venerdì 28 settembre 2012

FAVOLETTA..... DEDICATA A UN CONSIGLIERE NAZIONALE ??

IL TOPO E GLI SCOIATTOLI
di Cicillo Catuzzo


In un paesino della provincia di Catanzaro viveva un topolino, che sin da quand’era piccolo pensava d’essere uno scoiattolo. Un giorno nel bosco di quel paesino tutti gli scoiattoli si riunirono per eleggere il loro capo. Il topolino Mimì si presentò con i suoi occhietti furbi, i baffetti un poco arricciati e una lunga coda. Dove l’avesse trovata nessuno lo sapeva. Con quell’aria un pò sorniona. Disse: “se ciascuno di voi è così impegnato a saltare da ramo in ramo in cerca di ghiande e nocciole …. Se non trovate proprio nessuno che se la sente …. se … se … se io … io …. io sono disponibile…. Sì insomma avete capito. Se proprio non c’è nessuno che ha tempo, il vostro capo lo posso fare io. Non preoccupatevi non vi disturberò. Andrò in giro ad incontrare tutti gli altri gruppi e porterò sempre il vostro saluto.”
Gli scoiattoli si guardarono negli occhi e saltellando da un ramo all’altro dissero: “E’ uno scoiattolo un po’ buffo. A noi non sembra neanche uno scoiattolo, ma … ma visto che è così disponibile! Eleggiamolo nostro capo.”Mimì non stava più nella pelle. Tornò nella sua tana lo raccontò a tutti. I topi erano un po’ gelosi perché pensavano che a fare il capo un po’ di nocciole ti restano sempre fra le unghie.
Il topolino di anno in anno continuava a fare il capo. Andava di bosco in bosco a “rappresentare” i suoi scoiattolini finché venne il giorno in cui si doveva rinnovare il gran consiglio. Mimì decise che lui sarebbe stato uno di loro. Andò di bosco in bosco a cercare i voti. Ogni volta si incollava la sua lunga coda che nemmeno lui si ricordava più dove l’aveva trovata.
Certo era un po’ buffo, a dire che assomigliava ad uno scoiattolo ce ne voleva, ma anche altri gruppi decisero di votarlo. E così finalmente con la sua lunga coda incollata sul suo moncherino si presentò impettito al gran Consiglio dei Scoiattoli.
Questo non piacque al gran capo. Ogni volta che si incontravano lo guardava dritto negli occhi e si ripeteva: “Ma questi sono gli occhi di un topo , non di uno scoiattolo.”
Il gran capo decise allora di chiamare il tribunale della razza e di richiedere se quel topo era davvero uno scoiattolo.
Il tribunale della razza andò a trovare gli scoiattoli del bosco dove Mimì aveva primeggiato per anni e chiese informazioni. Tutti tacevano. A loro che fosse un topo o uno scoiattolo proprio non importava. Faceva il capo: “senza disturbare nessuno. Lui andava di qua e di la. Nessuno sapeva cosa faceva. Se qualche nocciola spariva … bé erano solo quelle della tana generale.” dicevano.
Ma il tribunale non si accontentò andò avanti nelle sue ricerche, finché trovando un topo sonnecchiante sotto una vecchia panca nel parco del paesino di Catanzaro in coro gli chiesero: “Ma … ma lei conosce un topolino che si chiama Mimì e che si spaccia per capo degli scoiattoli?”
Il topo si strofinò fastidiosamente gli occhi e seccato rispose: “Che volete da me non vedete che sto riposando. Andate nel vostro bosco a raccogliere nocciole e ghiande che è meglio!”
Ma gli scoiattoli del tribunale insistettero: “Allora lei lo conosce?”
Il topo fece un soprassalto quasi a volerli aggredire e gridando disse loro: “Siete talmente grulli che ve ne accorgete solo ora. Sì Mimì è uno dei nostri e neanche tanto furbo, ma in mezzo a voi può fare benissimo il capo.”
Gli scoiattoli avuto conferma del misfatto tornarono di gran corsa dal gran capo.
Ma nel frattempo Mimì, pur sapendo che il tribunale lo aveva scoperto, incominciò ad andare di bosco in bosco a denigrare chiunque avesse una qualche carica.
“Ma non vedete che il gran capo dorme dalla mattina alla sera? … O storditi guardate quante ghiande vi rubano i guardiani delle tane. …. O rimbambiti ma non vi accorgete che sorridendo vi costringono a portare nelle loro tane più ghiande e nocciole di quelle che portate alle vostre?”
E così di bosco in bosco andava gridando a tutti.
“I vostri capi hanno delle code più corte delle mie e vi rubano le ghiande.”
Ma mentre gridava uno scoiattolo infastidito da quel baffino perfido gli rispose:
“Caro topo togliti pure la coda. Anzi se non la togli tu ti si stacca da sola. Non vedi che non ti ascolta più nessuno. Ti hanno scoperto e sanno che hai mangiato per anni le loro nocciole. Ti do un consiglio – vai in vacanza con i tuoi topi e lascia in pace gli scoiattoli hanno una coda più bella della tua e non salgono sugli alberi, saltano da un ramo all’altro. Nessun scoiattolo mangerà mai alla mensa di un topo.”
Il topo non si dava pace e per anni andò in giro di bosco in bosco a cantare la sua canzone:

“Sono stato il più bravo
sono stato il loro capo.
Mi volevano tanto bene
che ancor oggi soffrono per le loro pene.
Non son io, non son io un topo
e fra poco prenderò il volo.
Canto così per tutti voi …
canto così per le ghiande
che nessuno ormai rimpiange
Mangiavo solo nocciole
ben disteso a farmi far le coccole.
Un bel di vedrete
che senza di me piangerete.

pt/2012/gmt/09

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