orlandi mettono in evidenza che il dialogo ci può stare ,come la necessità di andare oltre " le vecchie logiche di posizione" che non danno prospettive future. E' la realtà della professione quotidiana che conto e alla quale dobbiamo guardare e dare delle risposte.
    Sono alresì perplesso dai giudizi aprioristici sulla impossibilità del dialogo con agronomi e agrotecnici e che da per scontato la soluzione COCEPAPI. Se questa è l'idea del nazionale dei periti agrari è tale perchè voluta dai vertici e perchè non si è aperto ( nei momenti giusti) un confronto sulla sostanza delle cose e sulla ipotesi di un progetto condiviso da realizzare in tutte le sue componenti con le altre professioni verdi. ( Questo è stato fatto ?????).
    I tecnici verdi " uniti, federati, confederati ecc ( Agronomi.periti agrari, agrotecnici = AG.PA.AG.)hanno un senso e una logica sotto il profilo formativo e delle competenze professionali e soprattutto " consoliderebbero" ruolo e presenza nei settori di loro competenza. Un legame che ci farebbe crescere " tutti", mentre divisi saremmo tutti più deboli a vantaggio di altre professioni ( che è ciò che avverrebe nell'ipotesi COGEPAPI).
    COGEPAPI, che segnerà la fine della indentità del perito agrario dopo 80 anni, creando un qualcosa che non sappiamo cosa sarà e cosa farà.
    Delle due, preferisco mantenere l'identità del perito agrario che si misura con altre professioni a noi vicine.....la forma si può studiare e questa è una strada da esplorare cercando di dare più credito a ciò che unisce rispetto a ciò che divide. Basta alle polemiche strumentali, agli sgambetti e si guardi di più agli interesi degli icritti.
    Pm. Tiraboschi

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  6. Gentilissimo Signor Vittorio T.,
    la ringrazio per l'informazione che ci ha comunicato.
    Mi permetto di integrarla indicando la pagina web per uno dei documenti che Ella ha indicato (Disegno di Legge n. 3789):
    http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00182011.pdf
    Per gli altri due documenti, Le chiederei gentilmente di completare l'informazione mettendo anche Lei le rispettive pagine web, al fine di dare la possibilità di scaricare i documenti in pdf.
    Nel ringraziarLa, La saluto cordialmente.
    Elia Sandrini

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  7. Non c'è dubbio che il futuro sarà quello che indica Tiraboschi: un unico Albo delle professioni "verdi".
    Una prova indiretta sono gli esami di abilitazione di Agrotecnico, i termini per le domande si sono appena aperti e si chiuderanno il 28 giugno prossimo. Oggi sono però arrivate le prime 5 domande, così suddivise: un laureato in agraria Classe 20; un laureato in economia aziendale Classe 17; due laureati in scienze ambientali Classe 27; un diploma sperimentale in "tecnologie alimentari" conseguito presso un ITAS. Una grande varietà di titolo, ma TUTTI afferenti al settore agro-alimentare e ambientale.
    E' questo il futuro da costruire: un solo Albo. Io spero insieme ai Periti agrari, se vorranno. Oppure, come del resto già stiamo facendo, da soli.
    Roberto ORLANDI

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  8. Sono un ingegnere triennale iscritto alla sezione B dell'albo.

    Vorrei precisare che non sono un laureato breve, ma la legge dello stato (art.8 comma 2 ed art.13 comma7 del M.I.U.R.270/2004) asserisce che sono LAUREATO e quindi DOTTORE IN INGEGNERIA.

    Circa lo IUNIOR, c'è una sentenza emessa dal consiglio di stato, anno 2009, in cui il C.N.I. è stato condannato, sentenza nella quale a pag.18 e 19 è scritto che l'aggettivo IUNIOR in quanto improprio NON HA RILEVANZA SPECIFICARLO.

    Circa l'albo unico dei tecnici DIPLOMATI va bene.
    Geometri, Periti agrari e Periti industriali ASSIEME, va bene per me.

    Non capisco che ci azzeccano GLI INGEGNERI ED ARCHITETTI LAUREATI con i PERITI AGRARI.

    Voglio dire,
    gli ingegneri ed architetti iscritti alla sez.B dell'albo SONO GENTE LAUREATA che ha fatto un percorso di studio UNIVERSITARIO perchè mai dovrebbe stare insieme e per forza con chi ha fatto solo le scuole superiori?

    Forse perchè i diplomati alle scuole superiori vogliono avere , con questo escamotage le stesse competenze dei LAUREATI?

    Troppo facile cari!!!

    Se il geometra vuole avere le stesse competenze di un ing. sez.B, è bene che esca le palle e si faccia 30 esami TOSTI del corso di laurea in ingegneria.

    E poi voi periti agrari, che centrate con i periti industriali?

    Non fate prima ad allearvi con gli agronomi/agrotecni/forestali?

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  9. Vi conviene perdere la vostra IDENTITA' e STORIA di PERITI AGRARI fondendovi con chi non ha nulla in comune con voi?

    Mi riferisco a geometri e periti industriali da cui il RIDICOLO CO.GE.PA.PI..

    Vi ricordo che tutte le iniziative del CO.GE.PA.PI. sono state FALLIMENTARI e vi siete INIMICATI più del solito ingegneri ed architetti.

    Complimenti quindi a chi vi rappresenta. Ha ottenuto un buco nell'acqua con il fatto dell'albo unico dei tecnici laureati.

    LAUREATI???

    MA VOI NON SIETE DIPLOMATI??

    E PERCHE' VOLETE ESSERE CHIAMATI LAUREATI SE NON LO SIETE???

    I vostri rappresentanti hanno ottenuto poi NO a raffica da INGEGNERI, ARCHITETTO ED ANCHE DAL M.I.U.R..

    Ma voi periti agrari fareste meglio ad affiancarvi agli agrotecnici/forestali.

    Dite di avere competenza nell'edilizia.
    Voi diplomati?
    Voi periti agrari?

    Quindi voi periti agrari potete progettare palazzi, strade, ponti come gli architetti ed ingegneri?

    Ma fate ridere, ve ne rendete conto?

    Siate più umili.

    I laureati, i DOTTORI INGEGNERI SEZ.B ed i DOTTORI ARCHITETTI SEZ.B non vogliono in alcun modo stare in un albo di diplomati alla scuola superiore.

    La laurea cosa ce la siamo presi a fare?

    Secondo voi, io MI SONO LAUREATO IN INGEGNERIA, ho fatto 34 esami piu' la tesi più 4 esami per l'abilitazione ....tutto questo PER ISCRIVERVI con nello stesso albo dei periti agrari?

    Ma come vi fa la testa?

    Ma ragionate?

    Se volete essere chiamati ingegneri ed avere le nostre competenze di LAUREATI dovete fare l'università E NON USARE ESCAMOTAGE/SCORCIATOIE tipo l'albo unico.

    Poi sull'albo unico dei tecnici DIPLOMATI, secondo me, voi periti agrari avete tutto da perderci.
    I geometri e periti edili, vi schiacceranno. Per voi è meglio essere indipendenti!

    Un Dott.Ing. SEZ.B

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  10. Carissimi Ingegneri triennali,
    ho letto con piacere le Vostre considerazioni.
    Forse non ci siamo capiti bene.
    Qui chi vuole il COGEPAPI sono i Consigli Nazionali delle tre categorie (geometri, periti agrari e periti industriali).
    Ripeto: i Consigli NAZIONALI !!!!!!!!
    Non mi sembra di scrivere in arabo: ma se avete letto bene il Collegio dei Periti Agrari di Verona (il più numeroso d'Italia) non vuole unificarsi ne con geometri ne con periti industriali.
    E la stessa cosa vale per altri Collegi PROVINCIALI diffusi in tutta Italia.
    Una seconda cosa: se va in porto l'unificazione dei tre albi, i primi a perderci siete Voi, perchè dovreste lasciare l'Ordine attuale per andare in quello nuovo, con i diplomati.
    Quindi se ci tenete tanto a rimanere nell'attuale Ordine, invitate il Vostro Consiglio Nazionale a far terra bruciata a livello politico-legislativo nei confronti del progetto di legge presentato dai Consigli Nazionali delle tre categorie dei diplomati.
    Con tutto rispetto, so che cosa significa diventare ingegnere, dato che sono in una famiglia di ingegneri (mio padre, mio fratello) e in più ho un fratello architetto.
    Però il rispetto deve essere reciproco.
    Il perito agrario ha competenza professionale per legge (28 marzo 1968, n. 434 e 21 febbraio 1991, n. 54) anche nell'edificabilità rurale:
    "La progettazione, la direzione ed il collaudo di opere di miglioramento fondiario e di trasformazione di prodotti agrari e relative costruzioni, limitatamente alle medie aziende, il tutto in struttura ordinaria, secondo la tecnologia del momento, anche se ubicate fuori dai fondi;".
    La nostra aspirazione non è fregar lavoro agli iscritti di altre categorie e tanto meno fare la "lotta" alle altre categorie.
    Il nostro problema (e che qui in molti solleviamo) è quello di trovarci con un disegno di legge che non ci appartiene e che non condividiamo.
    Il mio era semplicemente un invito a Ingegneri e Architetti a prendersi nella loro "casa" nazionale i Geometri e i Periti Industriali, in modo tale da gestirseli come meglio preferiscono e senza che facciano danni legislativi a destra e a manca.
    Un pò come fanno i genitori con i figli discoli e troppo vivaci.
    Vedete Voi.
    Un cordiale saluto,
    Elia Sandrini

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libertà ma nel rispetto