venerdì 23 aprile 2010

ECCO LA DIFFERENZA..........CARI ANONIMI.

Carissimo Piermaria,

fai bene a mostrare (ancora una volta, l’ennesima, come se ce ne fosse bisogno) i problemi reali della categoria, persino ai finti ciechi che fanno finta di non vederli.


Purtroppo sono ancora un bel po’ i Presidenti provinciali che si girano dall’altra parte, che fanno finta di non capire, che fanno come gli struzzi, che nascondono la verità persino ai loro consiglieri.

Nemmeno se gli metti davanti agli occhi la realtà dei fatti hanno l’onestà di ammettere l’esistenza degli stessi.

Il perché è presto detto.

Quanti sono i Collegi provinciali che non versano la quota a Roma? E da quanti anni non la versano?

Certamente a Roma fa molto comodo tenere questi Collegi per gli attributi.

Che ci sia un ritorno per Roma al momento delle votazioni del Consiglio Nazionale?

Per questi Presidenti provinciali (che fanno gli insegnanti, come quello nazionale, che sono pensionati e che hanno scambiato la sede del collegio provinciale per la casa di risposo, che non fanno niente per i loro iscritti perché il problema più grosso per loro è quello di far venir sera, Presidenti o Consigli provinciali che stanno male se non hanno un loro iscritto rappresentante a Roma, che hanno messo la sede del Collegio provinciale presso la Coldiretti o altre sedi sindacali) l’importante è che non si sappia niente dei problemi attuali del Nazionale.

Bisogna nascondere, insabbiare, celare anche l’evidenza.

Come diceva qualcuno “ognuno ha il governante che si merita” e, ahimé, probabilmente, come lo dimostrano i fatti, noi da 15 anni ci meritiamo questa governance che non ha fatto nulla per gli iscritti e ancor meno per i liberi professionisti.

Da Lunedì, dopo ACI e INPS (che erano partite ancora a ottobre dell’anno scorso), anche le Poste Italiane danno gratis la casella PEC a tutti i cittadini italiani che ne faranno richiesta.

E il nostro Nazionale cosa fa?

Te la fornisce a pagamento (solo il primo anno è gratis).

Peccato che il CNPA abbia già speso soldi per 18.000 caselle PEC.

Chissà se il CNPA ci guadagna?

E quanto ci guadagna dalla prestigiosissima rivista?

Chissà perché pubblica solo articoli firmati dagli asserviti?

Ovviamente ha già pubblicato tutta la vicenda penale e le due condanne penali.

Chi ne ha visto traccia?

Vedi, Piermaria, la nostra categoria è rappresentata a livello locale da gente che rispecchia in pieno quelli che siedono a Roma, con tutto il rispetto per entrambi, s’intende.

Gente con un pelo sullo stomaco che i lupi in confronto sembrano glabri.

E oltre a non perdere il vizio non perdono nemmeno il pelo.

Però devono stare attenti, perché rischiano di fare la fine di quei Presidenti provinciali che trovatisi costretti di fronte a Consigli schierati con posizioni diametralmente opposte alle loro hanno fatto la fine di Golia. Tanto per citarne uno, leggasi Mantova.

Qui ci sono Presidenti che non solo si ostinano a rimanere neutrali di fronte a fatti che urlano dimissioni a squarcia gola, ma che addirittura prendono le difese di Roma.

Addirittura tra gli anonimi c’è chi arriva a definire messia con la emme maiuscola il Presidente nazionale. Oltre che blasfemo, questa persona dimostra di appartenere all’esatto opposto del messia, ovvero al peggio del peggio, satana. E forse lo dimostra anche nei fatti, perché dubito che si tratti di un Presidente provinciale.

La nostra fortuna, Piermaria, è che gli iscritti sono più intelligenti di quanto credono quelli che siedono a Roma o in giro per le province italiane.

Noi lo abbiamo sempre saputo. E non abbiamo bisogno di prove.

Ma forse certi (diversi) rappresentanti sì che hanno bisogno di prove.

E cosa di meglio delle votazioni all’ENPAIA nell’area Nord?

Queste dimostrano semplicemente che sono stati eletti gli unici due candidati che avevano presentato un programma.

Gli altri candidati si sono invece presentati solo con i loro nomi e le loro faccine di bronzo, persino a Verona l’anno scorso (l’unica volta che si sono visti) a chiedere il voto dei periti grandine che loro stessi hanno sempre dequalificato come non professionisti.

Ovviamente si fidavano delle promesse romane. Speriamo che, vista la fine che hanno fatto, non si fidano più.

Ma ne dubito vivamente perché qui siamo di fronte a persone che pur di arrivare ai loro interessi e obbiettivi sono pronti a vendere anche loro madre.

Ma visto che sono anonimi, mi sa che anche le loro madri sono altrettanto anonime.

In senso strettamente letterale, ovviamente. Forse anche di fatto?

Possibile che non si rendono conto, a differenza degli iscritti, che chi siede a Roma ci sta portando da 15 anni nel baratro più profondo.

A chi giova il CO.GE.PA.PI.?

Cosa ci guadagna il Presidente Nazionale, quando sa benissimo che da 16 o 17 mila iscritti che siamo ne rimarranno dentro solo i 3200 iscritti alla cassa?

Perché perdere il comparto professionale per antonomasia, il settore primario, e lasciarlo agli Agrotecnici e agli Agronomi?

Perché questi ultimi se ne vedono bene dal fondersi con terzi?

Perché fondere le casse?

Chi ci guadagna dalla fusione delle casse?

Forse i Geometri, la cui cassa va talmente a gonfie vele (verso le cascate del Niagara) che hanno chiesto di portare il contributo versato dal committente dal 4 al 5% ?

Senza parlare delle competenze professionali.

Tanto per fare un esempio: chi può adesso chiamarsi Paesaggista?

Solo gli architetti, i quali ci stanno fregando da sotto i piedi anche il comparto del verde pubblico e privato.

Gli unici che lo stanno difendendo a spada tratta sono gli Agrotecnici e gli Agronomi.

Certamente non è una questione di numeri, visto che i Notai pur essendo solo in 7.500 non cercano nessuno (e se ne guardano bene) con cui fondersi.

Ma tant’è!!!

Cosa possiamo pretendere Piermaria da questi rappresentanti nazionali e provinciali?

Se la gestione della categoria per 15 anni è stata questa, vuol dire che ci sono stati quelli che l’hanno voluta, appoggiata, sostenuta ed acclamata.

Speriamo solo che dove non arrivi il buon senso, arrivi qualcosa altro. E specialmente che arrivi presto.

E se qualcuno si offende per quello che diciamo, caro Piermaria, vuol dire che abbiamo toccato il tasto giusto.

Questi ultimi dovrebbero vergognarsi del loro operato. Ma se arrivano a definirsi messia, figuriamoci che considerazione hanno degli iscritti.

Basta andarlo a chiedere al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per sapere come siamo stati apostrofati. Ma non dagli altri, ma da chi ci rappresentava in quel momento.

Nemmeno nelle circolari ai Collegi provinciali usano per firmarsi il titolo di Perito Agrario!!!

Forse, come diceva giustamente Vittorio T, proprio per non confondersi con i Periti Agrari.

Infatti con quello che guadagnano ogni anno dal Collegio Nazionale (solo di gettoni di presenza, persino laddove non sono mai stati) certamente non appartengono agli studi di settore dei periti agrari.

Magari a quello dei notai.

Un cordiale saluto,

Elia Sandrini

pt/2010

6 commenti:

  1. A TUTTI I PRO E CONTRO IL CONSIGLIO NAZIONALE VI RICORDO LA PROSSIMA ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI. TUTTI PRESENTI, TUTTI A PARLARE E AD ESPRIMERE IL PROPRIO PARERE IN MODO GIUSTO ED EDUCATO. GLI ASSENTI SONO PREGATI DI NON PARLARE PER INTERPOSTA PERSONA.

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  2. GRANDE PONTIFICATO IL SANDRINI. DURO E PURO.
    NON COME QUELLO CHE QUANDO CI SONO STATE LE ELEZIONI DELL'ORDINE DEGLI AGRONOMI DI VERONA HA USATO LE STRUTTURE DEL COLLEGIO DEI PERITI AGRARI PER FARSI PUBBLICITA'.
    UN CASO DI OMONIMIA? CONFERMALO SANDRINI ALTRIMENTI SAREI COSTRETTO A PENSARE MALE.

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  3. Cari colleghi approfitto del vostro blog per incitare tutti i Periti Agrari iscritti a partecipare alla riunione dei presidenti indetta per il giorno 8 maggio 2010.
    La partecipazione, sicuramente osteggiata, se sarà condotta con calma e correttezza servirà ad affermare che la categoria è composta "anche" da seri professionisti, che con fermezza difendono le proprie idee.
    Il post è anonimo non per codardia ma per evitare che sia etichettato in un ottica di contrapposizione tra nord- sud essendo il pensiero della gran parte dei periti agrari informati

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  4. Caro anonimo (quello delle 12.20 del 26/04/2010), che risposta vuoi che ti dia.
    Tanto pensi già male di tuo nei confronti di quelli che si impegnano per modificare lo status quo della categoria.
    Per cui che io ti risponda o meno, certamente il tuo modo di pensare non cambierà mai. Perchè a te fa comodo che le cose vadano in una certa maniera.
    Chissà se non cambierai mai anche il modo di comportarti, magari firmandoti.
    Già il fatto di non firmarti è infatti autodichiarazione di quello che sei.
    Tu come, ovviamente, tutti gli altri anonimi. Che poi siete sempre i soliti.
    Tu, nel tuo anonimato, sei libero di inventarti e dichiarare tutte le falsità che vuoi.
    Tanto chi sei? Chi ti conosce?
    Tanto a qualificarti ci pensi da solo e chi ti legge capisce quanto vali.
    Il fatto, poi, che ogni volta cerchi di screditare gente come il sottoscritto, Tiraboschi, Moretti, Braga ed altri colleghi, anzichè scrivere sui problemi reali, proponendo anche delle soluzioni, quanto meno la dice lunga che a te della categoria e degli iscritti non te ne frega proprio niente.
    Elia Sandrini

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  5. l'intervento dei 5 periti agrari di Roma dimostra che non è una questione tra nord e sud, come invece si vorrebbe far credere.
    marco

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  6. Anche a Roma sembrano essersi stancati del Regime. Avanti così!!
    Giorgio

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