COMUNICATO STAMPO DEL COLLEGIO NAZIONALE DEGLI AGROTECNICI
IL CONSIGLIO DI STATO AFFONDA IL DPR “Severino”
DI RIFORMA DELLE PROFESSIONI.
CHE ADESSO VA RISCRITTO
Grande soddisfazione in casa degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
alla lettura del parere del Consiglio di Stato (reso noto nel tardo pomeriggio
di oggi) relativamente ad DPR predisposto dal Ministro della Giustizia di
riforma del sistema professionale.
Pur rimandando a domani una più puntuale lettura del testo risultano evidenti
le profonde censure con cui i giudici hanno bollato il testo.
Soddisfatto Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli
Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, il quale osserva come siano state
sostanzialmente tutte accolte le richieste e le censure che il Collegio
Nazionale aveva inviato al Consiglio di Stato il 3 luglio scorso.
Ecco i punti in cui lo schema di DPR risulta essere stato “bocciato”:
1. Come fatto osservare dagli Agrotecnici l’art.1 va riscritto perché
ampliava all’infinito la definizione di “professione intellettuale”.
2. Viene ripristinata la capacità negoziale di Consigli Nazionali
professionali in materia assicurativa che il Ministero aveva (chissà
perché) cancellato.
3. Sono salvi i tirocini inferiori a 18 mesi, come quelli semestrali a cui sono
tenuti i laureati in agraria per iscriversi all’Albo degli Agrotecnici e degli
Agrotecnici laureati.
4. Salta l’obbligo del tirocinio generalizzato per tutti, anche per quelle
categorie che non lo avevano (con comprensibile quanta infinita gioia da
parte delle migliaia di giovani aspiranti professionisti).
5. Ripristinata l’autonoma capacità dei Consigli Nazionali professionali di
stipulare in proprio Convenzioni con le Università per lo svolgimento dl
tirocinio durante il corso di studi.
6. Eliminato l’assurdo divieto del limite di non più di tre tirocinanti ogni
professionista (ciascun albo deciderà quanti).
7. Salta il divieto per i pubblici dipendenti di svolgere l’attività
professionale, sarà libera per i dipendenti in regime di part-time,
esattamente come è stato fino ad ora.
8. Salta anche l’obbligo di ripetere il tirocinio se lo si sospende per più di
sei mesi; al Ministero dovrà essere indicato un termine diverso e più
lungo.
9. Salta infine l’odioso (e costoso) obbligo del corso di formazione
semestrale a cui erano irragionevolmente costretti i tirocinanti; il corso
sopravvive ma come alternativa al tirocinio, non più come ulteriore
gravame.
Per l’ufficio legislativo del Ministero di via Arenula il parere del Consiglio di
Stato rappresenta una debacle che ha pochi precedenti, per il mondo delle
professioni, e soprattutto per i giovani praticanti, rappresenta una ventata di
fresca aria di buon senso e libertà.
Roma, 10 luglio 2012
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libertà ma nel rispetto