lunedì 14 novembre 2011

ALCUNE RIFLESSIONI........

Manerbio, 12-11-2011

Carissime e Carissimi colleghi
le elezioni ci appaiono ormai remore.
I colleghi inseguono da tempo i possibili risultati delle nostre elezioni per il rinnovo del CNPA.
Ma, come si sa, il tempo infinito che ha sempre caratterizzato la fase dei risultati è anche figlio di quelle regole che potrebbero, che dovranno essere riscritte nella stessa sede del CNPA.
Nel frattempo legittimamente il CNPA continua la sua azione rappresentativa.
Del resto il Presidente, il Segretario, il Tesoriere, il Vicepresidente e i Consiglieri sono in carica a tutti gli effetti.
Ciò che colpisce, però, è un sintomo di iperattività che sembra essersi impossessato del CNPA. O meglio di alcuni esponenti dello stesso.
Dimentichi, ignari che dopo l’espressione di voto, nel rispetto delle volontà dei Presidenti Provinciali, il CNPA dovrebbe attenersi alla sola amministrazione corrente, hanno ritenuto di avventurarsi in delibere davvero discutibili.
Discutibili sia nella forma che nella sostanza, quand’anche la prima assume il valore della seconda.
Vengo al punto.
Il CNPA, ovvero l’attuale gruppo maggioritario del CNPA, ha ritenuto, nel mese di ottobre, in una stagione estiva al tramonto e nell’autunno che si annuncia, di istituire “una” commissione pari opportunità. Ha ritenuto, cioè di “nominare” qualche nostra collega in una improvvisata, quanto improvvisa, commissione pari opportunità.
Mi raccomando non dite in giro che sto parlando male di questa o quella collega. Me ne guarderei bene dall’esprimere giudizi sulle “persone” non avendole mai nemmeno incontrate.
Mi scuso se il titolo “commissione pari opportunità” non è esatto, come sapete le informazioni del CNPA sono sempre secretate.
Forse qualcuno, nella nostra categoria, o meglio nella sede della nostra categoria, si illude di vivere in qualche bunker di un qualche palazzo di giustizia colombiano.
Quando ho saputo della delibera mi sono posto alcune domande a cui credo non sia difficile rispondere.
Lo faccio ovviamente senza la presunzione di una verità, ma nella consapevolezza che almeno un poco condivisione, nelle scelte fondamentali per il futuro e/o l’organizzazione della nostra categoria sia indispensabile.
…La prima.
Esiste nella nostra categoria la necessità di mettere in atto alcune azioni che valorizzino la specificità delle qualità di “genere”?
La mia risposta che si distanzia da chi vuole rispondere con regole coercitive ed impositive, fatti salvi i luoghi delle istituzioni, si fa chiara., ritenendo che nessun luogo possa affermarsi e qualificarsi se non sa esprimere e valorizzare tutte le qualità che in esso vivono.
Liga canta che “le donne l’han sempre saputo”, dimostrando che sensibilità, intelligenza, ruolo e qualità trovano nel “genere” un valore primordiale che da solo sa colmare ogni lacuna di ogni nostro limite.
Sì! Le donne l’han sempre saputo perché, capacità generativa, maternità, professionalità … famiglia … famiglie (genitoriali), lavoro, vengono condensate in quel loro essere unico e irripetibile riferimento. Essere cioè il portale della società e a maggior ragione dei neuroni della stessa: famiglia, professione, organizzazioni ecc.
Lo zaino delle donne è sempre più pesante di quello che portiamo noi “uomini”, pur non salvo che il più delle volte non lo danno a vedere.
Lo “portano” consapevoli che lo possono, lo sanno fare. Che hanno quella forza, che io definisco “biblica”, di assumersi le responsabilità ed il peso della vita.
Quante difficoltà, in famiglia e sul lavoro, nei luoghi della società si scatenano proprio per l’indifferenza di uomini incapaci di riconoscere questa “unica intensità”.
O meglio, in alcuni casi, capaci di sfruttarne i contorni meno nobili.
E ciò che fa arrabbiare, qualche volta, gli stolti è che la “quantità” delle fatiche giornaliere trovano nelle donne risposte di alta qualità.
Lo posso gridare a tutti, avendo avuto l’opportunità di impegni e responsabilità istituzionali, ho sempre trovato nelle mie collaboratrici i “pilastri” di scelte non sempre facili.
Affermato che il problema “esiste”, occorre però riflettere e agire per correggere quei ritardi.
Rimuovere, cioè, i condizionamenti e le situazioni avverse per amplificare la voce delle donne.
Accendere i riflettori sul “loro fascino professionale”.
Ma se tutti concordano che le donne devono trovare una diversa e più impegnata attenzione, una qualche confusione affiora quando ci si addentra nel “cosa fare e come farlo”.
E la confusione si fa alta quando ci si inoltre nella nostra categoria.
Quando, cioè, si affronta il ruolo delle “nostre” Perite Agrarie e Perite Agrarie Laureate”.
Professioniste che come noi svolgono il lavoro più bello del pianeta, ma che tornate fra le mura domestiche ritornano a irradiare gli affetti familiari di disponibilità, attenzione, sensibilità e, perché no, anche di piacere.
Cosa potremmo fare?
Fatico a trovare risposte compresse e totalizzanti.
Mi limito a pensare che i momenti per valorizzare le nostre “Iscritte” siano di facile attuazione.
Basterebbe incominciare riconoscendone il ruolo prevedendo che, al di la del voto per il rinnovo del Consiglio Nazionale, nello stesso sieda una presenza femminile.
Il voto che potrebbe esprimere, anche se consultivo, non è importante, perché una categoria che lavora insieme non evoca maggioranze e opposizioni, o espressioni particolari, anche quando dovessero emergere divergenze di linea politico professionale. Una categoria è forte quando sa lavorare insieme.
La nostra professione non ha bisogno di re, principi e vassalli, ha bisogno di partecipazione e di diffusione dei momenti condivisi e collaborativi.
Del resto anche quelli che forse ritenevano d’esserlo hanno perso il loro smalto.
Sarebbe così garantita una presenza del mondo professionale femminile nel nostro CNPA.
Seconda domanda.
Ma, chi seleziona? A chi spetta selezionare, la rappresentanza femminile nell’ambito del CNPA?
Anche per rispondere a questa domanda mi affido ad una personale riflessione, che vorrei fosse condivisa con tutte le Perite Agrarie e Perite Agrarie Laureate.
Io penso alla costituzione di un organismo di “genere” eletto da tutte le Iscritte ai nostri Albi, che potremmo definire “Professione Donna” (il titolo non è importante), una sorte di organismo di pari opportunità.
E affidare alla presidente dello stesso organismo, ovviamente riconosciuto, nelle sue funzioni principali, dal CNPA e dall’Assemblea Nazionale dei Presidenti Provinciali, il compito di rappresentare tutte le donne in seno al CNPA.
Pertanto, permettetemi una semplificazione, uno slogan: le donne eleggono le donne.
Le donne non si fanno nominare dagli uomini, sempreché uomini si possano definire.
Non mi dilungo certo nell’elencare tutti i numerosi e complessi temi che l’organismo “Professione Donna” potrebbe affrontare e declinare.
Mi limito ad affermare che la dove la mano e la mente dell’uomo, ovvero della donna, opera, la si avverte che un nuovo evento può generarsi.
Ed arrivo alla conclusione che esige una risposta alle considerazioni iniziali.
Ha fatto bene il CNPA, una parte del CNPA, ormai superata, sappiamo di certo che numerosi esponenti di “spicco” non si sono ricandidati o non sono stati riconfermati, a “nominare” un organismo femminile?
Credo proprio di no.
Anzi la ritengo una azione, una scelta che ha profondamente offeso la diffusa e qualificata presenza delle donne Perite Agrarie e Perite Agrarie Laureate che vivono, operano e rappresentano la nostra unica categoria.
Una offesa alle iscritte e a coloro che già rappresentano con grande dignità la nostra categoria a livello territoriale.
Basti ricordare le Presidenti. Giulia, Giuseppina, Gloria, Maria Grazia, Mirella, e tutte le numerose consigliere dei nostri Collegi.
Mi auguro, pertanto, che quella impropria, improvvisata, estemporanea DELIBERA VENGA IMMEDIATAMENTE ABROGATA DAL NUOVO CNPA, chiunque siano gli eletti.
Così come si rinviino al nuovo CNPA tutte quelle scelte “strategiche che attengono a chi ha ricevuto il mandato dai Consigli Provinciali. Bilanci compresi.
Per conquistarsi il rispetto e la stima occorre un tempo infinito a distruggerla un solo istante.
Mi auguro che chi se ne va abbia il buon senso di lasciare quel “servizio” a scadenza, pro tempore, a cui è stato chiamato dal consenso dei nostri colleghi, con dignità. In caso contrario nessuno potrebbe restituire ciò che volontariamente si è deciso di gettare al vento.
E tornando alle “nostre” donne auspico, altresì, che il NUOVO CNPA favorisca, sostenga l’organizzazione di momenti d’incontro fra le nostre Perite Agrarie e Perite Agrarie Laureate.
Tutte, nessuna esclusa, affinché la nostra categoria possa esprimersi e “presentarsi” alla società sapendo di portare in se tutta la potenzialità generativa delle sue straordinarie donne.
Buona domenica a tutti

Mario BRAGA

Nessun commento:

Posta un commento


libertà ma nel rispetto