giovedì 2 settembre 2010

PERITO AGRARIO L'ANELLO DEBOLE: UNA PROFESSIONE SEMPRE PIU' CONDIZIONATA E MORTIFICATA ???

Una sintesi, in alcuni punti di cosa abbiamo perso  ( professionalmente) secondo il nostro Ordinamento ( L. 434/68) e dove non ci siamo ( per mancati riconoscimenti):

Abbiamo perso o quasi:

- l'amministrazione contabile e fiscale e la rappresentanza tributaria;
- l'amministrazione del personale dipendente;
- la consulenza e la gestine delle tematiche tecniche relative alla gestione del territorio ( PGT/ Piano del    Governo del territorio: documento di piano, piano delle regole e piano dei servizi).

Non ci siamo o ne siamo fuori:

- la consulenza e la gestione delle tematiche tecniche inerenti aspetti ambientali, paesaggistici, ecologici e idrogeologici relativi al governo del territorio;
- consulenza e gestione del verde pubblico e privato;
- la consulenza e la valutazione negli interventi fitosanitari.

Quanto sopra ( che ne è una sintesi) non è cosa da poco e dovrebbe farci riflettere e purtroppo su questi temi vedo una quasi totale indifferenza salvo casi di iniziative isolate.
Recentemente, con alcuni colleghi professionisti, ci siamo incontrati per fare alcune riflessioni e valutazioni in merito alla " potenzialità reale di esercizio della professione di perito agrario" secondo il nostro Ordinamento della Professione ( Legge 434/68) e il Regolamento concernente le nostre tariffe professionali ( ormai antiquate nella forma e nella sostanza non essendo più al passo con le nuove prospettive dell'attività professionale) il tutto calato nella realtà del mondo del lavoro che ci compete.

Da questi ripetuti incontri, ne è emerso un dato sconcertante ,che mette in evidenza i punti di criticità, che, anche se non testati su larga scala, " evidenzia una tendenza negativa ( contrazione) del nostro potenziale di lavoro professionale, che potremmo individuare secondo:
a) una perdita di  competenze normate dal nostro Ordinmento professionale ( L. 434/68 s.m.i);
b) un mancato adeguamento/aggiornamento delle nostre potenzialità professiali alle innovazioni introdotte dalle nuove tecnologie e dalle nuove normative CEE, Nazionali e Regionali ( es. gestione dell'ambinete, del territorio, del paesaggio ecc).
Siamo rimasti al palo....fermi a vent'anni fa....circa.!

Se ci raffrontiamo con altre professioni ( non ultimi i geometri, agrotecnici  ecc) le nostre capacità di adeguarci al " nuovo" ma non solo, del mercato del lavoro,  è stato quasi assente ( salvo alcune eccezioni) e condizionato da professioni molto più aggressive e dinamiche nel sfruttare le loro capacità di aggredire il mercato e le istituzioni ( favorendo leggi).

Un tempestivo e continuo aggiornamento " formativo" e un forte sostegno rappresentativo e promozionale degli Ordini e Collegi nazionali, ha radicato visibilità e crescita di queste professioni che hanno maturato il riconoscimento  ( legalmente) di spazzi professionali di nostra competenza, se non esclusivi, quasi.
Se a questa situazione involutiva della nostra professione ( anello debole), che purtroppo si è limitata a cercare soluzioni garantiste, senza nulla fare o quasi verso " le novità professionali emergenti" aggiungiamo le perdite di " competenze normate", il quadro che ci si prospetta per il prossimo fututo non è dei più rosei.

Nel merito, sono dell'opinione, che stiamo pagando una politica ventennale della gestione della Caregoria a tutti i livelli " burocratica-notarile" che ha ingessato la capacità dinamica della nostra professione nel mercato e nelle istituzioni. Oggi purtroppo in poche realtà locali e con forti difficoltà si è tentato e si tenta di superare l'impas. Iniziative meritevoli di colleghi ( che da soli) hanno cercato e cercano di riconquistare gli spazzi perduti ( verde pubblico, gestione del territorio, gestione paesaggistica, nuove tecnologie energetiche ecc).

L'auspicio è che queste iniziative non rimangano isolate, ma per l'immediato futuro, se ne concerti le scelte politiche e la progettualità ,per ridare vitalità e credibilità alla nostra professione ,con una maggiore capacità rappresentativa, organizzativa e  dinamica presenza sul territorio.

E' su questi temi concreti ,che dobbiamo misurarci e fare concrete scelte e non su scatole vuote come il COGEPAPI. La fusione e/o unione ( come dice il Presdiente nazionale) con altre professioni a noi " NON SIMILARI" accentuerebbe la già difficile situazione e aprirebbe un processo inreversibile sulla fine della figura professionale del perito agrario.
PeritiAgrariLiberi

pt/2010/gmt/09

4 commenti:

  1. Impara la grammatica e la sintassi. Ignorante. Leggi di più quanto conquistato dai periti agrari e fa meno dietrologia.
    Ma tu sei iscritto all'ENPAIA? Dai. Fallo sapere ....

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  2. perchè non ci parli della figura che avete fatto con la convocazione della cassa? ... ed io pago.. diceva quel totò che citi a sproposito... ed io pago i costi dell'enpaia per 40 partecipanti su 1900 iscritti del nord. vergognatevi voi che avete la pretesa di rappresentare i periti agrari del nord. noi siamo con orsini ed il cnpa.

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  3. Tiraboschi siamo già finiti.
    E' inutile menare il can per l'aia.
    I Collegi tra poco chiuderanno: a parte le cancellazioni dal 2000 ad oggi, l'aumento delle quote da parte di ROMA LADRONA, e le inesistenti o ridicole (in termini di numeri) iscrizioni dal 1991 ad oggi, chi vuoi che rimangono iscritti ai Collegi provinciali?
    Solo quei pochi pirla iscritti all'ENPAIA (i p.a. del Nord) e la massa di p.a. evasori del Sud.
    Quando all'ENPAIA a Roma uno dei rappresentanti del Sud viene a dire: "I p.a. del Sud o mangiano o pagano l'ENPAIA", secondo te ha ancora senso di parlare di professione del P.A.?
    Solo 3.000 iscritti ENPAIA su 16.500 iscritti agli albi provinciali in tutta Italia?
    Ma chi siamo noi?
    Senza contare il fatto che i Collegi provinciali non possono fare NIENTE contro gli evasori!
    C'è un solo rimedio in Italia. Ed è quello che sta succedendo da alcuni anni a questa parte.
    Fare come i meridionali.
    E come direbbe il comico Antonio Albanese: "In culo il CNPA e l'ENPAIA".
    Adios peritos

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  4. Lei si preoccupa di quanto ha speso L'Enpaia e non si preoccupa di quanto spende il Consiglio Nazionale.......Uhhhhh c'è qualcosa che non va !

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