lunedì 27 settembre 2010

LETTERA APERTA DI MARIO BRAGA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEI PERITI AGRARI DELLA LOMBARDIA: IL NOSTRO OGGI E DOMANI

Brescia lì 27/10/2009

LETTERA APERTA AI COLLEGHI CHE HANNO A CUORE LE SORTI DELLA NOSTRA CATEGORIA.

OGGETTO: Il nostro Oggi e domani.

Gentilissimi colleghi

in un’estate fresca di temperatura e calda d’avvenimenti, sopratutto per la nostra categoria, uno dei temi che maggiormente ci coinvolge è il rincorrersi di “proposte” di riforma del sistema ordinistico.

L’intraprendenza, su questo tema, del nostro CNPA è stata particolarmente vivace, sostenuta da una condivisione del Presidente Jogna (Periti Industriali) e del Presidente del Collegio dei Geometri Savoldi.

Il progetto Co.Ge.Pa.Pi. circola in ogni convegno come l’immagine sacra da adorare.

Non solo, leggendo la nostra rivista la voce univoca di alcuni esponenti del CNPA sembra dare la sensazione di una ampissima, larghissima quasi assoluta condivisione del progetto.

Da parte mia non posso certo richiedere o rivendicare spazi dialettici ai rappresentanti nazionali di una categoria, che mi appare in ritardo sulle grandi sfide del nostro tempo. La dialettica non è dei Collegi e degli Ordini. Li vige la verticistica rappresentanza.

Per divulgare qualche contributo personale, ovviamente fortemente distonico, rispetto alla posizione del CNPA (maggioritario) devo, pertanto, rassegnarmi, accontentarmi di utilizzare i moderni strumenti in mio possesso: il computer e le E-Mail.

Non è poca cosa viste le qualità degli interventi che si susseguono anche con qualche punta di volgarità sui Blog oggi consultabili.

La mia si riduce, così, ad essere un’azione un poco più catacombale, ma non per questo rassegnata.

Il nostro presidente nazionale (sempre lo sia ancora. Continuo a confidare in un suo atto di responsabilità e dignità etico, morale e deontologico di rappresentanza della categoria dando le dovute e naturali dimissioni conseguenti alla brutta sentenze penale che l’ha coinvolto e ci ha investito. Ci si difende meglio all’ombra delle proprie prerogative personali), sulla nostra rivista, il Perito Agrario, scrive sulla riforma che verrà e riservandosi la licenza di appellare alcuni, non si sa bene chi, di distrazione.

Sentendomi coinvolto e così autorevolmente richiamato, potrei, anche farmi un esame di coscienza se nel recupero di alcune memorie, addirittura precedenti al fatidico 2004, non dovessi rispolverare inerenti che richiamavano ad una evoluzione delle professioni intellettuali oggi ormai affermato, superando, di fatto, il nostro sistema.

Qualcuno con i capelli bianchi potrebbe cercare di persuadermi che il Perito Agrario è stato, è e sarà una figura centrale, essenziale nel processo di crescita e sviluppo di interi comparti economico produttivi e sociali (in particolare l’agricoltura e l’ambiente e tutte le attività ad esse connesse), ed io potrei condividere tali affermazioni.

Ma il tempo che trascorre trascina e travolge, nell’impetuosità dello scorrere di fiumi in piena, nel proprio alveo anche le posizioni più determinate e conservative.

Il Perito Agrario di Oggi non è il Perito Agrario di ieri e non sarà il Tecnico Green di domani. Quella figura professionale che dovrà collocarsi nell’ambito del documento licenziato dalla Commissione Europea il 03 marzo 2010.

Così mi è difficile comprendere le considerazioni approssimative e prive di qualità intellettuale riportate, sempre dal pro tempore presidente Nazionale che considera i processi di riforma del sistema scolastico e universitario una sorte di asticella ribassata delle nostre competenze o forse, ancor peggio, la disgregazione della nostra figura professionale.

Queste sono e resteranno le affermazioni di coloro che non sapendo affrontare le sfide del futuro faticano a leggerne i contenuti. E’ un po’ come giocare a biglie sempre nelle stesse buche.

Io sono convinto che le riforme in atto, non solo qualificheranno meglio i contorni delle nostre competenze, ma se saremo attenti protagonisti dell’attuazione della stessa (oggi siamo solo comparse e con recite nemmeno troppo qualificate), noi potremo affermarsi come la categoria centrale dell’attuazione dei cinque punti strategici di Europa 2020.

Lo spazio contenuto di questa mia e la complessità della materia mi costringono a qualche disquisizione con contenuti limitati, ma certo non mi sottrarrei a confronti anche pubblici con chi, Siliquini e CNPA compresi, vivono ancora in un tempo che non c’è più.

Le categorie solo altro che la positiva e qualificata professione espressa dal dopoguerra ad oggi.

E’ per questo motivo che la ricerca di affermazioni professionali (competenze) proprie è l’obiettivo principale. Non intendo disperdere il patrimonio che finalmente e forse in ritardo le Istituzioni Europee e Nazionali intendono riconoscerci.

Non intendono nemmeno svendere tutti gli elementi di positività che una categoria intellettuale verde può e deve giocarsi nel contesto di politiche che riportano al centro delle proprie linee strategiche quel territorio sintesi di storia, cultura e professionalità.

Ed il fatto che ritengo particolarmente grave, sempre del resto scaricato come responsabilità su quanti vivono sul territorio con spirito di volontariato, gratuitamente, è quello che attiene al ruolo svolto a livello di promozione della categoria in questo lungo, troppo lungo, periodo di gestione attuale.

Inadeguatezza a capire che la professione era ed è altro da quanto riportato solo in Ordinamento Professionale. Che la professione di Perito Agrario era ed è diversa da quanto dettagliatamente elencato nel nostro tariffario. Che la professione era ed è altro da qualche sporadico riconoscimento (in circolari di recupero) di alcuni documenti ministeriali e/o regionali, e/o provinciali e comunali (solo per gli aspetti applicativi delle norme). Le cause, i conflitti nei dintorni delle competenze fra le diverse categorie a cui assistiamo in questo periodo ne sono una fondata riprova.

Quando la mangiatoia diventa più piccola qualche suino finisce per soccombere.

La società è cambiata. Si è evoluto il settore agricolo, ambientale, agro-industriale e noi ancora ci attardiamo a leggere esclusivamente quanto una politica, anch’essa sfrangiata, disarticolata e anche impreparata sta rappresentando al paese.

Chi sa cosa vuole procede autonomamente senza le incrostazioni di leggi incostituzionali nei propri principi ispiratori.

Non intendo con questo affermare che ogni mia ragione sia assoluta, ma registro, verifico che mentre io continuo il dibattito anche con chi la pensa in modo diverso e mi accorgo che le menti libere sanno confrontarsi e dibattere, anche animatamente sui contenuti e per il bene della categoria, altri utilizzano tutti gli strumenti in proprio possesso per persuadere univocamente tutto il territorio.

Un esempio mi sovviene se penso a quanto stiamo vivendo e affrontando in seno all’ENPAIA. Quello che nel passato sembrava, appariva, essere un organismo allineato alle posizioni del presidente del CNPA oggi, invece, con supporti anche di qualità riconosciuta esterni affronta in tutti gli aspetti i processi che possono coinvolgere i propri iscritti.

E … guarda caso il Co.Ge.Pa.Pi. è stato ed è valutato in modo diverso, cioè, un progetto legittimo ma da condividere solo, e ripeto solo, se i propri iscritti ne posso avere un beneficio prospettico. Una valutazione che abbiamo iniziato e non ancora concluso, forse un poco in ritardo, non certo per nostra responsabilità.

Ogni progetto, proposta di riforma della nostra cassa assume un carattere di validità se attraverso una propria trasformazione può garantire ai propri iscritti condizioni e orizzonti migliori. La pensione rimane uno degli strumenti obbligatori sanciti dallo stato per garantire una vecchiaia meno rischiosa. Non si scherza e non si gioca con i soldi dei colleghi.

Pertanto, anche la presenza dei colleghi dell’ENPAIA in incontri promossi dal CNPA hanno questo significato e non altro. Questo non significa che all’interno del Comitato le nostre discussioni siano e saranno serene e articolate, non abbiamo, almeno lo spero, gobbi sul palco o suggeritori di scena.

E vado alla conclusione di queste mie considerazioni.

Io sono e rimango fermamente convinto che la proposta di istituire un Unico Albo con i Periti Industriali ed i Geometri assomiglia ad un copro informe e privo di contenuto, fatto salvo, e lo ripeto sempre, che fra tutte le categorie professionali italiane debba svilupparsi una “politica” di collaborazione interdisciplinare che supera il principio di prestazione limitata. Con queste e anche con tutte le altre categorie il colloquio, oggi più che mai, è obbligato. (Veterinari, Urbanisti, Ingegneri, Architetti, Agrotecnici, Agronomi ecc.)

E concludo.

Se l’attuale presidente nazionale, questo o quello che gli succederà, se l’attuale umilmente dovesse dimettersi o dovesse essere costretto a dimettersi, e quella parte del CNPA che sembra condividere le posizioni dello stesso, intendessero aprire un dibattito, vero, non informativo unilaterale e non utilizzando tutti gli strumenti per mettere le voci dissonanti nell’ambito di qualche archivio ingessato, io ci sono.

Forse avremmo modo tutti di capire meglio da ciascun lato le ragioni dell’altro.

Forse anziché starnazzare discutibili considerazioni personali potremmo meglio concentrarci sulla qualità delle rispettive proposte e contribuire tutti, proprio tutti, a far progredire la NOSTRA PROFESSIONE.

Da troppo tempo io vedo solo regressi e non posso certo ricondurre questa condizione a responsabilità che mi appartengono.

Sono e rimango decisamente contro il Co.Ge.Pa.Pi., spero d’incontrare colleghi che documentalmente mi persuadono d’essere fuori strada. Oggi all’orizzonte non ne intravvedo.

Ho scritto questa lettera in veste ufficiale di Presidente del CRPA in quanto queste riflessioni occupano da tempo i nostri incontri e i nostri colloqui, facendo emergere anche posizioni diverse da quelle che qui ho espresso. ma gli articoli comparsi sulla nostra rivista si muovono invece in una direzione unilaterale. A Roma vi è una sola verità. A Milano ve ne sono più d’una e questo ci arricchisce tutti.

Un cordiale saluto a tutti.

                                             Mario Braga





pt/2010/gmt/07

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