martedì 13 aprile 2010

SENTENZA DEL TRIBUNALE DI FORLI' DEL 9 APRILE 2010 SULLA CONTROVERSIA GIUDIZIALE ORLANDI / BOTTARO.

Abbiamo ricevuto la Circolare del 12/04/2010, Prot. 1402 ( che di seguito pubblichiamo) inviata dalla Presidenza del Collegio Nazionale degli Agrotecnici ai Collegi Provinciali degli Agrotecnici e dei Periti Agrari di tutt'Italia.
Nessuna comunicazione ci è invece pervenuta dal Collegio Nazionale dei Periti Agrari. L'auspicio è che anche il CNPA trasmetta una informativa ufficiale, che provvederemo ( per una corretta informazione) a pubblicare sul  sito.
Pm. Tiraboschi.


Roma, 12 aprile 2010


Prot. n. 1402 OR/ml

Ai Presidenti dei Collegi degli Agrotecnici

e degli Agrotecnici laureati

LORO SEDI

e-mail

Ai Presidenti dei Collegi dei Periti agrari

e dei Periti agrari laureati

LORO SEDI

e-mail

Alle persone in indirizzo

LORO SEDI

e-mail

Richiamo la precedente comunicazione dello scrivente del 26 marzo 2010, prot.

n. 1186, riferita alla vicenda penale che ha riguardato Andrea Bottaro -attuale Presidente del

Consiglio Nazionale dei Periti agrari e dei Periti agrari laureati- ricordando come quella nota

venne inviata unicamente per rispondere ad una lettera, contenente informazioni non vere, che lo

stesso Bottaro aveva inviato ai Presidenti dei Collegi degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e

forse anche ad altri.

Nella comunicazione prot. n. 1186/2010 veniva precisato che la vicenda giudiziaria

avrebbe trovato il suo epilogo il 9 aprile 2010, data fissata del Giudice dott.ssa Luisa Del Bianco per

la discussione e per mandare la causa in decisione.

- 2 -

Dal momento che la sentenza in questione è stata pronunciata, ritengo doveroso darne

contezza alle persone in indirizzo -a completamento della comunicazione precedente-, anche per

prevenire una eventuale nuova, generalizzata diffusione di notizie non rispondenti al vero.

Pertanto:

1. L’udienza di venerdì 9 aprile scorso si è svolta regolarmente, questa volta (diversamente dalla

precedente) l’imputato Andrea Bottaro era presente, ma non è stato sottoposto ad interrogatorio

né lui ha chiesto di rendere spontanee dichiarazioni.

2. In apertura di udienza il sottoscritto si è costituito parte civile, chiedendo la condanna del

predetto imputato anche al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali patiti nella

misura ritenuta di giustizia, con una “provvisionale” di 2.500,00 euro (la “provvisionale” è una

somma di denaro che il Giudice liquida alla parte offesa come anticipo di quanto gli spetterà

definitivamente. Essa può essere concessa solo se viene pronunciata una sentenza di condanna).

3. Come si ricorderà il Bottaro doveva rispondere di due distinti capi di imputazione e

precisamente: a) minacce (art. 612 c.p.); b) molestia (art. 660); laddove il capo a) era stato

riformulato dal Pubblico Ministero (cioè la pubblica accusa) nell’udienza precedente.

4. Dopo le arringhe il Giudice si è ritirato per quasi un’ora per decidere ed ha:

- condannato il Bottaro per il reato di cui alla lettera a), ad una pena pecuniaria di 30,00

euro oltre al risarcimento dei danni nei confronti del sottoscritto quale parte civile per

8.000,00 euro, con provvisoria esecutività della sentenza, più il risarcimento delle spese legali

della parte civile per ulteriori 2.620,00 euro più IVA;

- dichiarato prescritto, così come chiesto dal Bottaro, il reato di cui alla lettera b) (per

memoria si ricorda che l’istituto della prescrizione determina non già l’assoluzione dal

reato, ma semplicemente la sua estinzione a seguito del trascorrere di un eccessivo periodo di

tempo dal momento in cui è stato commesso. L’imputato che, ritenendosi estraneo ai fatti

contestati voglia ottenere un’assoluzione piena, può rinunciare alla prescrizione e chiedere di

essere giudicato);

il Bottaro evidentemente conserva il diritto ad impugnare la sentenza che l’ha condannato la quale,

tuttavia, resta efficace ed idonea a dimostrare il fatto storico, sin quando non intervenga un diverso

provvedimento della Magistratura.

- 3 -

La sentenza del 9 aprile 2010 è perciò venuta a chiarire la responsabilità di

comportamenti violenti che non devono e non possono trovare spazio fra persone civili, e men che

meno nell’ambito dei vertici di categorie professionali, peraltro tenute ad essere da esempio e ad

osservare -oltre alla legge- i rispettivi Codici deontologici.

La sentenza sarà materialmente depositata entro il 26 aprile prossimo: chi

eventualmente desiderasse riceverne copia, per accertare la correttezza di quanto qui anticipato, può

richiederla allo scrivente.

Desidero infine sottolineare come la descritta vicenda non muti i sentimenti di stima ed

amicizia dell’Albo degli Agrotecnici e, per quel che mi riguarda, miei personali nei confronti dei

colleghi iscritti all’Albo dei Periti agrari, essendo a tutti ben evidente che essi sono, a loro volta,

“vittime” di questa vicenda, per il grave danno di immagine loro recato, ampliato -quando i fatti

sono stati scoperti dagli inquirenti- dalla scarsa sensibilità istituzionale di chi avrebbe dovuto più

degnamente rappresentarli.

Nel ringraziare dell’attenzione si porgono cordiali saluti.

                                           Roberto Orlandi

 
.pt/2010

17 commenti:

  1. sarete contenti... vero

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  2. Caro anonimo.....non siamo contenti per niente.
    Anzi.....

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  3. Resto dell'avviso che, ammesso sia vero, l'ha fatto per il bene della categoria. Forza Andreasei il nostro Messia.

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  4. Suvvia sul Messia....ho qualche dubbio. Non esagerare!

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  5. Caro anonimo,
    non siamo per nulla contenti, a differenza di voi anonimi.
    Noi, a differenza di voi anonimi, è da tempo immemore che abbiamo preso le distanze.
    A voi, invece, Vi piace guazzare nel torbido.
    Non per niente sieete nati nel torbido, restate nel torbido, ma morirete alla luce!
    Indovina alla luce di chi?
    Elia Sandrini

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  6. In questi giorni è stata esposta la Sacra Sindone a Torino. Mi pare che l'unica cosa sacra sa visitare e da venerare sia quell'immagine che richiama all'unica salvezza vivifica...
    Il resto può essere considerato anche blasfemo.
    Se poi c'è qualcuno che che si identifica in un messia di così umana fragilità, forse è perchè ne è figlio.
    Io non so se San Luca per raggiungerlo fa così sudare ma, per qualcuno, un qualche pellegrinaggio gli farebbe assai bene, sopratutto alla mente.
    Angelo

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  7. Bella faccia ... quella maschera anonima. Firmati che così possiamo guardarti negli occhi, caro collega sfigurato.
    Di Girolamo

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  8. Elia Sandrini, ma tu sei quello che anche dottore agronomo svolge la professione non come perito agrario. Quindi non sei iscritto all'ENPAIA e invece presidente del collegio di Verona tradisci la categoria.
    O è altra persona. Fornisci al blog il tuo numero di iscrizione all'Enpaia e saremo tutti contenti.

    Ciao dottore agronomo

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  9. ma lo volete capire che siete 20/25 su 16000 iscritti.
    Contate meno di niente.

    Purtroppo sono quì a scrivere perché siete su google alert e dunque vi subisco.

    Basta guardare i voti per Cogepapi.

    E' ridicolo anzi per dirla chiara siete ridicoli.

    Bravo Tiraboschi a cercare la tua glori ma i periti agrari non sono imbecilli.

    quindi voi tutti a casa.

    Non mi firmo perchè non lo meritiate.

    Anzi a chi capisce mi firmo

    G.D.T.

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  10. Caro ennesimo anonimo.....se fossi il Suo Presidente Nazionale e/o Provinciale sarei sorpreso da tanto acume..... e la fantasia...dove la mettiamo.....ma... non ha qualcosa di meglio da pensare e da dire.
    Forse è troppo..mi scusi

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  11. Mi fa piacere che si sia reso conto che i " periti agrari non sono degli imbecilli". Purtroppo... è che Lei il dubbio lo ha avuto.

    Ciao "Uno dei 25 che non conta niente"

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  12. Carissimo anonimo.
    Il mio numero all'ENPAIA non te lo do, visto che gli elenchi dell'ENPAIA sono protetti dalla Privacy, come vuole qualcuno che sta più in alto dei presidenti provinciali. Se ti rode il lato B perchè sono Presidente provinciale pur essendo agronomo è un tuo problema personale, visto che dentro al nostro Consiglio e Collegio ci sono tanti altri agronomi e nessun iscritto si è mai lamentato. Non solo. Sempre dentro al Consiglio e al Collegio abbiamo di tutto di più: forestali, commercialisti, consulenti del lavoro, veterinari, ecc., e tanti hanno la doppia attività.
    Per caso ti disturba anche questo fatto?
    Se ti senti inferiore in quanto non laureato, caro mio, ricordati, che l'ignoranza non è una scusa nemmeno per la legge.
    Riprendi gli studi e consegui una laurea.
    Oppure ti vuoi chiamare "Ingegnere" per corrispondenza come chi vuole il COGEPAPI.
    Ci sono altri Presidenti e membri di Consigli provinciali che sono dottori agronomi e mi pare che questo non dia fastidio a nessuno.
    Se poi tu sei un dottore agronomo come ti firmi, a me non pare di tradire alcuna categoria. Piuttosto apri gli occhi, che chi tradisce sono la maggior parte dei tecnici agricoli (diplomati e laureati) iscritti in uno o più albi e che professano in nero, usando il timbro e non facendo nemmeno uno straccio di fattura, visto che non hanno partita IVA e che non sono iscritti a nessuna cassa previdenziale autonoma.
    A te questo sta bene?
    Se vuoi combattere delle battaglie, combatti quelle giuste e non quelle personali.
    Qui sono tutte gli albi professionali agricoli che ci rimettono (agrotecnici, periti agrari, agronomi).
    Quindi, non perderti in un bicchiere d'acqua, ma guarda l'oceano di quelli che slealmente svolgono la professione.
    A meno anche tu non faccia parte di quelli lì.
    In fin dei conti c'è una ragione per cui rimani anonimo.
    Elia Sandrini

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  13. Direi deboluccia la risposta del sig. Sandrini! Mi aspettavo di meglio viste le sue tante e-mail, anche con profusione di MAIUSCOLO, a difesa di noi iscritti enpaia.

    Ma farei un discorso generale e non su di lui, anche se non posso esimermi da ricordare al sig. Sandrini che nell'ambito dell'esercizio professionale da iscritto nell'albo dei periti agrari, e quindi anche per il ruolo di rappresentanza eventuale, il titolo di dottore/dott./dr./doctor/... non deve neanche apparire se non quando titolo utile alla iscrizione all'albo e comunque nella forma per. agr. dott. o p.a. dott./dr...

    Quindi il suo collegio dovrebbe, almeno per rispetto e per non creare confusione di ruoli o figure professionali, modificare i titoli di dottore così largamente profusi nell'ambito della loro pagina web istituzionale del consiglio, addirittura messi prima di perito agrario.

    In ogni caso non è l'abito che fa il monaco!

    Penso poi che dovrebbe essere, se non da rendere obbligatorio, almeno per una questione di immagine o stile che un presidente di un collegio sia veramente un professionista dei nostri settori professionali, ovviamente perito agrario 7414B/74.90.12 e quindi iscritto alla cassa enpaia, altrimenti, con tutto il rispetto per i tanti seri presidenti, ma che tutela potrà fare della categoria su tavoli congiunti quando potrà avere benefici dove meglio gli potrà gradire?

    Comunque, risultano anche casi più evidenti dove presidenti, ma anche consiglieri, sono anche presenti nei consigli di agronomi o geometri e in certi casi anche con cariche.

    Per quanto alla privacy degli elenchi enpaia sappiamo tutti quanto sia debole tale tutela!

    Sarebbe invece importante dare un vero rinnovamento alla questione rendendo tali elenchi pubblici, a tutti i collegi e non solo ai consiglieri protempore della cassa (già questo un fatto inspiegabile), in modo che i collegi possano in modo incisivo assolvere il compito della tutela dell'esercizio della libera professione di perito agrario.

    Vittorio T.

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  14. Pensi che ci sono Presidenti che sono funzionari di Organizzazioni sindacali Agricole, dipendenti pubblici ( insegnanti; se non erro anche il Presidente Nazionale è un pubblico dipendente insegnante tecnico, nulla di male su queste categorie......ma non sono liberi proffesionisti a tempio pieno o quasi).

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  15. E' vero. Bottaro è Insegnante Tecnico Pratico all'Istituto Agrario di via Prenestina a Roma. Nulla di male, se non fosse che lui questa cosa qui l'ha sempre tenuta nascosta (neanche i Consiglieri Nazionali ne erano a conoscenza fino a poco tempo fa!) giuocando invece a fare il grande professionista. Questa di tenere le cose nascoste, tutte le cose, è un tratto distintivo di questa gestione.
    Roberto

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  16. Ai colonnelli tremano i polsi...questa mattina ho incontrato per caso un gruppo di colleghi periti agrari, di quelli che generalmente non frequentano le sedi istituzionali (riunioni dei collegi ecc...). Tra l'altro tutti liberi professionisti iscritti all'ENPAIA e dunque gli unici a poter parlare. Non ho fatto in tempo a fare una battuta sulla quesione delle cassi di previdenza...non vi dico quanto si sono incazzati. Quasi di più del sottoscritto che ha seguito la vicenda dall'inizio. Oltretutto incazzati di brutto anche con i propri rappresentanti provinciali per le mancate informazioni. Mi sa proprio che siamo un po più di 25......

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  17. Leggo, non senza qualche sorpresa di affermazioni che attengono all'iscrizione all'Albo, all'esercizio della libera professione e all'obbligo di iscrizione ad una Cassa previdenziale. Una sola affermazione, forse un qualche approfondimento in più non produrebbe alcun fenomeno di degrado... anzi.
    Costretto dal silenzio impostomi dalle attuali delicate situazioni che coinvolgono il Nostro Presidente Nazionale ed il CNPA, tornerò liberamente ad esprimere il mio pensiero ad acque acquitate. Nel frattempo, con il collega Moretti e tutti i componenti Periti Agrari della nostra Cassa di Previdenza manifesto assoluta disponibilità a fornire quei chiarimenti richiesti, augurandomi d'esserne all'altezza.
    Mario Braga

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libertà ma nel rispetto