martedì 15 giugno 2010

LA PRESA DI POSIZIONE DEL " CO.GE.PA.PI." SUL COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO AGROTECNICI E INGEGNERI.

La confusione regna.
Al comunicato stampa congiunto degli agrotecnici e ingegneri ( pubblicato su questo blog), risponde con una dura nota ( da Italia Oggi dell'11/06/10) il CO.GE.PA.PI - COORDINAMENTO DEI GEOMETRI PERITI AGRARI E PERITI INDUSTRIALI - .
Il contendere, non è materia di poco conto.
Agrotecnici e Ingegneri dicono: il nuovo diploma tecnico ( riforma Gelmini) consentirà ancora l'accesso agli albi professionali.
Il COGEPAPI dice: no, l'obbligatorietà per i futuri diplomati di completare la formazione, ai fini dell'accesso a una professione regolamentata,  con un percorso universitario o equivalente della durata di tre anni..
Noi poveri tapini chiediamo lumi.
Se poi, i soloni delle professioni non capiscono un " c....." immaginate chi deve decidere il proprio futuro.
Suvvia, correte tutti ai ripari e dateci delle risposte chiare e concrete.
PeritiAgrariLiberi
pt/2010

4 commenti:

  1. Difficile che ci dicano la verità.
    Gli interessi sono molti.
    Certo quello che stupisce è che qui ci si affronta con comunicati stampa, come si trattasse, per ognuno, di possedere la verità assoluta.
    Nemmeno si trattasse di pagine della Bibbia!
    Mah?
    Certo che i Consigli Nazionali dovrebbero dimostrare più cautela e lasciar parlare gli organi di stampa del Governo o dei Ministeri.
    In fin dei conti non mi sembra che l'organo legislativo in Italia sia costituito dagli organi nazionali delle categorie professionali.
    O sbaglio?
    Mi sembra che ci sia una rincorsa a tirare la giacca al Ministro dell'Istruzione. Per fortuna che non si tratta di tirargli la gonna altrimenti povera Gelmini.
    Un pò di decenza e di diplomazia, però, ci vorrebbe da entrambi le parti in contesa per i comunicati stampa.
    Ma perchè invece di litigare come fanno i bambini, questi signori di una certa età, ormai prossimi alla pensione e destinati alla fine del loro ciclo di vita terrena, non si siedono tutti intorno ad un tavolo e cominciano a discutere in maniera civile e adulta per il bene dei giovani che si appresteranno un domani al mondo delle professioni?
    Semplice: perchè questi vecchietti, panzoni, con odori acri e vissuti, non vogliono smuoversi dalle sedie che occupano.
    Piuttosto preferiscono marcire seduti, con i vermi che gli escono da tutti i fori.
    Ci vorrebbe nuovamente un bel '68 misto a rivoluzione francese (ghigliottine), ma probabilmente è pretendere troppo, visto che i vecchietti fanno crescere le nuove generazioni in maniera dipendente da tv, pc, droghe, alcool, e tutto quanto rimbecillisce e depaupera la materia grigia.
    Se non ricordo male in un film si diceva: "Viva la beata ignoranza: ti fa star bene di testa, di cuore e di panza."
    Cosa dici Piermaria: che fosse un detto tipicamente romanesco, ossia "de Roma"?

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  2. Caro Sandrini, qui di interesse c'è n'è uno solo: quello del COGEPAPI a sostenere l'insussistente tesi che serve una laurea dove oggi serve un diploma. Il perchè lo ha già capito: così avrebbe più forza, molta più forza l'idea dell'albo degli "ingegneri tecnici". Se è quello il livello minimo di accesso, sarebbe più o meno obbligatorio farlo un albo così.
    Certo, lei dirà che questa è la mia opinione e non un fatto. Ed ha ragione. Voglio perciò farle una breve cronistoria. Nei mesi scorsi è uscito un comunicato stampa COGEPAPI nel quale si sosteneva che la riforma della scuola (badi bene: la riforma, non altro) avrebbe imposto una elevazione dei titoli di accesso agli albi. Lo avrebbero detto a quelli del COGEPAPI, con una sola voce, i Direttori MIUR NARDIELLO e DUTTO. Dal momento che nella riforma non c'è nulla del genere, come Agrotecnici non abbiamo fatto polemica, ma invece abbiamo scritto ai due Direttori per conoscere se era vero quanto affermato e, per favore, che ci indicassero la norma. Analoga richiesta l'hanno fatta gli Ingegneri. Il MIUR non ci ha risposto, ma il 25 maggio ci ha convocati: noi due richiedenti lumi più i tre del COGEPAPI. Erano presenti precisamente i Direttori NARDIELLO e DUTTO; la riunione è stata "vivace" ma chiaro il risultato: la riforma cambia i titoli di studio NON LE REGOLE DELL'ACCESSO AGLI ALBI, per farlo, hanno spiegato serve una legge specifica (bella scoperta!). Ed alle obiezioni molto energiche del suo Presidente Bottaro e di un certo (mi pare) Giordano che lo accompagnava, secondo i quali essi non avrebbero più iscritto nessuno all'albo, perchè la legge professionale gli impone di iscrivere solo "periti agrari" la Direttrice Nardiello ha risposto così "Scusi, ma lei non si è letto il decreto, non si è letto la tabella B" (quella delle confluenze). La Tabella B indica la corrispondenza di un attuale diploma a quelli nuovi. I nuovi diplomi equivalgono a quelli attuali (con le stesse possibilità) secondo quanto prescrive la Tabella B. La si trova facilmente in internet e nel sito del MIUR e troverà scritto che, per quel che riguarda la sua categoria, che al nuovo diploma "Agraria, Agroalimentare ed Agroindustria" corrisponde l'attuale diploma di "perito agrario".
    Questi i fatti, piacciano o non piacciano. Fatti che chiunque può verificare in proprio, nel modo che ho detto. Cordiali saluti.
    Roberto Orlandi

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  3. Egregio Presidente Orlandi,
    La ringrazio per la Sua precisazione.
    Penso che tutti si rendano conto del fatto che ci siano al giorno d'oggi (magari più che in passato) persone che cercano di far passare
    pane per polenta o lucciole per lanterne.
    In fin dei conti siamo nell'era della comunicazione e il quinto potere è molto conteso, probabilmente più per stravolgere che per riportare la realtà e la verità.
    Da parte mia, insisto, umilmente, sul polo delle professioni verdi, agro-alimentari, tecno-agricole, ecc. ecc.
    Ci possiamo inventare tutti i nomi e gli aggettivi possibili immaginabili (tranne, spero bene, quello di ingegneri), ma il fine è sempre quello: riunire sotto un unico tetto le tre figure che al giorno d'oggi, volenti o nolenti, fanno lo stesso mestiere.
    Ovvero che si occupano di agricoltura, foreste, zootecnia, verde, ambiente, ecc.
    Magari facendole traslocare dalla zona del Ministero della Giustizia (per la quale vedo più consono il permanere dell'Albo degli Avvocati) a quello del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
    Ma so già che è chiedere troppo all'umanità, quanto meno a quella italiana che è iscritta nei tre albi professionali.
    Purtroppo c'è sempre una visione da esseri piccoli, piccoli, che non sanno andare oltre il proprio naso e che hanno paura di ampliare l'orticello con altri, anche quando l'orticello è ormai invaso dagli altri.
    Un cordiale saluto.
    Elia Sandrini

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  4. I periti agrari voglio crescere di livello perchè la competenza e la capacità non gli manca. quelli che vogliono imporre regole anacronistiche e contro la cultura professionale di fatto vogliono affossare la categoria.
    quanti di voi si sentono professionalmente e culturalmente uguali a questi ed ai nuovi diplomati? a questi indico altre strade. come ad esempio la professione di agrotecnico che, contrastando l'albo unico, vuole rimanere al livello "C".
    Noi no, grazie. siamo periti agrari ... e giochiamo minimo nella "B" dove vuole portarci, alleluia, il nostro CNPA.
    sandrini e moretti.l se siete capaci andate ad esercitare la professione di dottore agronomo. pardon, solo moretti, visto che sandrini già la esercita.
    a.giovanni

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libertà ma nel rispetto