venerdì 11 febbraio 2011

LA GIUNGLA DI CEMENTO DIVENTA GREEN ?????

L'urbanizzazione è la strada per combattere l'inquinamento: i cittadini pesano sull'ambiente molto meno della popolazione diffusa in fattorie e villaggi




Vivere in città aiuta l’ambiente? Secondo recenti ricerche, sembrerebbe di sì. Anzi, l’idea sta rapidamente prendendo terreno: un'ondata di recenti ricerche mostra come le città possano essere il luogo ideale per affrontare la crisi ambientale incombente. Il vecchio stereotipo che descrive la città nemica dell’ambiente, sporca e piena di smog, capace soltanto di produrre enormi quantità di rifiuti e inquinamento, infatti, alla luce delle nuove considerazioni, sta tramontando.

Come spiega Gordon McGranahan, esperto di economia urbanistica presso l'Istituto internazionale per l'ambiente e lo sviluppo (IIED) di Londra, ci sono molte ragioni per aspettarsi che le città possano effettivamente ridurre le emissioni procapite, ognuna delle quali ruota intorno al fatto che le città concentrano le persone vicine tra loro.

Raggruppare case, attività commerciali e industrie presso le città significa che è più facile per le autorità locali implementare quelle infrastrutture che vanno dalla produzione sostenibile di energia, agli impianti per la conduzione di acqua potabile ai trasporti. “E’ molto più semplice ed economico costruire una rete fognaria per un centro abitato che per una realtà rurale dove le case sono molto lontane l’una dall’altra” sostiene David Satterthwaite, che studia i cambiamenti climatici a IIED.

L'urbanizzazione riduce anche l'uso dell'auto: le persone che vivono in città non hanno in genere bisogno di viaggiare come gli abitanti delle campagne, ed hanno possibilità più concrete di prendere autobus e treni. “Maggiore è la densità abitativa e minore sarà l’uso dell’auto”riferisce Jeff Kenworthy, esperto di mobilità sostenibile alla Curtin University di Perth, in Australia.

Partendo da questi presupposti, Satterthwaite ha deciso di riesaminare le stime delle emissioni di gas serra dei più grossi centri urbani. Nel 2008 ha pubblicato uno studio che mostra come le città producono solo dal 30 al 40 per cento di emissioni, cifre che non giustificano la loro brutta fama di produttori di inquinamento.

Nello stesso anno, la Brookings Institution di Washington DC ha dimostrato che una città media degli Stati Uniti produce una quantità di CO2 pro-capite che è il 14 per cento inferiore da quella prodotta dagli abitanti delle campagne.

A ruota nel 2009, David Dodman dal IIED ha pubblicato uno studio che ha esaminato le emissioni di gas serra delle singole città in tutto il mondo. Un londinese, produce circa la metà delle emissioni del cittadino medio britannico, mentre ogni “New Yorker” produce solo il 30 per cento delle emissioni degli altri residenti negli Stati Uniti. I cittadini di San Paolo, in Brasile, sono responsabili di appena il 18 per cento della media per il loro paese.

Queste cifre mostrano come le città possano rappresentare il trampolino di lancio ideale per un futuro più verde. Seattle, per esempio, ha già cominciato a utilizzare il metano prodotto dalla decomposizione dei rifiuti come combustibile. Queste iniziative non sarebbero realizzabili per una popolazione diffuse in fattorie e villaggi. La produzione di anidride carbonica procapite è, ovviamente, solo un aspetto della imminente crisi ambientale.

Un altro problema che affliggerà nell’immediato futuro la popolazione mondiale è la sovrappopolazione. Ogni anno nel mondo nascono 75 milioni di bambini. Sembra che l'urbanizzazione possa contribuire a disinnescare questa bomba a orologeria. In media, le donne in città hanno meno figli rispetto alle loro controparti rurali. Questo perché nelle aziende agricole, i bambini sono una fonte di manodopera a basso costo. Ma in città ci si aspetta di andare a scuola piuttosto che lavorare. Inoltre le donne “cittadine” hanno anche un migliore accesso alla pianificazione familiare e controllo delle nascite, e spesso hanno migliore opportunità di occupazione.

E non solo. Brand ritiene che la città potrebbe anche essere il modo migliore per affrontare la povertà. Per prima cosa, le città offrono migliori posti di lavoro: nel 2003 un rapporto Onu ha concluso che “l'unica strategia realistica in materia di riduzione della povertà è quello di ottenere che quante più persone possibili passino dalle campagne alla città”.


Fonte: Tecnici.it

pt/2011/gmt/01

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