mercoledì 12 settembre 2012

CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO: CONFRONTO APERTO SUL DISEGNO DI LEGGE

Ridotto a 5 anni il divieto di cambio di destinazione dei terreni che hanno usufruito di aiuti statali o europei.
"PeritiAgrariLiberi " favorevoli all'iniziativa e saranno determinati sostenitori dei processi  legislativi e tecnici. La categoria disponibile a collaborare con le istituzioni locali per un censimento delle aree e fabbicati agricoli dismessi.

In discussione la proposta di legge che mira a valorizzare le aree agricole e a favorire il recupero del patrimonio esistente anzichè la realizzaione di nuove costruzioni.
Incentivi al recupero con un tetto massimo di 350 mila euro per le spese sostenute per il ripristino di nuclei rurali mediante ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti e la conservazione ambientale.
Confermata la riduzione del contributo di costruzione per il rilascio del permesso a costruire.
Con un D.M. verrà stabilito a livello nazionale il limite massimo di superficie agricola edificabile.
Il disegno di legge, come indicato nella relazione, è finalizzato a contenere la " cementificazione" che dal 1956 al 2010 è aumentata del 166% con gravi ripercussioni sotto il profilo idrogeologico e della tutela del paesaggio.
NEWS-REDAZIONALE
pt/2011/gmt/09

1 commento:

  1. Vai col mattone rurale
    E’ noto che l’Italia consuma ogni anno circa 10 volte di più della Francia di suolo agricolo produttivo e come abitanti siamo più o meno allo stesso livello.Il Veneto ,negli ultimi trenta anni, ha viaggiato al ritmo di sottrarre circa 4600 ettari all’anno.Non ostante questi dati che dovrebbero far riflettere sul modello di “sviluppo”proposto dalla classe politica e condiviso dalla popolazione e non ostante altri dati della cosiddetta globalizzazione(quanti bambini muoiono di fame o accidenti connessi,le previsioni di una crescente mancanza di derrate alimentari di base con tutto ciò che ne consegue ed è sotto gli occhi di tutti da un mesetto a questa parte nell’altra sponda del Mediterraneo);non ostante tutto questo a livello urbanistico si persegue la politica di sottrazione di terreno agricolo al di là delle farisaiche esclamazioni di principio.
    In Veneto la materia è disciplinata dalla Legge 11\2004 da cui evinciamo e portiamo alla attenzione i seguenti dettati.
    1) La legge prevede per le zone rurali la classificazione in E1,E2,E3,E4 con un diverso grado di edificabilità.Le zone E4 sono dette anche “centri rurali”.Tralasciando il fatto che ormai di agricoltori a tempo pieno ce ne sono 2 per paese si tratta di agglomerati urbani in cui vi è ancora qualche presenza agricola e ,sempre meno, qualche presenza di agricoltori dopolavoristi(i metalmezzadri di vecchia memoria).I comuni,almeno alcuni,dovendo rifare il PRG (PAT) hanno riclassificato le zone in E4 comprendendo,senza alcuna motivazione visibile né sostenibile logicamente,aree contermini a questi fantomatici centri rurali
    .Parliamo pure di discrezionalità e quant’altro.Orbene facendo ciò e prescrivendo la Legge 11\04 che in tali aree si edifica secondo gli strumenti urbanistici ordinari(quindi niente vincoli e prescrizioni in merito alla edificabiltà in zona agricola),di fatto stanno trasformando fette consistenti di territorio in zone di completamento urbanistico by-passando ritengo i limiti edificatori che si deve porre il comune secondo la legge 11\04.
    2) Per la costruzione di case rurali e di strutture agricolo-produttive in zona ruale occorre tra i vari requisiti raggiungere una redditività minima .Orbene fatta 100 la redditività minima per la costruzione bastava arrivare all’80 % ma,visto che il lavoro a progettisti e imprese calava (unica giustificazione plausibile) si è ridotta la soglia al 70%.Inoltre nel caso delle case rurali non c’è neanche bisogno di averci la residenza.
    3) Per i giovani,di cui tutti si preoccupano del loro futuro,se si sono insediati entro 5 anni la soglia di redditività da raggiungere era il 50% ed ora è passata al 40%.
    Come ben tutti sanno lo splendido momento che vive l’agricoltura porta masse notevoli di
    giovani ad insediarsi in azienda.
    4) La vecchia legge sulla edificabilità rurale prevedeva il vincolo della superficie agricola
    aziendale alla costruzione partendo dal concetto che ad una azienda agricola si danno casa
    ed annessi rustici necessari e poi basta.I comuni dovevano costituire una specie di registro
    dei vincoli costruzioni=terreni proprio al fine di evitare furberie.Probabilmente se tale previsione di Legge fosse stata espletata correttamente avremmo un paesaggio rurale molto meno deturpato da costruzioni che nulla hanno a che vedere con l’attività agricola.
    Anche la Legge 11\04 prevede l’instaurazione di un vincolo di non edificazione e la predisposizione di un registro fondiario da parte del Comune e,comma 2 art.45,la permanenza dei precedenti vincoli di non edificazione per le case di abitazione.
    C’è da chiedersi quanta terra non vincolata c’è ancora in giro per il Veneto,quante aziende agricole nuove abbisognano di case e capannoni,quanto di assetto urbanistico già disordinato si incrementerà con le zone “agricole” E4.Come per la vecchia legge dell’85 anche questa legge promette bene incrementando i risultati negativi che sono già sotto gli occhi di tutti.
    Franco Selmin

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