lunedì 15 ottobre 2012

Ai Periti Agrari: Il coraggio di scrivere il proprio futuro.

Abbiamo ricevuto  con piacere un interessante contributto  ( meritevole di attenzione e riflessione) che pone  temi sui quali meditare il nostro domani e a scriverlo.
Ringrazio il collega dott. per.agr. Biagio Scognamiglio - Presidente del Collegio di Napoli.
Cordialmente
Piermaria Tiraboschi

COLLEGIO DEI PERITI AGRARI

E PERITI AGRARI LAUREATI

DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Sede: 80147 Napoli—Via Argine, 1085—Telefax 081 5770190

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Ai Periti agrari

ll Coraggio di scrivere

Il proprio futuro

Nel mese di Settembre u.s. i consigli provinciale dei Periti Agrari D’Italia hanno ricevuto,in allegato alla circolare 31/2012 del 6 Settembre 2012 del Consiglio Nazionale, un questionario inerente alcuni aspetti di una possibile organizzazione strutturale che la categoria, alla luce di quanto sta accadendo in tema di riforma e controriforma, od altro, si accinge a darsi

Iniziativa, senza ombra di dubbio, apprezzabilissima e democraticamente ineccepibile, soprattutto sotto il profilo del metodo. Lo scopo, ottenere informazioni e pareri dalla categoria, credo, sia stato raggiunto e sono convinto che tutti i consigli D’Italia hanno provveduto solertemente a compilare il questionario ed inviarlo, entro la data stabilita, al Consiglio Nazionale.
Però?
“ per andare dove vogliamo andare, da che parte dobbiamo andare? “
Totò e Peppino nel cuore della città più moderna e nebulosa ( per la nebbia) D’Italia a corto di ogni altra informazione, se non quella di voler cercare il proprio nipote ( figlio della sorella ), da veraci Napoletani ( umili e perspicaci ) decisero di chiedere informazioni al Vigile in servizio a Piazza del Duomo.
Ancora oggi, a distanza di tanti anni, nel rivedere questa scena, non possiamo fare a meno di ridere a crepapelle.
Ma, noi, dopo aver riso della comica scenetta interpretata, con maestria, dai due grandi Artisti vogliamo riflettere un attimo e mettere a fuoco alcuni aspetti che ci riguardano molto da vicino
Da qualche anno, anche i Periti Agrari,pare,siano a corto di informazioni e privi di orientamento.
E purtroppo, se i fotogrammi di Totò e Peppino ci fanno sorridere, a noi, Periti Agrari non ci resta che piangere ( Massimo Troisi).
Perché?
Perché ci proponiamo di darci una nuova struttura organizzativa, o meglio, ci proponiamo di rimodulare l’attuale organizzazione strutturale (collegi regionali/provinciali/funzioni ecc.)
Ma è questo il problema vero? È questo che adesso ci interessa?, sono questi gli obiettivi ultimi?, oppure le domande a cui vorremmo dare delle risposte chiare sono altre? E cioè:
Qual è la strada che stiamo percorrendo?
Verso quali orizzonti siamo diretti?
Quale sarà il futuro di questa nobile e prestigiosa professione?
E’ necessario e urgente avere/dare qualche risposta pertinente e non solo per quelli che hanno alle spalle 30 anni e oltre di professione, ma soprattutto per i giovani e cioè per coloro che hanno creduto in questa professione, che ancora ci credono e su cui si sono giocati il proprio futuro.
E’ vero, viviamo un momento storico triste e nebuloso. Il Paese si presenta impoverito ed ansioso. L’Istat continua a certificare lo stato comatoso dell’Italia.
La crisi economica, che sta sconvolgendo la nostre vite, ci spaventa, soprattutto perché mostra un mondo governato da aridi legge numeriche, espresse con parole come:
“ Spread”, “ Default “, “ Debito “.
L a ricchezza individuale è sempre più bassa.
Il livello di disoccupazione invece sale sempre più in alto, soprattutto per quanto riguarda il mondo giovanile e femminile.
Gli investitori da tempo immemorabile, pare, si siano volatilizzati.
La Giustizia, civile e amministrativa, continua ad essere un pachiderma in movimento.
La burocrazia resta farraginosa,convulsa e inconcludente.
La tecnologia informatica cerca di farsi spazio, ma lo fa con fatica e difficoltà, specie in quei contesti dove più radicati sono i legami alle vecchie tradizioni culturali e sociali, come il nostro mondo rurale.
In questo scenario, a cui ormai siamo abituati, si inserisce anche la cosiddetta riforma della professione, ( ultimo in ordine di tempo il Dpr 7 Agosto 2012 n. 137)
Ebbene, che cosa è stato riformato?
Cosa stiamo per diventare?
Chi si sta occupando di tutto ciò ?
Sono domande, che a parte pochi sapienti, credo che, in questi giorni, se le stiano ponendo tutti i Periti Agrari, in primis quelli che esercitano giornaliermente la libera professione, ma certamente non solo essi.
Il bicchiere è per tre quarti vuoto.
Il quarto pieno non è sufficiente a soddisfare gli ottimisti, che fanno fatica, più del solito a trovare motivi di fiducia nel prossimo futuro. Ma ancora più difficile è incontrare persone che sappiano immaginare come sarà il domani.
I pochi motivi di ottimismo e di speranza, vengono ancora da Essi,cioè dai giovani,come emerge dalla ricerca “ Rapporto giovani” promosso dall’Istituto Toniolo e curato dalla Fondazione Cariplo e da un gruppo di docenti dell’Università Cattolica (pubbl. da. C.d.S. 14.10.2012), nonostante tutto e per fortuna, non si rassegnano e ancora credono nello studio, nella famiglia e nell’autonomia,. Unica eccezione è il credo nella politica( ad esclusione Dell’ U.E e della Presidenza della Repubblica), ma, in questo momento storico, è più che scontato, visto anche ciò che ogni giorno viene manifestato.
A questo punto del discorso, è ovvio che non basta,una pur meritevole iniziativa della proposta di un questionario,bensì serve ben altro. Serve soprattutto di riappropriarsi del proprio destino,della propria vita.
Non si può assistere ,quasi passivamente, al susseguirsi degli avvenimenti. Bisogna diventare protagonisti del proprio futuro , non più comparse inerme. Rassegnarsi in questo ruolo significa spegnere i propri sogni e le proprie speranze.
Serve invece una presa di coscienza,attiva e responsabile.
A decidere che cosa scrivere nel capitolo bianco della nostra storia, di Periti Agrari, bisogna essere in tanti e ognuno deve fare la propria parte e ciascuno dovrà impegnarsi per sé senza aspettare che altri scrivano per noi un finale che potrebbe non piacerci.
Serve, quindi, urgentemente, un confronto nella categoria, aperto e sincero, trasparente e senza nascondimenti, molto più incisivo e determinato. I Periti Agrari devono guardarsi negli occhi, perché la posta in gioco è altissima, si tratta del futuro della professione , ma cosa molto più importante si tratta del futuro dei giovani colleghi che hanno deciso di progettare e scrivere la storia della vita ponendo le loro speranze e i loro sogni in questa nobile professione.
E’ venuto il momento di opporre alle avversità il nostro valore, di tirar fuori tutto l’amor proprio di cui siamo capaci, per orientare la narrazione della nostra esistenza, individuale e di gruppo.
Questo è il tempo del coraggio.
Napoli 15 Ottobre 2012

Per. Agr. dott. Biagio Scognamiglio
Presidente Collegio Periti Agrari di Napoli
pt/2012/gmt/10

5 commenti:

  1. Nessuna novità, è una delle prime cose che ha Chiesto Moncelli nell'altro blog quando parlava di un grande congresso della Categoria. Dubito che il CNPA voglia raccogliere l'iniziativa.
    Marco

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    1. franco selmin collegio padova n.222(e pure consigliere)
      permettimi ma non è vero che non c'è alcuna novità.
      Moncelli ha iniziato il suo blog proponendo un congresso di rifondazione della categoria.Ho detto che occorre,preliminarmente, proporre un canovaccio di proposte sulle regole del gioco nuove,di proposte sulle nostre nuove possibilità di portare a casa il pane quotidiano.
      Ho anche pervicacemente detto che da questa situazione se ne può uscire spostando il livello del blog\dibattito sui temi:regole,prospettive,ecc.allora misuriamo chi ha delle proposte(anche balorde tanto peggio di cosi..)da chi gioca sulle nostre tasche (ma questo è il minimo:se qualcuno ha bisogno di farsi pagare una pizza per sfamarsi mi chiami pure che gli mando i soldi)mettendo a repentaglio(da anni annorum)la nostra professione che,se non lo sapete,è la più vecchia al mondo (a parte le prostitute).

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  2. Parole al vento come il blog di Moncelli. Ma dico io,come mai sono tutti bravi a parlare, a scrivere ed a fare proposte ma nessuno di loro ha mai messo il loro faccino per la categoria? nessuno si domanda come mai Moncelli non è riuscito ad entrare nel nuovo CNPA? Ci sarà una ragione oppure no? comunque auguro a Moncelli a breve di entrare a far parte del consiglio del CNPA poi, vedremo cosa sarà in grado di fare, altro che congresso per la categoria....ma dov'era fino all'anno scorso? Ciao Graziano

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    1. Gentile anonimo, io non sono entrato nel Consiglio perchè numerosi Collegi hanno votato utilizzando anche l'Elenco speciale falsando così i risultati delle elezioni; diversamente oggi avremmo avuto un altro consiglio.
      Fino all'anno scorso io ero a fare il Presidente del Collegio di Perugia, e penso di averlo fatto anche molto bene! Informati prima di scrivere...

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  3. caro collega Moncelli a noi risulta che non saresti stato eletto, comunque in quanto le province che ti sostenevano erano:la tua (o meglio te stesso)e un collegio vicino (pentitosi in ritardo)altre due province per le quali forse non ne conosci nemmeno la collocazione geografica frutto del prodigarsi di chi aveva interesse alla tua presenza nel CNPA
    benefici della tua mancata elezione:
    1) tutti gli iscritti a livello nazionale
    2) in particolare gli iscritti della tua provincia che si sono liberati, a loro dire, di una presidenza ormai divenuta imbarazzante
    i tuoi ex amici

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