venerdì 24 settembre 2010

PERITI AGRARI E AGROTECNICI A CONFRONTO.............?

Pubblichiamo di seguito uno scambio di opinioni  che riteniamo interessanti tra un nostro collega ( esponente di spicco della dirigenza nazionale) e il Direttore de " Agrotecnico Oggi".
Non entro nel merito, salvo condividere il " sacro principio della libertà di stampa e informazione".
Lascio ai lettori valutazioni e giudizi.
Pm. Tiraboschi

LETTERA DEL PER. AGR. ANDREA TADDEI AL " AGROTECNICO OGGI"

Tratto da (Pagina 4 e 5): Agrotecnico Oggi

“SI FACCIA GLI AFFARI SUOI!”

Da tempo ormai mi pongo un interrogativo al quale non so bene dare risposta.

Chi scrive, Sig. Direttore, è un Perito Agrario della Toscana eletto nella primavera scorsa nel Comitato Amministratoredei Periti Agrari in ENPAIA su candidatura nata all’interno del Coordinamento dei Collegi della Toscana di cui da anni è componente.
Ogni mese ricevo la rivista “L’AGROTECNICO OGGI” e per questo non posso che ringraziare i colleghi (in quantoliberi professionisti) Agrotecnici data la qualità degli articoli tecnici, la rassegna stampa e molti altri contenuti.
Vi è però un rovescio della medaglia che provoca perplessità e interrogativi.
Da tempo cerco una spiegazione al perchè una rivista di categoria, tecnica, rivolta a professionisti Agrotecnici, straparla e critica, valuta spesso in maniera impropria non potendo conoscere direttamente i fatti, un’altra categoria che poco ha a che fare con gli Agrotecnici, non fosse altro per il tipo di formazione.

Per capire meglio le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere questa mia porto di seguito solo alcuni esempi delle vostre pubblicazioni.

Nel settembre 2009 nell’articolo “Gli Agrotecnici vanno al voto” per circa metà del pezzo si parla in realtà dei Periti Agrari con tanto di “fi nale ad effetto” - La nuova “alleanza del nord”, che sembra così essersi formata è pronta a dire la sua nella gestione della previdenza, in attesa delle elezioni per il rinnovo del Collegio Nazionale, nelle quali certo questo risultato getta una pesante ipoteca.-

Nel marzo 2010, in un corsivo de “Una pallottola per il presidente” si defi nisce “concorrente” la “categoria dei Periti Agrari”. In che senso concorrente, Le chiedo? Nel maggio 2010 quando in un articolo “Così i Periti Agrari”, si apprezza e rileva la sempre meno disponibilità dei “quattro” (Periti agrari eletti nelle aree del centro e del sud) ad essere”eterodiretti” nella scelta di fondere la propria Cassa di previdenza con quella dei Geometri e dei Periti industriali.

Nel giugno 2010 infi ne in un pezzo dal titolo, peraltro al quanto improprio, e stia sicuro che questo lo posso sapere certamente meglio io che Lei, “Rivendicazione di indipendenza”, in un corsivo fra parentesi si parla di scontro fra Collegio nazionale dei Periti agrari e la sede Cassa di previdenza.

Ma di che scontro si parla? E’ in grado, mi chiedo, chi scrive di sostenere documentalmente o con fatti ciò che viene pubblicato? In chiusura del pezzo addirittura si legge “cosa vogliono i Periti Agrari...con tanto di valutazioni....”.

Egregio Signor Direttore può infi ne spiegarmi per favore il perchè di tanto interesse verso la mia categoria, verso il mio Comitato amministratore in ENPAIA e quindi verso di me? Può spiegarmi come fa il suo giornale a scrivere o ipotizzare cosa io penso, penserò, farò? Personalmente non volgo mai il pensiero al vostro Collegio o alla vostra Cassa di previdenza e mi è difficile pensare al perchè di vostro tanto interesse limitandomi a corretti rapporti interprofessionali, perchè di professioni diverse si parla, rendiamocene conto.

Questa mia è quindi un invito a “rimettere il treno sui giusti binari”, ognuno sui suoi, che di vagoni ben stivati di norme in continua evoluzione e crisi di mercato ne abbiamo a suffi cienza tutti e due.

Le formulo quindi diffi da da pubblicare miei pensieri non apertamente dichiarati o manifestati.

Distinti saluti.

Per. agr. Andrea Taddei


RISPOSTA DEL DIRETTORE DE " AGROTECNICO OGGI"

Caro Taddei,

mi permetta la franchezza, forse un poco ruvida: l’unica cosa che deraglia dai “giusti binari” è la sua idea del ruolo di un organo di stampa.

Intendiamoci, io sono certo che lei è in perfetta buona fede nel dire quel che dice, ma credo anche che non si renda ben conto di quello che ha scritto, perché diversamente avrebbe utilizzato altri termini.

Non si offenda se le dico che, prima ancora della sintassi, lei brutalizza il buon senso.

Intanto un chiarimento: personalmente non rappresento alcun Ordine professionale né Cassa di previdenza nè, pur avendo per molti anni insegnato in un Istituto Agrario, all’Albo professionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati sono iscritto. La rivista che dirigo è in libera vendita ed io sono un giornalista iscritto nel relativo Albo. Cose che immagino sappia. Eppure lei in sostanza mi “diffi da” dall’occuparmi di certi argomenti, per dedicarmi solo ad altri.

E’ insomma un invito a “farmi gli affari miei”. Le pare una cosa normale?

E mi viene da chiederle, a mia volta: ma lei che concezione ha della libera stampa, degli organi di informazione? Per quale ragione una rivista come questa, “di economia politica e tecnica agraria” (come è scritto bene in grande in copertina), non dovrebbe occuparsi dei problemi dei tecnici agrari? Esiste una sola ragione al mondo in base alla quale non dovremmo dare spazio alle iniziative di una importante categoria, come quella dei Periti agrari (che peraltro si stanno abbonando in numero crescente) la quale vive un profondo travaglio?

Forse perché su questa rivista trovano, talvolta, voce persone e fatti che non trovano spazio su altri organi di stampa, più marcatamente di categoria? Se è così, mi permetta, per noi è un motivo di orgoglio dare voce a chi non l’ha.

Come vede io e lei la pensiamo molto diversamente e, dunque, ciò esclude ch’io abbia la pretesa di “interpretare i suoi pensieri”: mi creda, anche volendo, non ne sarei capace.

Detto questo non voglio certo sfuggire dal risponderle riguardo all’articolo “Rivendicazione di indipendenza” (L’AGROTECNICO OGGI - giugno 2010), che lei contesta nella parte in cui si da atto di un confl itto in essere fra il Collegio Nazionale dei Periti agrari ed il Comitato Amministratore della Cassa di Previdenza, di cui lei peraltro è componente.

A suo parere questo confl itto non esiste. Forse lei si è un pò distratto, se le è sfuggito il fatto, rilevantissimo, che oppone i due organi: il Collegio dei Periti agrari vuole infatti fondere la categoria che rappresenta con quelle dei Geometri e dei Periti industriali e fondere anche le relative Casse di previdenza.

Alcuni suoi colleghi, che con lei amministrano la Cassa, ed un gran numero di iscritti pare non siano d’accordo, perché la Cassa di previdenza dei Periti agrari va molto bene ed altre non altrettanto.

Mi risulta che il Comitato Amministratore della Cassa di previdenza dei Periti agrari di questa vicenda si è occupato in più occasioni, convincendosi sempre più della validità di mantenere autonoma la Gestione previdenziale, fi no a dare mandato ad un luminare del settore di predisporre uno studio sugli effetti di una eventuale fusione con le altre Casse che ho indicato. Davvero lei, che in quel Comitato siede, non si è accorto di nulla? Che diamine fa durante le riunioni?

Questo dibattito su dove andranno a fi nire i soldi della previdenza dei Periti agrari, l’affidamento di un incarico di studio (che comporta una delibera ed un impegno di spesa), la decisione di convocare una riunione degli iscritti alla previdenza (quella di Verona) senza la presenza “ufficiale” del Collegio Nazionale dei Periti agrari sono tutti fatti, non ipotetiche deduzioni.

Ed è precisamente di questi fatti che abbiamo dato conto. E ne daremo puntuale conto anche in futuro, se vi saranno elementi nuovi, ospitando tutte le voci di chi in questo dibattito vorrà intervenire.

pt/2010/gmt/07

6 commenti:

  1. finalmente dalla casa uno con le palle

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  2. tiraboschi...... ancora culo e camicia con gli agrotecnici. ma quand'è che ci lasci orfani di te ma contenti di essere periti agrari senza di te? facciamo a meno dei lecca....pensaci

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  3. bravo taddei. finalmente un perito agrario della cassa con le palle. ma perchè tiraboschi non ci dai i risultati della riunione di verona. ci interessano i numeri dei partecipanti e perchè i 4 componenti della cassa stanno con il CNPA e i due esuli (braga e moretti) da soli continuano a dire di essere contro il CNPA. illuminaci!! ma fa presto perchè..... stiamo scrivendo su altri blog e di te si dirà che, da buon fascista ci censuri...

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  4. cosa ne sai tu di libertà di stampa che mi censuri sempre. vergognati fascista ma .. attento alla censura che è un boomerang

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  5. Quello che dice il collega Taddei è vero. Anche io ricevevo la rivista "L'AGROTECNICO..." ma siccome ogni volta che la sfogliavo e la leggevo c'era sempre MINIMO un articolo (a volte l'intera rivista) che si riferiva alla categoria dei Periti Agrari, sempre in maniera dispregiativa o addirittura offensiva, quando mi arrivava la cestinavo automaticamente ed è quello che consiglio ai colleghi che ricevono la rivista.
    Cordiali saluti
    Fabrizio Per.Agr.Panichi

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  6. sono d'accordo con Panichi e con Grillo.

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