venerdì 7 maggio 2010

ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRESIDENTI PROVINCIALI: LETTERA APERTA DEL Per. Agr. MARIO BRAGA.

Per Agr BRAGA MARIO
Largo Piamarta n. 4
25025 MANERBIO (BS)
N. Iscr. Albo 290
Manerbio, 06/05/2010




                                                                  Ai Colleghi Periti Agrari


                                                                   Loro Sedi E-Mail


Carissimi Colleghi

Sabato prossimo (l’8 maggio) è stata convocata l’Assemblea dei Presidenti dei Collegi Provinciali dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati.

Alcuni di Voi mi hanno sollecitato a parteciparvi e lo hanno fatto evocando le funzioni che attualmente sono chiamato a rivestire: Presidenza del CRPA (Consiglio Regionale Periti Agrari) della Lombardia e il ruolo di componente del Comitato Amministratore della nostra Cassa.

A queste sollecitazioni ritengo doveroso dare una qualche risposta.

Come potete verificare quotidianamente i ruoli regionali vengono riconosciuti dal Consiglio Nazionale a corrente alterna.

I Coordinamenti ed i Consigli Regionali un giorno occupano un qualche spazio in una qualche circolare nazionale, un altro sono funzionali a organizzare incontri d’approfondimento per la categoria, in altri ancora vengono definiti in forme diverse per relegarli a marginale funzione associativa, non riconosciuti. A tal proposito vi ricordo che recentemente (due settimane fa) per l’ennesima volta la Regione Lombardia ha avviato un’azione di coinvolgimento ufficiale del CRPA con la sottoscrizione del protocollo d’intesa per la definizione delle “Linee di Indirizzo Progettazione delle Opere di Difesa del Suolo Regione Lombardia”. Devo riconoscere che la Regione opera senza considerare le determinazioni del CNPA, ma appellandosi al dettato Costituzionale in vigore.

In veste di Presidente del CRPA non sono stato invitato all’Assemblea Nazionale.

Se la motivazione fosse quella di ricondurre il ruolo regionale ad altri momenti di incontro, rimando tutto al mittente per la totale, assoluta mancanza di tali occasioni.

Alcuni colleghi mi informano, inoltre, che nel passato, esponenti del ENPAIA sono stati, invitati alle Assemblee Nazionali. L’iniziativa mi apparer rilevante, visto che le politiche previdenziali rappresentano il portale della categoria. Noi siamo riconoscibili se i nostri iscritti ampliano lo spazio libero professionale, senza nulla togliere alla positiva adesione di quanti iscritti svolgono altri “lavori”.

Anche in veste di componente del Comitato Amministratore della Cassa Periti Agrari non sono stato invitato, ne come auditore/ospite, ne come interlocutore della categoria.

Ma vi è un altro motivo che mi ha convinto a non partecipare all’Assemblea Nazionale, organo non riconosciuto dalle normative vigenti della nostra categoria, ma momento straordinario di riflessione, approfondimento, scambio di vedute e di progetti per il rilancio della nostra, unica e inimitabile professione.

Ascolto da molte fonti che il CNPA avrebbe intrapreso azioni legali conto di me. Se il CNPA ha ritenuto che la mia colpa sia davvero lesiva della categoria, sarebbe stato opportuno che me lo avesse comunicato, per impedirmi di continuare sulla strada intrapresa o almeno per la corretta relazione che deve sussistere fra il CNPA e tutti i suoi circa 16.000 iscritti. O forse per ascoltare le Ragioni dei fatti che vedono coinvolti decine di Collegi Provinciali, oltre a numerosi colleghi Periti Agrari.

Rimango in attesa di eventi.

Purtroppo non essendo ufficialmente a conoscenza di azioni intraprese nei miei confronti, non intendo con la mia presenza alimentare ulteriormente fantasiose congetture.

Ma se avessi avuto l’opportunità d’essere presente certamente avrei esternato il mio personale pensiero su queste ultime fasi che coinvolgono il nostro Presidente Nazionale e la nostra categoria.

Avrei certamente rilevato come la colpevolezza o l’innocenza di una persona non possono e non devono essere espresse in pubbliche piazze, in sedi istituzionali di rappresentanza di categoria o in occasioni convegnistiche o assembleari. La colpevolezza e l’innocenza di responsabilità che attengono alla sfera personale, anche quando svolte rivestendo pubblica funzione, vanno ricondotte a chi commette il fatto e alle sentenze dei Giudici.

Proprio per questo motivo la colpa personale, quando coinvolge chi occupa un ruolo pubblico, assume il significato che travalica la norma penale. Assume su di se tutto il significato riconducibile alla sfera Etica e Morale.

La nostra categoria, con grande lungimiranza aveva saputo coniugare questi due aspetti della sfera personale e della responsabilità professionale, anche rappresentativa, codificando e applicando i principi Deontologici.

Un Ministro, in questi giorni, si dimette per ciò che la stampa riporta in merito a presunte responsabilità (nemmeno oggetto di indagine?). Il nostro Presidente non si dimette dopo una prima e una seconda condanna.

Non voglio con questo impedire o limitare la possibilità del Presidente Nazionale (dipendente scolastico) di difendersi in tutte le sedi proprie e di dimostrare tutta, mi auguro tutta, la propria estraneità dei fatti (mi convincono le assoluzioni. Mi convincono meno le prescrizioni). Ma se la giustizia permette a qualsiasi imputato di dimostrare la propria innocenza e ogni persona e innocente salvo prova contraria, a seguito di una sentenza di colpevolezza, la persona è colpevole salvo prova d’innocenza che confuta la sentenza.

Continuerei la mia riflessione, affermando che le dimissioni immediate del Presidente Nazionale non sarebbero state, quindi, un atto di disponibilità, di sensibilità, di delicatezza istituzionale, ma un atto dovuto.

Quando si ha un alto senso della rappresentanza pubblica, non si può, nemmeno per ragioni non riconducibili alla colpa personale, contribuire a infradiciare la credibilità e l’immagine dei propri iscritti e della propria categoria.

Vi è un tempo per ogni stagione, anche per sgombrare il campo da coinvolgimenti impropri della categoria.

Ma non fermerei il mio disquisire.

Continuerei ripercorrendo questo lungo periodo di omissioni informative, che il Perito Agrario in questione, ha adottato nei confronti di tutti gli organi della categoria.

Ad ogni domanda, interrogazione sui fatti ascrittigli sempre è stato risposto, nel passato, che erano fatti da ricondurre alla sfera personale.

Se così fosse, diventa arduo comprendere come invece tutte le azioni di difesa vengano riportate e forse ricondotte nell’ambito del CNPA.

Visto che le indagini e gli strumenti utilizzati a compiere i reati (atti processuali) sono stati individuati anche nell’ambito della nostra sede nazionale, forse quel Consiglio Nazionale che persegue altri, avrebbe avuto il compito d’indagare al proprio interno. Il reato rilevato in decreto di condanna è stato effettuato anche all’interno della sede nazionale.

Tutto ciò non può lasciare tutta la categoria, ripeto tutta la categoria, nell’ambito di condizioni di coinvolgimento verso responsabilità che non le appartengono, ma che sono state provocate da chi ha pro tepore la massima rappresentanza categoriale.

Il Collegio di Roma, presieduto da un suo collega d’istituto scolastico, avrebbe dovuto meglio valutare tutti questi ed altri aspetti, al fine di tutelare il suo iscritto e tutta la categoria.

Ed infine, non sottacerei nemmeno la modalità con la quale il CNPA, assumendo una responsabilità che non le è riconosciuta, ha ritenuto di intraprendere azioni contro i propri Presidenti Provinciali, senza peraltro avere l’accortezza di un qualche approfondimento di merito e di funzione in più.

Un fatto mai avvenuto nella storia della nostra categoria, dalla sua fondazione ad oggi.

Le prime avvisaglie di comportamenti poco ortodossi del CNPA e del Suo Presidente si sono avute con la causa intentata e vinta dal Presidente del Collegio di Napoli, sulla richiesta di copia dei bilanci.

Le case di vetro non hanno bisogno di richieste informative, chi l’abita mostra tutto quanto in essa vi succede.

Concludendo. Non so se richiamare i principi Etici e Morali, o recuperare i principi ispiratori e caratterizzanti della nostra legge istitutiva, o ancora le norme del governo categoriale, sia utile, di fronte ad un’Assemblea Nazionale che avrebbe dovuto avere un solo punto all’Ordine del Giorno:

Relazione del Presidente in merito ai fatti a lui ascritti e conseguenti dimissioni irrevocabili".

Ecco! Queste considerazioni, e forse anche altre, avrei posto all’attenzione di tutti i Colleghi che oggi da Presidenti o da componenti il Consiglio Nazionale e Provinciali gestiscono l’Albo che ci dovrebbe rappresentare con l’autorevolezza della funzione pubblica demandataci dalle leggi dello Stato Italiano.

Vi prego di Considerare queste riflessioni un motivo in più di espressione della mia personale amarezza per il coinvolgimento della nostra categoria per responsabilità personali, e la soddisfazione di rilevare che molti colleghi dimostrano di perseguire con convinzione e passione il tempo della speranza.

A presto

                                                                                Per Agr Mario Braga

pt/2010

1 commento:

  1. dunque, capiamoci, non sei il presidente del coordinamento ma di alcuni collegi che hanno aderito ad un fantomatico collegio regionale. Cremona e Mantova non ne fanno parte mentre bergamo e milano ti contestano.
    Perchè il CNPA dovrebbe invitare un tale soggetto ad una riunione dei presidenti alla quale ho sempre partecipato ma non ho mai visto un rappresentante regionale invitato in tale veste.
    sul resto stendo un velo pietoso di misericordia perchè la causa della inesistente partecipazione alla riunione di verona organizzata dall'enpaia è la tua presenza come moderatore. cosa vuoi moderare se in 6 anni come consigliere a roma non hai fatto nulla. chiaro che puoi rispondere ma dimostra cosa hai fatto. sei un parolaio politico che è passato da dini a di pietro. complimenti per la coerenza politica.

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